«Dagli scudetti ad Auschwitz»

Si tratta della toccante storia dello sportivo ungherese Arpad Weisz, allenatore che con le sue innovazioni ha saputo cambiare il calcio giocato. Dopo aver vinto ben tre scudetti negli anni Trenta, guidando le squadre dell’Ambrosiana (Inter) e del Bologna, Arpad fu vittima delle leggi raziali, tanto da essere deportato dalla Gestapo (SS) ad Auschwitz, insieme alla sua famiglia.

Arpad fu sottoposto a quello che veniva definito “Sport Machen”, ironia sadica per chi ha investito l'intera vita in quell'attività.
Si trattava di flessioni, ginnastica spossante, botte e umiliazioni.

La scuola Glisenti, come ogni anno, ha organizzato uno spettacolo basato sull’importante tema del ricordo, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria, alla quale si legano l’inclusione e il rispetto delle diversità.

I giovani studenti delle classi terze, che hanno fornito il loro contributo alla realizzazione dello spettacolo – che occorre evidenziare prende spunto dal libro "Dallo scudetto ad Auschwitz. La storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo" del giornalista sportivo Matteo Marani, che oggi ricopre la carica di presidente della Lega Pro – si sono occupanti di aspetti a loro congeniali: alcuni si sono dedicati alla parte musicale, attraverso la realizzazione di colonne sonore con l’ausilio di strumenti musicali, accompagnate dalla voce del coro.

Altri si sono invece dedicati alla recitazione, mentre altri ancora si sono impegnati nell’approntamento della parte prettamente tecnica dello spettacolo (luci, video, presentazioni, audio). Tutti gli alunni coinvolti hanno poi partecipato alla creazione delle belle scenografie.

Ad assistere alla rappresentazione dello spettacolo sono stati invitati la commissione di Scuola Amica, il sindaco di Vestone, gli assessori comunali, il presidente del Consiglio d’Istituto e i genitori rappresentanti del Consiglio d’Istituto.

La scuola Fabio Glisenti da molti anni aderisce al progetto “Scuola amica delle bambine, dei bambini e degli adolescenti” che si pone come fine la progettazione di una scuola capace di realizzare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso una progettazione partecipata di studentesse, studenti, docenti, dirigenti, personale scolastico, famiglie e comunità educante.

Anche questa volta gli studenti della Glisenti hanno saputo raccontare una storia vera, quella dello sportivo Arpad Weisz.
Una storia dimenticata da tutti per ottant’anni: un allenatore di calcio, forse il più grande della sua epoca, che è stato deportato ad Auschwitz per espiare l'unica colpa a lui imputata: essere ebreo.

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