07 Agosto 2013, 09.25
Valsabbia Idro
Terza pagina

Il cuore dei laghi

di Pino Greco

I laghi, si sa, hanno un cuore sommerso. Quando il vento cala essi catturano le rive, le case, i colori, le montagne, le storie intricate degli uomini. Una realtŕ virtuale sospesa su lievi pellicole d'acqua...


... Poi l’acqua si muove e il miraggio si frantuma, si discioglie, s’inabissa piano.
La stratificazione delle immagini sui fondali è la memoria muta dei laghi.
Impossibile accedere al suo archivio senza i codici della cognizione universale.
Quella che oltrepassa le apparenze effimere per cogliere il senso della realtĂ  perenne.

Ci riusciva Manfred. La sua era un’attitudine affinata nel tempo.
Gli studi, l’indole, il contatto con la natura della sua Baviera: tutto gli creava la giusta sintonia con le forme immutabili e accidiose di un paesaggio lacustre.
Così, tutte le volte che si accostava al lago d’Idro si avviava una dilatazione incontenibile del pensiero che liquefaceva i segni del presente e sprofondava in riflessioni assolute.
C’era una trasfigurazione.
Il contesto si scomponeva in cromatismi essenziali.
I gesti ordinari diventavano ritualitĂ  simboliche.
La sensazione era di una pienezza appagante di vita a dispetto della banalitĂ  rarefatta di quelle giornate quiete.

Da anni ormai Manfred viveva dentro. Idro era il posto ideale per risparmiare alla sua compiaciuta introversione la coercizione di socialitĂ  petulanti.
Un vecchio fienile di pietra, un cane, una barca. Non desiderava altro.
Poi c’era il lago: diafano, ammorbato, corrusco, sfavillante, cinereo, impastellato di verde, sfrangiato di blu e di schiuma, afflosciato, stinto.
Il massimo delle emozioni si liberava nel marasma eccitato di un dopo temporale o in certi tramonti intensamente silenziosi.
Le suggestioni dello spettacolo erano un tramite. Subito dopo scattava l’effetto radiante di quell’accumulo di memoria che rendeva Manfred partecipe dello svolgersi continuo del tempo, con le mutazioni della materia e l’intrico delle vicende umane.
Allora le immagini evocate rendevano riconoscibili, anche a un tedesco di Baviera, i particolari circoscritti di eventi alieni, elevandoli a prototipi di una favola senza limiti di spazio e di tempo.

Si sentiva a casa. Da anni non concepiva altri luoghi dove le energie potessero sedarsi senza l’angustia corrosiva del rimpianto. Quello che aveva cercato per una vita intera era lì, sommerso da miliardi di molecole fluide discese dai ghiacciai alpini, precipitate dal cielo, arrivate da continenti lontani.
E pensare che la prima volta il lago gli era parso solamente un rifugio confortevole, discreto.
Una verde, lussureggiante scenografia per le generose attenzioni e gli abbandoni misurati che si scambiava con Helmut, il suo giovane compagno di vita.
Era il millenovecentosettanta. L’omosessualità, malgrado le rivoluzioni dei costumi e gli sconvolgimenti sessantotteschi, eccitava ancora pregiudizi e curiosità morbose.
Quel lago sembrava preservare certi rapporti inconsueti dall’irrisione moraleggiante della gente.
 
Ci tornavano tutti gli anni. A settembre, quando le spiagge si svuotavano e la natura rinselvatichiva.
Sassi, cespugli, alberi contorti e perfino le barche tirate a secco assumevano una connotazione naturale, del tutto svincolata da obblighi di funzionalitĂ  o di coreografia ad uso turistico.
Diventavano paesaggio. Si percepivano come immutabilitĂ  confortevole.
Quella che si desidera quando lo spazio diventa esclusivo territorio del pensiero.
A Manfred piaceva remare. Il cigolio dei legni sotto la spinta delle braccia gli restituiva il fiducioso compiacimento di una giovinezza muscolare e intraprendente.
Ma non si nascondeva che quello sfoggio di vigoria fisica mirava anche ad attrarre e a dare sicurezza al suo compagno.
Ad  Helmut piaceva dipingere. Lo ispiravano le barche rovesciate e certe cascine di pietra, contese tra i boschi e i relitti minimali di antichi prati.
 
Un pomeriggio accanto al suo si materializzò un altro cavalletto.
Esile, svagata, intrigante, magnetica. Irresistibile.
S’accese un interesse. Seguirono una frequentazione, una passione e il fatale tradimento.
Per Manfred fu lacerante, ma ineluttabile.
Si chiese cosa sarebbe stato il lago dopo. Senza.
Il lago rimase il lago. Il suo rifugio permanente.
La pienezza dell’appagamento fu sostituita dal disinganno della privazione.
 
Così, senza soluzione di continuità. Quasi che l’antitesi affettiva avesse generato una costante intensità delle emozioni percepite, al cospetto di un paesaggio immutato.
Gli anni continuarono a susseguirsi agli anni. Dopo i temporali di agosto il tedesco era tornato puntualmente a riaprire il fienile, a sistemare i tralci arruffati della vite americana, a girovagare senza meta sul lago.

Ultimamente Manfred aveva applicato alla sua barca un minuscolo motore da quattro cavalli.
Il pot-pot petulante non gli era sembrato piĂš un sacrilegio da quando la consapevolezza del progressivo decadimento fisico lo aveva dissuaso dal narcisismo di remate tonificanti.
Anzi, il ronfare dei bassi regimi gli riproponeva i ritmi di una vitalità che, dopo l’abbandono di Helmut, sentiva ridotta al minimo.
Sempre piĂš spesso se ne restava immobile al centro del lago ad aspettare la quiete plumbea del crepuscolo. La luce che illanguidiva, fra giochi misteriosi di rifrazioni lontane, modulava un concerto di tonalitĂ  vivide e fugaci.
Un balletto iridescente che sfiorava la sagoma opaca della Corna Blacca e si impigliava alle nuvole pigre della sera.
Alla fine dell’autunno, poi, il tramonto creava accidentalmente degli spettacoli unici.

Era capitato che, con il cielo già incupito dietro la cresta del Sassello, il sole avesse un improvviso ripensamento. Si illuminava lo Stino, poi più in là il Monte Calvo, seguito dalla Cocca d’Idro e da Monte Croce di Perlè.
Un gelido avvampare di luce che sfavillava sui profili di rocce ed abeti esaltando i bruni decisi degli anfratti in ombra.
I canaloni innevati diventavano lingue di colata lavica e i costoni rocciosi vestivano  il solenne fulgore dei pinnacoli di una cattedrale gotica.
Lo spettacolo durava pochi minuti.
Il rosseggiare era risucchiato  in alto lasciandosi dietro le montagne algide e impietrite.
La fine dell’incantesimo lasciava stupefatti.
L’imprevedibilità dell’evento, il mistero delle cause, il fatto che per anni e anni non si ripetesse: tutto contribuiva a rendere eccitante l’attesa e sommamente gratificante la ventura di poter assistere al prodigio.
Non furono molte le occasioni, ma quelle rare volte che capitò a Manfred sembrò di aver percepito la rivelazione di una trascendenza permeata nelle forme e nelle magie del suo lago.

Quella mattina di dicembre del ’94, Santa Barbara per la precisione, Gino il “pescatore“ era uscito prima del solito.
Alle undici si  inaugurava il monumento ai marinai e lui non voleva proprio mancare. Si sentiva già immerso nel vocio fumoso della “Locanda Gabriella“ a rievocare le tante missioni nel Dodecaneso e le osterie di Taranto, con le nostalgie di gioventù affogate nelle caraffe di Primitivo di Manduria.
Un giorno speciale, senza dubbio, ma non tanto da fargli trascurare quel rituale irrinunciabile, anche se scarsamente redditizio, della pesca.

I remi affondavano appena fra i galleggianti di sughero verdastro, quando Gino notò la stranezza di quella barca immobile in mezzo alle volute leggere di nebbia esitanti a pochi centimetri dall’acqua.
La curiosità divenne stupore e poi sgomento, quando riconobbe la sagoma rattrappita di quello strampalato di tedesco che girava in lungo e in largo “indaren“, senza mai buttare una rete.
Sul volto reclinato, fra i peli radi spruzzati di brina, si apriva un ghigno strano che a Gino “il pescatore“ sembrò quasi un sorriso appagato.
 
Pino Greco
 


Commenti:
ID34711 - 07/08/2013 18:11:49 - (sorech) -

Grazie!

ID34714 - 07/08/2013 20:39:51 - (sonia.c) - menomale che Greco c'è..

ma mi dica:sono storie vere? saluti e grazie.

ID34737 - 08/08/2013 13:49:55 - (Giacomino) - Sei sempre

grande profesur.

Aggiungi commento:

Vedi anche
29/07/2007 00:00

Desta preoccupazione il livello di laghi E’ allarme rosso per i laghi bresciani. L’assenza di precipitazioni e il caldo record che attanaglia la provincia da oltre due settimane ha fatto scendere drasticamente i livelli de laghi.

16/07/2014 08:21

Legambiente lancia salvaacque La Goletta dei Laghi ha presentato i risultati del monitoraggio sulla sponda bresciana del Garda e fa il bilancio sullo stato di salute dei laghi lombardi. Quattro su dieci i punti inquinati o fortemente inquinati sul Benaco. “Ecco l'elenco delle opere da avviare subito per salvare i laghi della Lombardia”

08/06/2016 15:02

Acque dei laghi sotto controllo Con l’avvio della stagione turistica si intensifica la campagna di monitoraggio della qualità delle acque dei laghi bresciani: analisi a disposizione dei bagnanti anche con un sistema di geolocalizzazione

25/05/2017 11:23

I fattori di rischio cardiovascolare Un incontro dedicato alla salute del cuore quello organizzato questo venerdì sera presso la casa di riposo La Memoria di Gavardo, in collaborazione con l’associazione Con cuore per il cuore

26/07/2013 09:30

Esplosioni di luce sui laghi Tanti appuntamenti anche questa estate sui laghi e sulle montagne con gli spettacoli pirotecnici in occasione di feste e sagre. Doppio appuntamento sull'Eridio, sabato ad Anfo e domenica a Idro




Altre da Idro
20/04/2024

Cantiere da tre milioni di euro per il nuovo collettore

Lavori in partenza per un'opera ambientale che non poteva piĂš aspettare, da realizzare a Idro lungo la comunale tra Crone e Vantone

18/04/2024

Innovazione e design made in Valle Sabbia

Al Fuorisalone di Milano, in via Marsala 11, fino al 21 aprile, l'esposizione del "modulo Flow" realizzato da Onde Srl, giovane sociatĂ  valsabbina costituita da donne valsabbine e con sede a Idro. Si tratta di un modulo assai versatile, col quale realizzare dalla cucina alla seduta di design

(1)
16/04/2024

Torna Sulle Ali della LibertĂ 

Per la giornata del 25 aprile torna l'iniziativa proposta da Cogess presso la Fattoria La Mirtilla di Idro

11/04/2024

Ciclopedonale Eridio, lavori al primo lotto

C’è voluto qualche anno, ma i lavori per la realizzazione della ciclopedonale fra Vestone e Ponte Caffaro sono cominciati

09/04/2024

Riammessi i camper tra Vantone e Vesta

Il Tar ha accolto il ricorso del Coordinamento Camperisti contro l'ordinanza del Comune di Idro del luglio 2022, considerata “immotivatamente discriminatoria”

(3)
09/04/2024

Chiuso per manutenzione straordinaria il ponte sulla Sp58

Il ponte di Idro, soggetto da mesi ad una serie di lavori, verrĂ  chiuso temporaneamente nella serata di domani, mercoledĂŹ 10 aprile

09/04/2024

Non ce l'ha fatta

È morto in ospedale l’escursionista trentenne di Orzinuovi precipitato dalla ferrata Crench, sopra il lago d'Idro, nel pomeriggio di domenica

08/04/2024

Due incidenti in montagna

Soccorso alpino della Valle Sabbia in azione nel pomeriggio di ieri per recuperare due persone scivolate sulle ferrate e sui sentieri del lago d’Idro. Grave un escursionista di Orzinuovi

05/04/2024

Un lago bello alto

Nel fine settimana pasquale il lago d’Idro è salito di un metro: da quota 367,89 a quota 368,88 sul livello del mare, per l’esattezza. Solo ieri ha cominciato a calare

02/04/2024

Strage di rospi sulla strada per Vesta

Centinaia quelli schiacciati da automobilisti poco sensibili all'ambiente