05 Marzo 2015, 14.06
Gavardo Valsabbia
Frazioni Storiche

Marzatica, un salto nel passato

di Patrick Doniselli

La Storia dell’antica frazione gavardese che ancora oggi è per molti sconosciuta, inesistente. Un luogo in cui si “stacca la spina” appena “sopra” le vostre teste


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Marzatica, composta oggigiorno da 44 anime, è una delle contrade rurali che si affacciano sulla cittadina gavardese. Sovrasta dall’alto dei suoi 345 s.l.m. la valletta delle Fornaci.

Il significato del nome presenta ancora molti dubbi.
Alcuni studiosi hanno affermato che derivi dalla forma dialettale “Marsadega” ossia dal latino Marcidus, termine che fa riferimento alla “magrezza” e durezza del terreno.
Altri farebbero derivare il toponimo dal nome di persona Martius o Marisius, che darebbe alla contrada origini assai antiche.
 
Quel ch’è certo, è che l’esistenza del nucleo abitativo di Marzatica risale tra i secoli XII e XIV, trovando registri datati 1253 che la catalogarono come possedimento vescovile con i relativi “affittuari” e contadini.
 
Da sempre una contrada basata su agricoltura ed allevamento, gli abitanti di Marzatica hanno dovuto però battagliare con la mancanza d’acqua, che sin a pochi anni fa li costringeva a scendere a valle per procurarsela.  
Sfavorita da un punto ma favorita dall’altro, poiché nascendo sulle pendici del monte Tesio, trova un clima abbastanza mite, più fresco d’estate, e più secco d’inverno, quel poco che basta per garantire, quasi ogni anno, un panorama spettacolare sotto la neve.
 
Uliveti, Vigneti, ma anche segni in un passato recente di mimose, oleandri… ed ancora gelsi secolari.
Microambiente diverso dalla zona circostante, che nonostante i frequenti cambiamenti climatici vede oggi come una volta le stagioni scandite dai lavori che l’uomo, in sintonia con la natura si trova a svolgere. 
 
Ritmi vecchi di secoli, tramandati di generazione in generazione, quelli che ogni anno vedono il taglio del bosco, l’apicoltura, il pascolo e l’allevamento del bestiame, la vendemmia, la raccolta delle olive, la caccia…

Dal 1742, inoltre è attiva sul territorio  una chiesetta, in onore a S. Giuseppe, che voluta dall’allora Patron di Marzatica, il conte Foresti, con la moglie Domicilla Rivetta, in segno di religiosità e di ricordo degli anni in cui la frazione era quasi tutta un convento, è sempre stata segno di vanto per il paesello.
 
Costretta all’abbandono ed al degrado, causa la morte dei fondatori ed il poco interesse da parte della curia, non furono mai attuati dal vicario pastorale alcuni sopraluoghi per verificarne la situazione.
Solo nel 1967 il parroco Monsignor Luigi Ferretti, soggiornando in Marzatica nel periodo estivo, fece eseguire un progetto di ristrutturazione, non andato però a buon fine. Venne finalmente ristrutturata (“ricostruita”) per opera di don Francesco Zilioli nel 1980.
Ribenedetta nel 1983, in memoria di mons. Luigi Ferretti, tornò all’opera dopo 130 di abbandono.

È tutt’ora operativa.
Infatti, ogni ultimo lunedì del mese viene celebrata la santa messa. Inoltre, grazie alla collaborazione del borgo del Quadrèl che nel 1984 donò la campana, lo scorso anno è stato possibile celebrare la festa della ricorrenza dei 30 anni della donazione di tale campana e i 31 anni della ricostruzione della chiesetta.
 
Il tempo sembra non passare in quel di Marzatica, ma nonostante tutto, nonostante le apparenze, purtroppo, anche qui il tempo non si è fermato.

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