Riapre il Raolt, col Pasi

E’ il caso di Luciano Pasi che nel centro di Storo da venerdi scorso ha riattivato il Bar Raolt all’altezza di via Diaz 1.
«Nella vicina Ponte Caffaro ad esempio molte attività in questo periodo sono inspiegabilmente al capolinea. E lungo quella piazza bresciana le attività in effetti finora abbondavano» rivela un piazzista di bevande della zona, che ha sottomano la situazione.

Il locale al Raolt era stato chiuso da alcuni mesi ma le prospettive per riaprirlo – un po’ per la crisi sia perché non è il momento di rischiare - effettivamente scarseggiavano.

«Non è un esercizio di grandi pretese, piuttosto un locale dove andare a giocare a carte e magari anche a bere qualcosa senza tante formalità o etichette» commentavano ieri più avventori.
A dare una buona mano al Pasi ci penserà il nipote Alessandro. Poi sarà la volta anche di qualche cameriera, la cui figura è in via di valutazione.

Giorno di chiusura? «Il mercoledi, ma solo al mattino, perché di pomeriggio qui dentro si gioca a carte» dice lo stesso Pasi, che per la circostanza indossa una camicia griffata.

Il Bar Raolt (quel portale di Storo si chiamava una volta Via del Gheto e quando arrivano i nuovi parroci e lì che si accolgono) ha una storia quasi cinquantennale.
Lo aveva aperto la compianta Filomena Danese (detta Nena) e più tardi affittato ad altri.

Poi una forzata interruzione e nelle ultime settimane, quasi per scommessa, si è fatto avanti Pasi che fino allora si era occupato solo di biciclette.

Anche l’orario d’apertura non è comune agli altri esercizi Pasi?
«Esattamente così. Si apre dalle 9 alle 13 e poi dalle 16 a fin quando ci sarà gente. L’altra notte ho abbassato la serranda che erano le 4 passate e quasi quasi mancava poco al suono dell’Ave Maria».


.in foto: il Pasi dietro al bancone

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