Perseguitata e minacciata

Un tormento in piena regola. L’ha seguita in auto, a piedi. Ha dormito sullo zerbino dell’uscio di casa sua. Le ha tempestato il telefonino di chiamate.
E di sms arrivati anche quando lei, la sua ex, stava in caserma di fronte ai carabinieri a denunciare la persecuzione. Proseguita fino all’altra sera quando lo stalker, cioè l’uomo indagato con l’accusa di aver messo in atto la serie di atti persecutori, è stato arrestato. E non senza fatica.

Protagonisti della vicenda sono la trentenne dell’Est Europa che ha denunciato la vicenda e l’operaio marocchino di 23 anni, L. F., finito in carcere.
A raccontare la loro storia e quel che sarebbe seguito è la donna che l’altro giorno, intorno alle 16, si presenta ai carabinieri e vuota il sacco. Racconta della sua relazione con il magrebino con il quale ha condiviso lo stesso ambito lavorativo in un’azienda di Vestone. Poi la fine del rapporto, la decisione di troncare. Motivata dall’essere venuta a conoscenza che il giovane - a suo dire - avrebbe fatto uso di stupefacenti. Da qui le discussioni e i litigi. Infine, ciascuno per la propria strada.

Ma il giovane magrebino non si rassegna. Anzi, da questo momento - siamo nell’agosto dello scorso anno - inizia la «tortura».
La donna sostiene di essere stata ripetutamente seguita dall’ex, che la chiamava ad ogni ora del giorno e della notte. Che le ha danneggiato l’auto, che ha raggiunto il balcone di casa portandole via la biancheria per dispetto.
Che la perseguita con telefonate a ripetizione. Un’alluvione di chiamate che la induce a cambiare numero. Tutto inutile: lui lo scopre e riprende la «sinfonia». Tornano le minacce. Con la «promessa» di utilizzare pure una mazza da baseball. Di avvelenare i cani della donna. Un’ossessione da cui non c’è stato verso di prendere le distanze.

Fino all’altro giorno quando, dopo l’ennesimo sms minaccioso, la donna ha deciso di rivolgersi ai carabinieri e si è presentata in caserma. Anche lì il suo telefonino è stato raggiunto da messaggi dal contenuto non proprio conciliante.
L’ultima manovra di avvicinamento si è conclusa nel peggiore dei modi per il giovane. Che è stato bloccato verso le 19 a Vobarno dopo aver seguito ancora una volta la sua ex.

L’intervento non è filato via tranquillo.
Il nordafricano ha infatti inveito contro i carabinieri e li ha minacciati. Momenti di tensione che hanno indotto i militari a richiedere l’appoggio dei colleghi di Vestone e di una pattuglia del Nucleo radiomobile della Compagnia di Salò. La calma è stata poi riconquistata sia pure a fatica.
Dopo un «passaggio» al Pronto soccorso per medicare i segni lasciati dall’ultimo testa a testa, il giovane operaio è stato arrestato.
Ed ha rimediato pure la denuncia a piede libero per minacce e resistenza a pubblico ufficiale.

e. g. dal Giornale di Brescia

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche