Cinghialotti indisturbati scorrazzano in quel di Storo

Da Boniprati, ad Anglone, Sallete e Boèr, è tutto un movimento terrà.
Ci sono dei tratti dove ci si sprofonda a causa le scanalature.

«Non è certo la prima volta che dentro i nostri prati i cinghiali creano simili dissesti, dove è poi impossibile coltivare e raccogliere il foraggio» avvertono Riccardo Pizzini di Condino e Modesto Balduzzi di Prezzo.

Pizzini - che in località Sorino tra Condino e Storo ha la propria azienda agricola – aggiunge: «Al di la delle scanalature, che sono già un danno, c'è poi da calcolare il fatto che quando il foraggio si imbratta di terra non è più utilizzabile: crea, attraverso la fermentazione, gravi problemi alla salute delle stesse bestie, tanto da doverle macellare e buttare. E su questo non ci sono indennizzi».

Balduzzi, un tempo forestale in quel di Bagolino ma ora a riposo, aggiunge e rincara: «Avanti di questo passo, ed è bene che lo sappia anche il signor Dallapiccola veterinario prestato alla politica, ci vogliono costringere a chiudere bottega.
I danni maggiori, per quanto mi riguarda, sto quotidianamente riscontrandoli a Boniprati in un’area davanti all’albergo di Renzo & Gemma, dove i maiali selvatici hanno oramai istaurato un proprio habitat.
Solo ieri è transitata una femmina di oltre un quintale di peso, con al seguito ben quattro cuccioli».

Anche sopra il paese di Castel Condino c’è una stalla che ospita ben 150 capre.
«Quassù è davvero a rischio lasciare da sole le capre considerato che con frequenza i cinghiali transitano in maniera del tutto indisturbata. Dentro la mia azienda si producono circa 5 quintali di latte al giorno, che vengono destinati a Fiavè e Trento, ma se si  va avanti di questo passo non penso di poter continuare ancora».

Non più tardi dell’altra mattina, altri esemplari si sono visti aggirare in maniera indisturbata non solo sull’altopiano, ma anche dalle parti Cà Rossa alla periferia di Storo.
Più esemplari, di dimensioni massicce, dopo aver attraversato la statale del Caffaro, prima si sono soffermati dentro le coltivazione di Agri 90’ (15 mila metri coltivati a granuturco) lasciando evidenti tracce, poi si sono incamminati verso il Chiese e lungo la pista ciclabile, dove a quell’ora c’erano anche delle persone.

Ma a mettere a disagio allevatori e coloro che ancora lavorano la campagna ultimamente – sempre dalle parti di Cà Rossa in un’area della stessa coop agricola - si è pure messo di mezzo un cacciatore che, sprovvisto di autorizzazioni, starebbe utilizzando una baracca per "pasturare" gli animali in modo da renderli ben presto cacciabili.

L’uomo sarebbe già stato individuato e segnalato ai forestali di Condino e Tione.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Commenti:

Vedi anche