23 Aprile 2012, 07.18
Vestone Valsabbia Provincia
Banche

Obiettivo crescita

di GdB

Fra le ipotesi buone per sviluppare quote di mercato, l'incorporazione del Credito Veronese, la banca già acquisita lo scorso anno.

 
Ora l'obiettivo è crescere, soprattutto in termini di redditività.
Portato a termine il percorso di potenziamento della struttura centrale e l'ampiamento della rete territoriale, nel prossimo biennio la Banca Valsabbina punterà a incrementare i volumi di impiego e raccolta, riducendo nello stesso tempo l'incidenza dei costi operativi, attraverso una strategia aziendale che sabato è stata illustrata agli oltre 1.100 soci presenti al Palabrescia per l'approvazione del bilancio 2011.
 
«Con l'attuazione di tali interventi - ha spiegato il presidente Ezio Soardi - la nostra banca si è posta l'obiettivo di preservare le quote di mercato nell'area storica e di svilupparle in quelle di più recente insediamento. Tra le altre possibilità - ha ammesso - stiamo anche valutando varie opzioni per dare il via, in tempi rapidi, alla fusione (per incorporazione) con il Credito Veronese».
 
Il Credito veronese è una banca da 7 sportelli e 42 addetti acquisita dalla Valsabbina lo scorso anno e l'operazione non deve suscitare alcuna preoccupazione tra gli azionisti dell'istituto di credito bresciano.
«Non abbiamo grandi intenzioni di espansione - ha rassicurato Soardi, rispondendo al dubbio posto da un socio -, ma siamo convinti che l'acquisto del Credito Veronese si dimostrerà per noi un ottimo investimento».
Alle sue parole hanno poi fatto eco quelle del direttore generale della Valsabbina, Spartaco Gafforini: «Riteniamo che sia il modo migliore per penetrare nella zona del Veneto - ha aggiunto - dove il sistema delle bcc si dimostra più debole rispetto a quello bresciano».
 
E sempre su questa linea, ma dal punto di vista contabile, Gafforini ha cercato di confortare i suoi scongiurando - per il momento - una svalutazione del valore dell'avviamento del Credito Veronese messo a bilancio dalla Valsabbina per circa 6,5 milioni di euro.
L'oculatezza dei conti perseguita dalla banca di Vestone, peraltro, è stata ieri più volte elogiata durante gli interventi dei soci.
 
«La particolare incertezza del quadro economico generale - ha però evidenziato Soardi - rende per quest'anno ancora più difficile formulare previsioni attendibili. Ulteriori incertezze sono anche legate ai tempi di uscita dalla fase recessiva in corso. L'andamento della banca nel 2012 non dipenderà dunque solo dall'efficienza dell'attività di selezione e gestione degli affidamenti, dall'efficacia dell'attività commerciale e dalla rispondenza dei prodotti e servizi offerti, ma anche, in misura significativa, dall'entità dei negativi effetti della crisi sulla domanda di credito delle famiglie e delle pmi e sulla loro capacità di fa fronte agli impegni assunti nei confronti del sistema bancario».
 
Fenomeno che ha già lasciato traccia nel bilancio 2011 della Valsabbina dove le rettifiche di valore su crediti ammontano a 26,7 milioni contro i 19,6 milioni dell'anno precedente (il costo del credito si è così collocato allo 0,96% degli impieghi).
E dove la raccolta complessiva è passata da 3.759 milioni a 3.682 milioni.
 
Tuttavia, la Valsabbina, con la vocazione di banca del territorio, ha continuato a sostenere le famiglie (+5,4% gli impieghi) e le aziende.
L'utile netto 2011 vale inoltre 7 milioni di euro e consente di distribuire ai soci un dividendo di 40 centesimi per azione (10 cent in contanti più 30 tramite azioni) e il patrimonio netto della banca di Vestone passa da 299 a 382 milioni di euro.
Insomma, numeri che comprensibilmente hanno dato il «la» all'approvazione unanime del bilancio in mezzo agli applausi.
 
I dati del primo trimestre
 
Se il risultato netto di fine anno riportato dalla Valsabbina ha marcato una flessione di 30,7 punti percentuali (da 10,1 a 7 milioni di euro) rispetto ai dodici mesi precedenti, nei primi tre mesi del 2012 l'utile netto registrato dalla banca di Vestone segna un balzo del 68% ed è salito da 2,7 a 4,6 milioni di euro.
I dati del primo trimestre sono stati resi noti ieri dal presidente Ezio Soardi, quando si è trattato di illustrare l'evoluzione della gestione.
 
«Un inizio d'anno positivo - ha affermato Soardi - anche se i dati sono sostanzialmente in linea con quelli registrati nel 2010. Bisogna infatti precisare che l'incremento dell'utile netto è stato principalmente condizionato dalla vendita di alcuni titoli di stato che ci hanno permesso di realizzare delle plusvalenze».
 
Sempre dal periodo compreso tra gennaio e marzo, la Valsabbina ha incrementato del 10% il Margine di interesse (da 15,5 a 17 milioni), del 43% il Margine di intermediazione (da 21,5 a 31 milioni) e del 90% il valore del Risparmio gestito (da 10 a 90 milioni). Nel frattempo sono aumentate anche le commissioni (da 5,6 a 6 milioni) e le perdite di rettifica (da 5,8 a 9,8 milioni).
 
Nel corso della giornata di ieri è stata inoltre indetta un'assemblea straordinaria per la modifica di trentaquattro articoli dello statuto sociale. Interventi che hanno necessitato della presenza del notaio Lessandrelli e che hanno ricevuto l'approvazione unanime dei soci presenti.
 
Negli altri punti all'ordine del giorno previsti invece nell'assemblea ordinaria, oltre ai conti dell'esercizio 2011 si è deliberato in merito alla determinazione del prezzo delle azioni per l'anno 2012.
«Dopo aver conferito mandato a un professionista e a una società consulenza di effettuare una perizia - ha spiegato Soardi - abbiamo ritenuto di proporre all'assemblea un prezzo dell'azione di 18 euro (di cui 15 euro quale sovrapprezzo)».
 
E anche in questo caso è arrivato il benestare da parte dei soci.
 
 
Erminio Bissolotti dal Giornale di Brescia
 


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