Parola al viceprefetto

 
Due soprattutto le questioni che ci pareva fossero rimaste in qualche modo "in sospeso" e per le quali abbiamo deciso di approfondire rivolgendoci direttamente in Prefettura.

Una era la questione della "clausola di salvaguardia" che ci era stata indicata come "ininfluente" nel caso vobarnese di Carpeneda.

L'altra riguardava la dichiarazione fatta a Vallesabbianews da parte del proprietario dell'Eureka: «Pensavo si trattasse di uno che voleva fare l'albergatore, altrimenti avrei sicuramente detto di no. Se arriveranno dei profughi sarà perchè mi hanno requisito la struttura».

Nel primo caso il riferimento è alla "clausola di salvaguardia" inserita nell'accordo fra Prefettura e Anci che ha contingentato il numero di richiedenti asilo per quei Comuni che entro lo scorso mese di aprile avessero aderito ad uno Sprar, vale a dire ad un Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati che non è più temporaneo, ma strutturale, in base ad un progetto gestito direttamente dalle Amministrazioni locali.

Il fatto che sia cambiato il prefetto non ha cambiato nulla in quell'accordo e se Vobarno vi avesse aderito (dopo che un'adesione era stata negata a livello di Comunità montana) a Vobarno sarebbe "toccato" di gestire 22 richiedenti asilo in tutto.

Ebbene: su questo punto Giovanna Longhi ha misurato le parole: «Laddove sono stati istituiti gli Sprar quella clausola è ovviamente valida». 
Il viceprefetto però ha anche aggiunto: «Siamo in emergenza, la struttura di Carpeneda avremmo potuto utilizzarla solo per questa estate».
Va detto a questo punto che gli Sprar in Valle Sabbia non potranno partire prima del prossimo autunno, quindi è possibile che se anche Vobarno avesse aderito, all'Eureka, ma solo per l'estate, i richiedenti asilo avrebbero potuto arrivare lo stesso.

Quanto alle dichiarazioni del proprietario dell'Eureka, da noi riportate in un altro articolo, la Longhi ci ha detto che la Prefettura non ha trattato nessun affitto col proprietario, che invece era stato contattato da una cooperativa che se ne occupa (la stessa che ha affittato il Tre Casali ndr) e che era stato raggiunto un accordo, certamente a livello verbale.

«Tant'è vero - ha detto il viceprefetto -, che il 22 giugno, quando abbiamo contattato direttamente il proprietario per chiedere l'immediata disponibilità della struttura, perchè eravamo in emergenza con gli arrivi, quello ci ha detto che non era possbile ospitarli perchè l'Eureka era chiuso da 4 anni e c'erano da riattivare i servizi come energia elettrica, gas e quant'altro. Chiedeva alcuni giorni di tempo per farlo, quindi sapeva benissimo di cosa si trattava».

«A voi ha detto che se arriveranno i richiedenti asilo sarà perchè l'albergo è stato requisito? Non saremo certo noi a farlo: non so a che punto siano le trattative fra lui e la cooperativa, può darsi che abbia cambiato idea» ha concluso la dottoressa Longhi. 

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