16 Ottobre 2015, 07.46
Pertica Alta Valsabbia
La testimonianza 1

Io sono Valeria

di Valeria Mattei

Buon giorno a tutti; io sono Valeria e frequento la seconda Amministrazione Finanza e Marketing all'istituto Perlasca di Idro. Non è la prima volta che presenzio a questa commemorazione...


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...perché fin da piccola il mio papà, che è segretario dell’Anpi della Bassa Valle Sabbia, mi ha sempre portato con sé, ogni volta che si festeggiavano i combattenti e i partigiani valsabbini; così facendo mi ha insegnato ad amare queste cerimonie, vissute da me come
momenti speciali nella nostra semplicità di valligiani.

Allora non capivo cosa volessero dire davvero queste ritualità
, ma ne percepivo la profondità ogni volta che guardavo i volti dei partecipanti e coglievo l'emozione nelle voci di coloro che, come me, oggi, parlavano davanti a un pubblico attento.
Adesso che tocca a me ricordare ciò che è stato, per riflettere su quello che è il presente, capisco quanto questo ruolo sia impegnativo, ma al tempo stesso comprendo quanto ciò costituisca per me, adolescente del secondo millennio, un privilegio.

Sì, perché io, in questo momento, grazie proprio a questi uomini e donne che non hanno avuto paura di ribellarsi per Amore, sono LIBERA di esprimere il mio pensiero, LIBERA di pronunciare ad alta voce la parola DIRITTO, anzi DIRITTI, senza paura di essere per questo perseguitata.
E' strano come, noi tutti, parlando, usiamo spesso vocaboli ignorandone il vero significato, quasi questi fossero solo delle "Etichette" appiccicate alle cose per distinguerle da altre.

Invece le parole sono espressione di concetti profondi, a volte sottovalutati, che restano sepolti fino a che qualcuno ci costringe ad andare oltre la pronuncia e a scavare dentro l'essenza per scoprirvi il "tesoro".
E' quello che è successo anche a me quando, alla scuola superiore, ho incominciato a studiare diritto e a leggere la nostra Costituzione, quello splendido documento che nasce proprio dalla Resistenza.

Ogni volta che la professoressa a scuola approfondisce i principi fondamentali, è come se mi si aprissero le finestre della mente e del cuore; quando abbiamo commentato l'articolo 13. quello che recita "La libertà personale è inviolabile", ho sentito una forte emozione perché ho incominciato a capire che sono una persona, una donna, una cittadina privilegiata proprio perché sono riconosciuta, e rispettata, in quanto tale.

Ho incominciato a capire ora che ciò che studio, o ascolto raccontare, sulla resistenza (non solo valligiana ma anche europea), non è una bella pagina di storia, magari un po' scolorita e lontana nel tempo, ma piuttosto un esempio di esistenze, di reazioni, di scelte che hanno fatto, tra uomini, la differenza.

Sì, perché se quegli uomini, i cui nomi sono scritti in queste lapidi o sono rimasti ignoti, quelle donne che come Santa, Gloria e tante altre, fossero rimasti inerti, fermi, passivi, accondiscendenti di fronte al potere totalitario, oggi io non sarei così ..."leggera", perché è così che mi sento quando penso a quanta libertà, a quanti diritti io -grazie a loro- ho.
Tremo, se penso a cosa potrei diventare domani se mi lasciassi privare del diritto alla libertà di pensiero, di parola, di movimento, di voto, di religione.

Il momento in cui vivo è critico, ho paura del futuro, le difficoltà economico-sociali mi disorientano, i venti di guerra che spirano anche vicino a me mi preoccupano, gli egoismi latenti che riaffiorano di fronte all'esodo dei nuovi "miserabili" in fuga da realtà antidemocratiche mi spaventano.
Eppure io non voglio perdere la fiducia, perché le cose si possono cambiare; la storia ce lo insegna, ci vogliono però coraggio, generosità, spirito di iniziativa, collaborazione, solidarietà, partecipazione.

Gli uomini della Resistenza hanno fatto di questi valori la loro bandiera
e hanno saputo cambiare le sorti del nostro popolo!
A loro dobbiamo ispirarci, perché anche se questi ragazzi, come noi, hanno avuto paura (chissà quante volte hanno tentennato di fronte alle scelte!) hanno saputo però reagire: non hanno accettato supinamente quanto avveniva intorno a loro, l'hanno rifiutato e sono diventati  i Ribelli per Amore.

Ricordali oggi, a distanza di 70 anni,
serve a ridare loro un po' di quell’eternità che meritano, ma ci costringe anche a ripensare agli ideali che li hanno mossi e che noi dovremmo fare nostri.
Ricordare il loro sacrificio ci porta a ripensare alle nostre responsabilità, dalle quali spesso cerchiamo di sfuggire: ricordarli, insieme, significa rincuorarci reciprocamente per continuare a credere che la libertà e la pace non sono solo sogni.

Loro sono morti per difendere le libertà, anche la mia, e sarei davvero un'ingrata se restassi indifferente di fronte al loro coraggio di esistere.
Mi fa male pensare che oggi ci siano ancora donne costrette a lottare per difendere i propri diritti e la propria dignità: leggo spesso di uomini, anche italiani, che si comportano da padroni nei confronti di quelle che dovrebbero essere considerate compagne, giungendo persino ad ucciderle "per amore".

Forse vi sembrerà inopportuno, ma io vorrei - in questo luogo di memoria gloriosa- ricordare, insieme a tutti quegli uomini morti per la libertà, anche queste donne che non hanno voce, ma ci sono; donne, i cui diritti di esistere devono ancora essere difesi con determinazione e sulle quali non può calare l'indifferenza.

A questo punto non posso fare a meno di confessarvi che partecipare attivamente a questa cerimonia ha cambiato la mia prospettiva di guardare alle cose: ho capito infatti che questi uomini e queste donne delle Fiamme Verdi hanno a loro volta sognato, come faccio anch'io, di poter cambiare il mondo.
E ce l'hanno fatta, anche a costo della vita.

Per questo io li onoro e li ringrazio.
Viva i Ribelli per Amore e Viva tutti coloro che amano la libertà.

Valeria Mattei, anni 15, di Provaglio Valsabbia

 



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