«Tiene botta» la Valsabbia

Stando ai dati ufficiali, con la possibilità di essere smentiti nei prossimi giorni, la Valle Sabbia “tiene botta” sul coronavirus.
E a fronte di alcuni casi che preoccupano, uno dei quali purtroppo con esito mortale, l’infezione sembra rallentare.

Ieri il conteggio che riguarda i 25 Comuni che fanno parte della Comunità montana ha registrato solo 5 nuovi casi, mentre nei due giorni precedenti erano stati 16, portando a 50 in tutto le persone risultate positive al “tampone” che, va ricordato, viene eseguito solo su chi manifesta gravemente i sintomi dell’infezione.

Dati che danno speranza, soprattutto se affiancati al corretto comportamento tenuto dai cittadini in questi ultimi giorni.

«Stiamo assistendo ad una sorta di “controllo partecipato”, con la popolazione che ci segnala i casi in cui ci sono degli ammassamenti di persone – ci dice il comandate della Locale della Valle Sabbia, Fabio Vallini -. Quando abbiamo potuto intervenire abbiamo sempre trovato situazioni fortuite e le persone si sono subito adeguate alle nostre indicazioni».

Anche l’azione di controllo a campione, che ha impegnato anche altre forse dell’ordine, ha rivelato una sostanziale correttezza dei valsabbini: tutte le persone fermate avevano un valido motivo per circolare e non c’è ancora stata nessuna denuncia.

Quasi deserte le strade.
Lo saranno ancora di più la prossima settimana, con molte aziende che hanno annunciato il fermo della produzione, fra queste anche l'Ivars di Vestone.

Il primo morto valsabbino col coronavirus si chiamava Adriano (Farlòk) Foglio, vestonese di origini bagosse.
Aveva solo 53 anni, moglie, un figlio 22enne ed una serie di patologie pregresse.
Ne abbiamo già scritto: lavorava in Fondital.
La sua scomparsa ha scosso l’intera valle.

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