19 Febbraio 2013, 10.00
Pertica Bassa Bagolino Serle Val del Chiese

Campane nella valle

di Marisa Viviani

Quanti sono i campanili presenti in Valle Sabbia? Sarebbe possibile stabilirlo, ma solo dopo un minuzioso censimento che li includa tutti, grandi e piccoli, attivi e abbandonati, di ogni paese e frazione del territorio

E le campane che vi alloggiano? Anche in questo caso sarebbe possibile censirle, ma la ricerca sarebbe decisamente più onerosa. Per non parlare delle caratteristiche di queste campane, lavoro ben più difficile e di esito in qualche caso dubbioso. Considerato che comunque dati certi non sono disponibili, ci limiteremo a considerare alcune realtà significative della Vallesabbia e dintorni, San Gallo, Ono Degno, Bagolino, Praso, con l'intento di celebrare  la solida bellezza dei campanili e le storie avvincenti che li hanno fatti erigere e dato loro voce attraverso il suono delle campane. Ed è proprio su questa voce che si diffonde per opera di esperti suonatori che vogliamo porre l'attenzione.

San Gallo di Botticino si trova all'estremo lembo meridionale della Valle Sabbia, ed è per questo collegamento geografico che viene qui citato tra i luoghi in cui  è presente una realtà campanaria degna di segnalazione; nel 2009 vi fu infatti celebrato il centenario delle campane installate sul campanile della Chiesa di San Bartolomeo e in tale circostanza prese avvio la Scuola Campanari Unità Pastorale S.Arcangelo Tadini, guidata da Avelino Busi e finalizzata alla conservazione e diffusione dell'arte campanaria nelle forme tipiche del Sistema Ambrosiano Bresciano e Bergamasco; i campanari di San Gallo suonano a corda secondo l'uso locale alle ore 11 ogni prima domenica del mese e in questa occasione è possibile provare a suonare le campane sotto la guida del maestro campanaro (1). Brevemente un cenno storico. Nel marzo del 1909 il parroco don Trotti convocò i 55 capifamiglia di San Gallo e aprì una sottoscrizione per l’acquisto di un nuovo concerto campanario, delle due campane fuse dalla ditta Maggi di Brescia nel 1824, una infatti si era pure crepata; per l'occasione si doveva anche effettuare il rialzo  del campanile troppo basso. L’adesione all’iniziativa fu massiccia, 50 capifamiglia aderirono all’iniziativa impegnandosi a versare mensilmente una quota in base alle proprie possibilità economiche, e in due giorni furono raccolte le pietre per rialzare il campanile dei 10,5 mt. necessari. Il 25 agosto le cinque nuove campane in Sol maggiore della Fonderia Pruneri di Grosio in Valtellina erano già installate sul campanile e venivano consacrate dal vescovo Pellegrini. Un video, Le campane dei ricordi curato dalla “Produzione Gruppo Audiovisivo dell’Oratorio di San Gallo”, illustra la storia della chiesa di S.Bartolomeo guidata dallo storico dell’arte Paolo Bolpagni e la storia delle campane raccontata dal maestro campanaro Avelino Busi; è sempre sorprendente conoscere gli avvenimenti del passato che hanno condotto all’attualità e anche la piccola realtà di San Gallo non fa eccezione, stupendo per la complessità delle sue vicende storiche. Interessante notare che nell'uso locale le campane vengono denominate Prima la piccola, e di seguito le altre, come avviene a Ono Degno, mentre a Bagolino e Praso si effettua il contrario.

Nella zona delle Pertiche è meritevole di attenzione il paese di Ono Degno, che si affaccia sulla vallata in bella posizione panoramica; qui ben quattro chiese si ergono a testimonianza dei passati spendori della comunità, che vantava 800 abitanti nel secolo scorso,  ma soltanto 200 oggi. Domina sull'intero paesaggio la Parrocchiale di S.Zenone, una chiesa settecentesca notevole per dimensioni e caratteristiche architettoniche, una vera cattedrale tra i monti, austera ed elegante; contrastano invece per dimensioni e semplicità la Chiesa della Madonna Addolorata (Chiesa del Tormine) distesa  nella quiete di un prato adiacente il cimitero, e la minuscola Chiesa di San Lorenzo, aperta occasionalmente e nel giorno del santo; in queste chiese sono presenti campane, cinque nella Parrocchiale, dotate di doppio sistema elettrico e manuale, oltre che di una tastiera, due dotate di ruota  nella  Chiesa  del  Tormine  e  una  a  slancio  in  quella  di  San  Lorenzo,  soltanto  manuali. Un discorso a parte va fatto per il Santuario della Madonna del Pianto, dedicata alla Beata Vergine d'Hono nel 1601; il campanile porta 3 campane (di cui una, la Prima piccola, attualmente è inutilizzabile per lesione del ceppo), suonate solo manualmente a corda; nel campanile, ristrutturato negli anni '50 con il rifacimento delle solette in legno, ora in cemento, fu installata la tastiera per le suonate di allegrezza, che qui vengono dette all'engrande, termine che ricorre anche in Liguria;  quando non c'era la tastiera si suonava a martello in due o tre campanari, legando il battaglio e muovendolo con la corda. Attualmente depositaria della tradizione campanaria locale è la signora Maria, che nonostante i suoi ottant'anni suona sia le campane della Chiesa del Tormine, che quelle del Santuario ogni venerdì mattina alle 8 e in altre occasioni particolari, come  il 30 aprile quando ricorre l'anniversario del “pianto” della Madonna, o l'8 settembre quando si celebra la festa della Madonna del Pianto dedicata agli anziani e agli ammalati; per la celebrazione di queste ricorrenze  un tempo si cominciava a suonare le campane una settimana prima, consuetudine ora perduta per la dispersione dell'arte campanaria e dei campanari stessi; il signor Diego, che aiuta occasionalmente la signora Maria, ricorda come fossero vivaci e piacevoli le suonate di allegrezza quando i vecchi esperti campanari popolavano i campanili e facevano cantare i sacri bronzi. Nella zona delle Pertiche è possibile suonare a corda anche ad Avenone, come del resto a Ono Degno nella Parrocchiale di San Zenone, ma se n'è perduta l'abitudine e la manualità; la presenza in provincia di gruppi di campanari volontari e la stessa Federazione Campanari Bresciani (2) potrebbero essere di stimolo e aiuto a recuperare in tempo massimo ciò che la memoria ancora conserva dell'antica tradizione.

A Bagolino il concerto campanario è maestoso, costituito da nove campane di cui le tre maggiori certamente fuse dalla Premiata Fonderia Dadda del 1931. Il Campanile  dell'imponente  Parrocchiale di San Giorgio, la terza in provincia per dimensione dopo il Duomo di Brescia e la Chiesa di Montichiari, è massiccio,  austero,  lineare,  privo  di  fregi  e decorazioni,  in  granito  dell'Adamello per 35 mt. di altezza; una semplice iscrizione sopra la porta di accesso data la costruzione al 1681, quando fu ricostruito staccato dall'edificio della chiesa, con cui precedentemente faceva corpo unico, mentre all'interno del campanile restano le tracce del distruttivo incendio del 1779. La cella campanaria con soletta in cemento è ampia per poter alloggiare un così grande concerto campanario (il solo campanone pesa 26 qli); le campane sono dotate di doppia ruota, per il suono sia elettrico che manuale; non sono presenti le corde, ma sono stati salvaguardati  i fori di passaggio delle corde, per cui il ripristino del sistema manuale sarebbe semplicissimo, e consentirebbe di suonare fuori dalla cella campanaria, al primo piano del campanile, come avveniva un tempo. Nella consuetudine locale le campane vengono denominate Prima la maggiore (come a Praso, come in Valtellina), e di seguito le altre; la Nona normalmente non entra nel concerto, ma viene utilizzata per suonate minori con le cinque campane più piccole; dopo l'avvento dell'elettrificazione delle campane la tastiera esistente è stata rimossa. Caratteristica particolarissima di questo campanile è la stanza del Romét, l'eremita che fungeva da guardiano della torre e guardia del fuoco per la prevenzione degli incendi (analogamente a quanto faceva il Romét della Chiesa di S.Gervasio situata sul versante opposto della valle); il locale è situato al di sopra della cella campanaria e vi si accede per una ripida scala in ferro; il locale è ampio quanto la cella campanaria, è provvisto di finestre e di camino, sul quale appare incisa nell'intonaco la data del 1689 e del 1934 (data di restauro del camino); qui il Romét viveva e affinché svolgesse il suo servizio veniva anche controllato dal basso tramite una corda legata al piede che arrivava fino a terra e che veniva tirata per verificare se l'uomo era attento e vigile; una porta dà accesso dal locale ad una terrazzina con  balaustra in ferro che corre circolarmente attorno al cupolino, dotato di una croce sulla sommità, che chiude il campanile in alto; da qui si gode la vista panoramica dell'intero paese e della vallata. Il campanile di Bagolino è un pregevole manufatto che ci consegna una storia preziosa di saperi e competenze nell'arte campanaria che appaiono legate ad un esilissimo filo di ricordi che si dovrebbero assolutamente salvaguardare e recuperare con il ripristino del suono manuale a corda, che come accennato sarebbe di facilissima attuazione.

Praso, comune delle Giudicarie ai confini prossimi della Valle Sabbia, rientra nella cerchia di interesse di questo breve excursus campanario. Il campanile della Chiesa di San Pietro di Praso risale al 1794; è in tonalite per un'altezza di  mt. 37,20 e di pregevole architettura; una simpatica caratteristica di questa struttura è data dai mascheroni scolpiti in corrispondenza delle chiavi di volta delle finestre, sorridenti se rivolti verso Praso e ghignanti se rivolti verso la valle. Internamente ha solai e scale in legno per l'accesso alla comodissima cella campanaria, dove alloggiano cinque campane montate su un castello di legno originale settecentesco;  le campane sono all'ambrosiana, con contrappesi originali in pietra (il sass), ma più leggeri di quelli classici ambrosiani, la campana è quindi più veloce, come nel tipo veronese;  le finestre sono sormontate da tettucci in legno coperto da lamiera per proteggere le campane dalle intemperie. Il concerto campanario è in Reb+, della Premiata Fonderia Vescovile Flli Ottolina di Seregno del 1922, ripristinate dopo le requisizioni della Grande Guerra. Il sistema di chiamata è contrario a quello di San Gallo e Ono Degno: Prima è infatti la campana Grosa, come a Bagolino; i campanari suonano all'interno della cella campanaria e non è previsto un maestro che dirige la squadra, come avviene a Gargnano, ma non nell'ambrosiano classico o nel veronese, dove è prevista la figura del direttore. Le campane sono dotate di doppio sistema di suono; elettrificate nel 1996, sono le uniche della vallata che hanno mantenuto il sistema manuale; le tecniche di suono prevedono le Sunàde eseguite a corda e il Campanò per il suono a festa, eseguito a tastiera. Un video di RAI 3 Trentino del 1994, Campane di Praso, ha raccolto provvidenzialmente la memoria sulla tradizione campanaria del luogo, che l'associazione Filodrammatica La Büsier ripropone nell'ambito della Festa Patronale di S.Pietro, dove cinque squadre di campanari (tra cui una femminile) si alternano a suonare manualmente le campane:  dal lunedì al venerdì si suona il campanò dalle 15 alle 16 e dalle 20 alle 21 si suona a corda. La tradizione campanaria locale meriterebbe un pieno recupero del bellissimo campanile, riportando le mirabili strutture settecentesche, così splendidamente conservate, ad un uso frequente all'altezza della sua storia.

In foto (di Luciano Saia):
. Campanari di San Gallo suonano alla base del campanile
. Si suonano le due campane del Santuario della Madonna Del Pianto
. Panorama di Bagolino dalla torre campanaria
. Squadra campanaria in azione a Praso



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