Collettore fognario, disagi a Cà Rossa

L’intervento iniziato proprio in questi giorni per il completamento dei collettori e di opere igienico sanitarie nella zona di Cà Rossa di Storo qualche comprensibile problema, al di là dei vertiginosi costi per gli allacciamenti, lo sta creando.

Da ieri comunque il dispositivo semaforico al tombone è stato rimosso e di conseguenza per accedere e scendere dal quartiere è d’obbligo fare ricorso alla rotatoria di rimpetto alla Polentera. “E’ dal 1968 che da quelle parti si costruisce e le fognature caso mai si dovevano realizzare ancora prima di adesso anche se l’amministrazione Turinelli tale incombenza se l’ha trovata già confezionata in casa”, ripetono in molti da queste parti.

I lavori, che dureranno 360 giorni e che vengono portati avanti dalla Costruzioni geometra Adriano Carraro & C Snc con sede a Strigno, sono stati progettati dallo studio Giovanelli di Storo, con la direzione affidata l’ingegnere Ilario Zanetti.

Una cosa è certa. Lo squarciamento di giardini e cortili sta avvenendo quando invece lo si poteva fare 30 anni fa nel cui periodo costi e disagi erano di ben altre dimensioni. Allora non è stato così dal fatto che il leitmotiv che prevaleva da parte dell’allora sindaco Malfer era quello di edificare e poi condonare.

“Come amministrazione comunale stiamo facendo del nostro meglio affinché tale intervento crei meno disagi possibili” avverte il responsabile del servizio tecnico associato ingegner Filippo Crescini. Circa i costi dell’opera possono essere così sintetizzati: spesa complessiva 837. 200 euro di cui 633.928 per lavori e 173.271 per somme a disposizione.

L’inconveniente che continua a gravare su Cà Rossa è riconducibile a metà anni 70 quando la stessa amministrazione Fiorindo Malfer si era “incapricciata” nel aver voluto ad ogni costo squarciare la collina per far posto ad una inutile circonvallazione la cui soluzione ha finora creato solo disagi. I tanti ricorsi allora presentati da parte dei censiti erano tutti quanti finiti in cavalleria cosicché la Mantelli Costruzione, coop ravennate, si era aggiudica la realizzazione della circonvallazione il cui intervento stava a cuore ad un numero di persone che nemmeno si contavano su le dita di una mano.

Quei pochi chilometri di strada , che se ne dica, hanno non solo rovinato una delle località migliori di Storo (dove tra l’altro non era il caso di intervenire) ma di danni e problemi ne ha prodotti diversi per non parlare di ripetute spese.

Sarebbe bastato attuare qualche ulteriore accorgimento in sede di progettazione (sotto passo per Faserno o nuovo collegamento lungo l’argine del Chiese) per rimediare e rendere meno problematica la situazione viaria. Soprattutto nella zona a sud di Cà Rossa dove tuttora tra sottopasso e collegamento con la statale (ex discoteca Barambana) la situazione è e resta caotica, ma anche gravata da una infinità di pericoli.

Non è stato così né a Condino né tantomeno a Cimego dove di passi e sotto passi se ne sono realizzati parecchi e dopo di allora (al di là della zona del Bettega sanata per ultima) non si è più ricorsi a modifiche forzate come invece è avvenuto a Cà Rossa e dintorni.

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