La Piccola banca valsabbina san Pietro

Caro direttore,

nei giorni scorsi il nostro quotidiano telematico ha dato notizia che un autocarro ha urtato il balcone di un edificio posto lungo la strada provinciale che attraversa Nozza, provocandone la caduta sul marciapiede sottostante.

La notizia mia ha fatto ricordare che quello stabile, che ora ospita una lavanderia, in passato (fino agli ultimi anni Venti del Novecento) aveva accolto la sede di un importante istituto di credito: la Piccola banca valsabbina san Pietro di Nozza.

A ricordare la presenza di questo istituto di credito - che fu una realtà importante per l’economia dell’alta valle tra la fine dell’Ottocento e i primi lustri del XX secolo, contribuendo nel 1909 alla fondazione del Consorzio agrario cooperativo di Valle Sabbia - è rimasta solo la ringhiera del balcone.
Nella parte centrale questo manufatto in ferro presenta, infatti, quello che era il logo della banca.

La Piccola banca valsabbina san Pietro di Nozza venne costituita il 4 febbraio 1897 con rogito del notaio Angelo Bonari, e autorizzata a operare in data 8 marzo 1897, con decreto del regio tribunale di Salò, mentre il capitale sociale sottoscritto era di lire 11.000, composto da 550 azioni.

Come è stato rilevato, la Piccola banca valsabbina san Pietro era stata fondata grazie al coraggio e all’intuito del clero locale che vedeva nelle istituzioni creditizie uno strumento al servizio delle opere sociali e dell’economia montana, tanto che i sacerdoti rappresentavano più della metà dei soci fondatori, affiancati da alcune figure di spicco del mondo cattolico bresciano, come l’avvocato Giovanni Beccalossi, influente membro del Collegio sindacale della Banca san Paolo di Brescia. Tra i sacerdoti fondatori spiccavano i nomi di don Antonio Tabadorini, che ricopriva la carica di vice presidente, e di don Pietro Vittici, componente del collegio sindacale.

La banca aprì agenzie a Idro, Vestone e Agnosine.
Tra gli impiegati della sede di Nozza vi era Stefano Stagnoli, grande appassionato di fotografia, che ha lasciato immagini stupende dell’alta valle.

L'Assemblea Generale della banca, nella seduta straordinaria del 20 dicembre 1928, deliberò la fusione nella Banca San Paolo di Brescia.
Come si legge nella relazione del Consiglio di Amministrazione presentata all'Assemblea l'intesa fu raggiunta per «i criteri informativi, i mezzi ed i modi di espandersi pressoché uguali delle due Banche e, più che tutto, l'identità degli scopi dei due Istituti, per cui, salvo il nome, l'uno e l'altro si possono confondere senza che emergano notevoli differenze».

L’incorporazione nella Banca san Paolo venne perfezionata nel corso dell’anno successivo (1929) e durante gli anni Trenta l’istituto subentrante spostò la sede della filiale da Nozza a Vestone, presso il palazzo edificato da Lorenzo Bonomi, che ancora ospita l’agenzia di Intesa San Paolo, privando Nozza della presenza di uno sportello bancario.

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