18 Luglio 2017, 11.39
Salò
Sentinelle in Piedi

Una veglia per Charlie Gard

di Redazione

Sabato sera l'associazione Sentinelle in Piedi terrà una veglia in Piazza Serenissima a Salò per il piccolo bambino inglese al centro di un complicato caso medico-giudiziario e per ribadire un fermo no a qualsiasi legge sull’eutanasia


Questo il messaggio che sarà letto e distribuito ai passanti.

Oggi siamo qui per una testimonianza di amore per la vita e la verità.

Siamo qui per il piccolo Charlie Gard, un bambino inglese di undici mesi affetto da una patologia rara, che dall’ottava settimana di vita ha iniziato a manifestare i sintomi della malattia e da allora è in cura presso un ospedale londinese. Presto i medici hanno iniziato a dire che “non è etico tenerlo in vita” e bisogna lasciarlo “morire con dignità”. Da mesi, il piccolo è di fatto ostaggio dell’ospedale, contro la volontà dei genitori che non hanno mai perso la speranza e vorrebbero portarlo negli Stati Uniti, dove si pratica un trattamento sperimentale che ha già fatto migliorare sensibilmente almeno due bambini con una patologia simile.  

La sua famiglia non si è arresa e ha fatto ricorso alla giustizia britannica, ma in tutti e tre i gradi di giudizio, con delle sentenze inquietanti, è stata data ragione ai medici e al tutore arbitrariamente nominato per rappresentare gli interessi di Charlie al posto dei suoi genitori, autorizzando a staccare il supporto vitale e decretando così la condanna a morte del piccolo. Una condanna ribadita di fatto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, a conferma di una preoccupante tendenza a giocare a fare i padroni della vita.

Era già assurdo dover aspettare la sentenza di un tribunale sovranazionale per stabilire una verità scontata, ovvia, una verità che è alla base della convivenza umana, e cioè che l’essere umano ha il diritto di vivere e, se è malato, di ricevere delle cure, perché la vita – ogni vita – ha una dignità incommensurabile che nessuna legge o sentenza potrà mai negare, né tantomeno dei medici che hanno tradito la loro vocazione. Ed è ancora più assurdo constatare che quattro tribunali hanno sentenziato che sia giusto negare delle cure di base a un bambino malato, a cui da un momento all’altro potrebbe essere staccata la ventilazione assistita, causandone la morte per soffocamento. 

Siamo qui a ricordare che questa deriva è la conseguenza delle leggi contro la vita che il potere ha imposto negli ultimi cinquant’anni, diffondendo una cultura della morte che considera lecito eliminare i malati, i disabili, gli “imperfetti”, gli anziani e ha la pretesa di dire che certe vite non sono degne di essere vissute. Le leggi sull’eutanasia sono l’ultima frontiera di questa deriva culturale che stiamo già sperimentando anche in Italia, dove molti dei nostri parlamentari vogliono approvare il ddl sulle Disposizioni anticipate di trattamento, un testo ipocrita fin dal titolo e che introdurrebbe sia l’eutanasia consensuale sia quella non consensuale, aprendo le porte ad abusi di ogni genere, come quelli che da anni si verificano nei Paesi come il Regno Unito, il Belgio, l’Olanda e la Francia che hanno leggi sul fine vita.

Oggi siamo qui per ribadire il nostro no a qualsiasi legge sull’eutanasia, siamo qui per una testimonianza d’amore e di giustizia che dobbiamo a Charlie, a tutti quei bambini, a tutti quei malati e quegli indifesi che, come lui, rischiano di essere condannati a morte dal cinismo di qualche medico o tribunale. Siamo qui per dire sì al rispetto della vita dal concepimento fino al suo termine naturale, sì per custodire la verità e la speranza per le generazioni che verranno, sì a uno Stato che riconosca che la vita – ogni vita - è un bene inestimabile.
Per questo noi, ancora una volta, ci alziamo in piedi.


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