Tanta paura, pochi danni

“Per fortuna che a riaprirsi sono state le ferite che ancora ci sono nell’anima, non quelle dei muri. Altrimenti a quest’ora non sapremmo proprio dove andare sbattere la testa”.
E’ questo, recuperato a Clibbio di Sabbio Chiese, il commento che più di altri sintetizza lo stato d’animo dei valsabbini, quando il tremore della terra e il boato che l’ha accompagnato sono di nuovo lontani, quando le luci del mattino rivelano praticamente nulla sul fronte danni.

A far male in Valsabbia, nella notte ballerina di ieri, è stato insomma più il ricordo di quel che è successo due anni fa che non la percezione di un pericolo reale. Certo: c’è stato chi è uscito allarmato in strada senza nemmeno tirarsi una coperta sulle spalle e chi ha rivissuto con angoscia il senso di impotenza che si prova quando ti ritrovi tu per tu con l’ineluttabile.
Ma c’è stato anche chi ieri mattina ci scherzava su, anche se magari, almeno in parte, per esorcizzare la paura.
C’è chi ha minimizzato e chi neppure se n’è accorto.

Ufficialmente c’è quel che hanno “battuto” alla svelta tutte le agenzie di stampa: la terra ha tremato alle 02:11 con una magnitudo “tre punto otto” della scala Richter; epicentro la zona della media/alta Valle Sabbia che comprende i Comuni di Pertica Alta, Pertica Bassa e Vestone, Casto e Mura nel Savallese.
Una conferma è arrivata alle 8 del mattino anche dal tecnico Bondoni che si occupa del sismografo “scolastico” piazzato a Idro sotto l’Istituto Superiore di Valle Sabbia: “Tre punto sette per noi, alle 2 e 16, una gran botta che abbiamo sentito tutti”.

Nessun danno alle persone, comunque. E con la luce del giorno ed il trascorrere delle ore è stato chiaro a tutti che anche le cose hanno subito poco, praticamente niente.
“Piano piano con i proclami. Dobbiamo ancora verificare bene – ci ha detto ieri nel pomeriggio don Luigi Bellini, il parroco di Vestone -. Intanto nella nostra Parrocchiale alcuni intonaci della volta sono scesi, anche se si sono fermati nella rete di continimento che sta là appesa da due anni. Poi dobbiamo ancora vedere il resto: mi preoccupa un po’ San Lorenzo che si trova da mesi avvolta nelle impalcature”.
Ha ragione: serviranno alcuni giorni per portare a termine tutte le verifiche e dappertutto.

La sensazione diffusa, però, è che saranno semmai dettagli trascurabili: almeno per chi ha vissuto i disastri provocati dalla scossa della notte fra il 24 e il 25 di novembre del 2.004.
“Io in paese non c’ero ma, superato il primo momento di paura, val la pena di constatare che le procedure di emergenza stabilite per la Protezione civile sono state avviate tempestivamente e con gran precisione, almeno per quel che mi riguarda – ci ha detto Denis Zanolini, il sindaco di Pertica Alta -. Nel giro di pochi minuti ho sentito per telefono i miei assessori che hanno provveduto a monitorare con l’aiuto dei tecnici comunali le zone considerate più a rischio. Ci siamo sentiti anche con i carabinieri e con l’Asl che ha presto provveduto a verificare l’integrità dell’acquedotto. Gli uomini della protezione civile erano stati allertati, pronti a partire immediatamente in caso di bisogno”.
A Pertica Alta l’unica chiusura di un edificio causata dalla scossa di ieri: la scuola elementare di Lavino che ospita una quarantina di bimbi fra elementari e materna. Riaprirà oggi.

Precauzione esagerata? “No di certo. Alla fine non abbiamo trovato crepe o altro, ma se così non fosse stato?” ci ha risposto Zanolini. Insomma, questa volta è andata bene, meglio così.

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