L'economia vestonese del Novecento

All’inizio del Novecento l’economia vestonese era ancora prettamente artigianale, legata alle tradizionali attività metallurgiche: numerose erano le officine che producendo attrezzi rurali e striglie per gli animali. L'unica iniziativa di rilievo fu la costituzione nel 1904, per merito dell'imprenditore edile Lorenzo Bonomi, dell’Anonima Valsabbina Elettrotecnica (Ave). All'interno dello stabilimento, posto lungo il corso del torrente Degnone, erano presenti reparti specializzati nella lavorazione del legno e del metallo per la costruzione di interruttori elettrici. Dagli anni Trenta, con l'impiego delle resine sintetiche (bachelite) per la fabbricazione delle apparecchiature, i tecnici dell’Ave introdussero importanti innovazioni.

 Le conoscenze acquisite e le esperienze specifiche fatte in quegli anni, sia nel processo di lavorazione delle resine sintetiche sia nella costruzione degli stampi, furono un elemento fondamentale per lo sviluppo futuro, non solo dell'azienda, ma soprattutto dell'intera economia vestonese e valsabbina. Fortunatamente quel particolare know-how non rimase patrimonio esclusivo dell'Ave. L'azienda, in collaborazione con il comunale di Vestone, organizzò corsi serali per l'apprendimento di discipline teorico-pratiche. In questo modo s’instaurò una fertile relazione fra la comunità vestonese e la sua fabbrica che portò alla diffusione sul territorio di conoscenze tecniche che si rileveranno decisive per l'evoluzione economica dell'area valsabbina negli anni del Secondo dopoguerra.

Solo sul finire degli anni Cinquanta la comunità vestonese e l’alta Valle Sabbia furono interessate da uno sviluppo d’importanti iniziative economiche a carattere artigianale e industriale. Le nuove attività si concentrarono lungo tre direttrici: la prima decretò il successo del polo siderurgico di Odolo, mentre la seconda portò all'affermazione del settore meccanico, localizzato principalmente nell'area di Vestone, mentre la terza sancì il boom della Reguitti di Agnosine, azienda sorta a metà degli anni Venti, specializzata nella produzione di oggetti in legno di alta gamma.

 Questo sviluppo economico portò alla creazione di una fitta rete di imprese dedite alla subfornitura, consentendo così la collaborazione e la cooperazione di più realtà produttive alla realizzazione del prodotto finito. Durante tutti gli anni Settanta e Ottanta questo tessuto economico andò infittendosi tanto da dar vita ad un vero e proprio sistema locale di produzione, particolarmente flessibile nel seguire le richieste del mercato e nell'offrire prodotti differenziati, adatti a esigenze particolari. Fu così che si crearono le condizioni per la comparsa sulla scena economica locale di un vasto ceto di piccola e media borghesia produttiva, proveniente nella quasi totalità dei casi dall'ambiente degli artigiani e degli operai specializzati. In questo modo, il modello distrettuale di piccola impresa tornava a caratterizzare l'economia e la società di Vestone e dell’alta Valle Sabbia.

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