Un «porta a porta» per Gavardo

Rispetto dell’ambiente e impatto zero sono sempre stati temi centrali nel programma politico del gruppo capitanato da Silvio Lauro, ed è proprio all’innovativo sistema di raccolta rifiuti “porta a porta” che si dedica ampio spazio all’interno del notiziario cartaceo “Parole in movimento”, stampato in 4500 copie e distribuito ai cittadini gavardesi.
Segno che i tempi sono maturi e la proposta in Consiglio comunale non tarderà ad arrivare.

L’obiettivo dichiarato è raggiungere percentuali di raccolta differenziata maggiori rispetto a quelle odierne (ufficialmente 71%; secondo Lauro percentuale “opinabile”).

Certo la forza numerica di quest'area, anche qualora fosse appoggiata nella sua azione da “Gavardo Rinasce”, non appare comunque in grado di far cambiare opinione alla maggioranza, soprattutto perché presupporrebbe un cambio in corsa: dal modello di raccolta “a calotta”, intrapreso pochi anni fa dall’amministrazione comunale Vezzola, si passerebbe a un sistema più costoso ma senza dubbio più “efficace” .

Tuttavia c'è da scommettere che gran parte della "battaglia" si concentrerà fuori dal consiglio comunale, puntando tutto sull'informazione e sul dibattito con i cittadini, in particolare illustrando loro i vantaggi per la collettività e l'ambiente che tale scelta potrebbe comportare.

«Il porta a porta permetterebbe di differenziare qualitativamente meglio e individuare quanto rifiuto indifferenziato viene prodotto. Ciò significa tariffe precise e spesso più basse. Il cittadino di conseguenza sarebbe incentivato a essere più virtuoso, smistando con più accuratezza».

La premessa fondamentale è che questo modello regge solo con una buona dose di senso civico, oltre che con un’azione concreta e organizzata, sia da parte del cittadino che del comune.
«Dando priorità alla tutela dell’ambiente, necessariamente saranno messi in secondo piano interessi economici (soprattutto privati) attorno alla raccolta e allo smaltimento rifiuti» si legge ancora sul notiziario.

Il problema della calotta, secondo “Gavardo in movimento”, è che non permette realmente di misurare quanta plastica, carta o vetro vengono effettivamente avviati al riciclo.
«Oggi il 40% dei materiali buttati finisce nel cassonetto sbagliato e così riciclare diventa più difficile. In questo modo aumenta il lavoro per gli inceneritori».
I rifiuti infatti, per essere venduti e riutilizzati, devono essere smistati con cura e risultare relativamente “puliti”.

La Comunità montana di Valle Sabbia è convenzionata fino al 2018 con la società Aprica per il sistema di cassonetti a calotta, ma la collaborazione può essere interrotta dal 2016.
Vobarno e Vallio stanno spingendo per la disdetta, «Gavardo dovrebbe pensarci e l’auspicio è che il dibattito inerente a questo tema possa essere esteso anche alla cittadinanza».