29 Novembre 2009, 12.00
Idro
Lettere

A ciascuno il suo

In merito alle affermazioni del sindaco di Idro Giuseppe Nabaffa sull'affossamento del progetto della circonvallazione di Lemprato, da noi riportate, ci scrive l'ex sindaco Giuliano Rizzardi

 
Chiedo ospitalità per replicare, da ex amministratore, alla dichiarazione del Sindaco di Idro geom.Nabaffa che, sullo stralcio della variante al centro storico di Lemprato, ha riferito di aver ottenuto dalla Provincia ciò che anche la precedente amministrazione aveva chiesto.
 
Sul punto occorre delimitare chiaramente le responsabilità dal momento che la precedente amministrazione, di cui facevo parte, aveva condiviso, assieme alla Provincia ed ai Comuni di Treviso e Capovalle, un progetto complessivo suddiviso in tre lotti funzionali: il primo avente ad oggetto il nuovo ingresso al paese con la costruzione del nuovo ponte in prossimità delle paratoie e la rotatoria a raso sulla strada di fondovalle; il secondo che prevede appunto la variante al centro abitato di Lemprato fino all’imbocco della strada per Treviso; il terzo che prevede il proseguimento fino all’intersezione per la strada di Capovalle, all’altezza del Municipio, passando dal retro della centrale elettrica.
 
Rammento che sul finire della tornata amministrativa 1999-2004, per l’elevato rischio di incidenza ambientale nella zona delle Fornaci, avevamo chiesto alla Provincia di avviare subito i lavori di ingresso al paese, per consentirci di analizzare approfonditamente i problemi relativi al secondo lotto funzionale.
Questa proposta non venne accolta e concordemente si decise di tenere assieme la progettazione e la realizzazione del primo e secondo lotto anche perché nel frattempo erano state trovate le risorse necessarie a finanziare entrambi gli interventi.
 
Invece per il terzo lotto, quello per Capovalle, tutti gli enti coinvolti nell’accordo di programma si erano assunti l’obbligo di reperirle.
Per ben quattro anni la Regione ha quindi studiato la valutazione di impatto ambientale del progetto complessivo con particolare riguardo alla variante di Lemprato e rammento che, a tal proposito, sono state studiate diverse altre soluzioni alternative, tutte ritenute impraticabili.
Alla fine, nel 2008, la Regione Lombardia concluse positivamente la valutazione di impatto ambientale: ironia della sorte il progetto di circonvallazione di Lemprato venne pienamente avvallato, con l’individuazione di adeguate misure ambientali di mitigazione e compensazione, mentre venne deciso di spostare più a monte il nuovo ponte per allontanarlo il più possibile dalla zona di rischio, cosiddetta paleofrana.
 
La Provincia, ripresa la progettazione esecutiva, predispose il piano particellare per gli espropri, prescrisse al Comune di Idro di apportare le necessarie varianti allo strumento urbanistico e trovò i soldi per finanziare il maggior costo derivante dalle prescritte misure di mitigazione e compensazione.
Prima che si concludesse la tornata amministrativa 2004-2009 tutto era ormai definito per l’avvio dei lavori che comprendevano, giova ribadirlo, sia il primo che il secondo lotto.
 
Il raggiungimento dell’obiettivo venne ufficialmente comunicato alla popolazione di Idro dalla Sindaca Salvaterra mediante informativa pubblicata sull’ultimo numero del notiziario locale Idro-Informa, nella quale veniva peraltro ricostruito tutto il complesso iter procedurale durato quasi quindici anni di lavoro.
Ciò detto, nulla si contesta all’attuale Sindaco e alla sua maggioranza di chiedere e ottenere lo stralcio della variante di Lemprato, in procinto di essere appaltata, dando attuazione a quanto predicato nel programma di insediamento.
Gli si chiede piuttosto di assumersi fino in fondo le responsabilità delle scelte che si prendono: per evitare così di associare la precedente amministrazione, col pretesto di equivoci insussistenti, in responsabilità che le sono totalmente estranee per come sopra chiarito.
 
Di assumersi, quindi, anche le conseguenze che da queste scelte deriveranno perché stralciare oggi la circonvallazione di Lemprato significa, per chi ha una certa dimestichezza con la prassi amministrativa: - non più realizzarla dal momento che certe occasioni si presentano, come si è soliti dire, solo una volta nella vita; - trascinare per il futuro il problema del centro storico di Lemprato gravato, durante il periodo estivo, da un volume di traffico di 10.000 veicoli al giorno, oltre che dai mezzi pesanti che non riescono a transitare se non con manovre di polizia urbana.
 
Assumersi inoltre, la responsabilità di dire che soluzione alternative sostenibili, a meno che non si trovino soluzioni pasticciate, non ce ne sono, evitando di alimentare illusioni.
Sul punto invito chiunque a prendersi la briga di leggere le risultanze inequivocabili ed ufficiali dello studio di impatto ambientale, a meno che non si voglia considerare anche questo studio come l’ennesima "scartoffia burocratica" di cui è buona cosa liberarsi…
 
Per quanto sopra, a differenza del Sindaco, della maggioranza e degli ambientalisti ritengo, ma ormai la mia è solo un’opinione personale, che lo stralcio della variante di Lemprato rappresenta un grave errore di strategia territoriale di cui la comunità di Idro ne pagherà a lungo le conseguenze.
A ciò aggiungo il rammarico per gli sforzi ed il lavoro profusi in tutti questi anni per realizzare un progetto che rappresentava una soluzione ragionata e ambientalmente sostenibile delle diverse problematiche viabilistiche dell’alta valle, senza considerare i soldi pubblici investiti in progetti, studi e sofisticate analisi ambientali.
 
Voglio rendere infine onore ai veri vincitori di questa partita, cioè agli ambientalisti che, con grande determinazione, hanno fatto il possibile per impedire l’opera e la loro determinazione è stata alla fine premiata.
Ciò soprattutto per merito della nuova amministrazione che, con straordinaria attitudine, in meno di sei mesi, è riuscita a smontare un faticoso lavoro di quindici anni, in piena sintonia con l’enunciato programmatico dell’assessore ai lavori pubblici, divenuto ormai di pubblico dominio, di voler stupire gli “idrensi” più per le cose che non saranno fatte che per quelle che si faranno.
 
Idro, lì 28 Novembre 2009
Giuliano Rizzardi
 


Commenti:
ID1151 - 09/12/2009 11:36:00 - (fabio.bianchetti-1965) - tutelare è

Noto senza sorpresa che la "politica del fare" è ormai considerata come un bene a prescindere. Nessuno si chiede più se il nostro Paese (e il nostro "paese") patisca di più per il non fatto, o piuttosto per il "fatto" male, il "fatto" inutilmente, il "fatto" nocivo. Invece si scambia con disinvoltura la salvaguardia di un equilibrio, di un modo di vita, di un paesaggio, di un ecosistema, di una struttura antica e via dicendo, come un non aver fatto". La TUTELA scambiata come OMISSIONE DI FARE, la tutela imbracciata, quando serve, come arma da usare contro l'avversario politico, affinchè la gente veda quanto lui. ...sia stato incapace di fare. Io la penso in maniera diametralmente opposta e saluto con gioia l'enunciato programmatico dell'assessore ai lavori pubblici. Sì, se sarà rispettato io sarò il primo a stupire di gioia più per le cose che non saranno fatte (ma io dico: per la miglior cosa che si potesse fare: "non fare" senza prima eseguire un onesto calcolo di quanto convenga e valutare a CHI e a QUANTI convenga) che per quelle che si faranno. Era ora.

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