09 Maggio 2014, 07.34
Valsabbia Val del Chiese Storo
TERZO SETTORE

Ogni anno ritornano

di Marisa Viviani

Fortunatamente anche quest'anno i bambini bielorussi sono tornati in Italia per la vacanza di risanamento. Resoconto su una realtà sociale che vuole lasciare un segno.


Ancora una volta l'Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere ce l'ha fatta a raccogliere i fondi per l'accoglienza, circa 800 euro per ciascun bambino, comprensivi di viaggio, interprete, maestre e affitto del loro appartamento, trasporto in loco, visite guidate, burocrazia (ebbene, sì, anche quella), ecc.
Sabato 3 maggio la comitiva di bambini e accompagnatori provenienti dalla Bielorussia sono stati ricevuti all'areoporto di Orio al Serio dal presidente dell'associazione Ermanno Sant, di Condino, che coordina i 35 comitati aderenti, di cui 30 in Trentino, 5 in Friuli, oltre ad un nucleo di famiglie accoglienti in Alto Adige.

- Questo ricevimento è stato piuttosto faticoso – ci ha confessato il presidente Sant – all'areoporto ero solo, e dover espletare tutte le pratiche, e seguire le prescrizioni della direzione areoportuale è stato impegnativo; prima si arrivava e si partiva da Montichiari, ormai ero conosciuto e dentro l'areoporto mi muovevo senza problemi, la direzione mi aiutava; ora invece si arriva ad Orio e si parte da Venezia, i costi sono aumentati e la fatica pure.
Comunque sono arrivati 8 gruppi destinati in Trentino, un centinaio di bambini con accompagnatori, e insieme a loro è rientrato il gruppo di 12 clown di Cuore per un Sorriso. -

Ermanno Sant racconta senza enfasi questa vicenda, che dietro un'apparenza di semplicità, nasconde una grande complessità di lavoro, organizzazione, progettazione. Ma perché tanto dispiego di tempo e di energie? Per amore, è la risposta, solo per amore, perché Ogni bambino ha diritto ad un sogno.
Così, con questa profonda convinzione a sostenere la grande mole di lavoro necessaria per portare a termine gli impegnativi progetti umanitari, le famiglie accoglienti del Comitato Santa Barbara di Lodrone e del Comitato di Storo hanno accolto i loro 34 bambini, le due maestre e l'interprete; e per far sentire la vicinanza e l'affetto che le animano hanno organizzato una festa di ricevimento presso la struttura di Idroland di Baitoni, con tanto di celebrazione religiosa, pranzo, animazione e merenda finale.

Festa come sempre preparata benissimo dalla collaudata macchina organizzatriva trentina, a cui gli Alpini di Darzo hanno anche in questa circostanza dato un contributo essenziale con la preparazione del pranzo. Il capo cuciniere Elvio Giacometti, alpino e membro del Comitato Santa Barbara, con i suoi colleghi e con le mogli hanno infatti preparato un pasto di tutto rispetto, ben cucinato e servito, e ben offerto all'associazione come contributo solidale della sezione ANA di Darzo.

Nel corso della giornata, mentre i bambini venivano intrattenuti nel gioco dagli animatori e dai clown, abbiamo cercato di conoscere meglio la vita dell'associazione; abbiamo così saputo che tra luglio ed agosto oltre 50 volontari scaglionati in più turni andranno in Bielorussia per ristrutturare il reparto pediatrico dell'ospedale di Slavorod, un paese di circa 7 mila abitanti provenienti da piccoli villaggi evacuati dell'area più contaminata dal disastro nucleare di Chernobyl. Marco Negri, del gruppo organizzatore del lavoro, ci ha spiegato che verranno rifatte le camere, i bagni, i locali vari di un'intera ala dell'ospedale, utilizzando i pochi materiali reperibili in loco, ma soprattutto quelli che verranno portati dall'Italia.

 - Ci saranno muratori, piastrellisti, idraulici, elettricisti, manovali e alcune donne per la cucina, che ci dovranno mantenere in forze, infatti si lavorerà 10/12 ore al giorno, anche di più per poter finire il lavoro. -
Già il presidente Sant ci aveva spiegato che l'associazione è da tempo impegnata nella ristrutturazione di quell'ospedale, dopo che i volontari avevano constatato che i bambini dormivano in terra, la culla termica era guasta, le condizioni igieniche inaccettabili. Erano state così reperite varie attrezzature e materiali dismessi dai nostri ospedali; da noi le normative sono severissime e sofisticate e tante strutture vengono sostituite pur essendo ancora in ottimo stato; in questo modo sono stati recuperati un centinaio di materassi e fasciatoi e l'intero pentolame e vassoi delle cucine dismesse dell'Ospedale Civile di Brescia.

- La Provincia di Trento ha finanziato il progetto di ristrutturazione, e noi chiediamo sempre che un assessore o un consigliere entri nel gruppo organizzativo per verificare come vengono impiegati i soldi che ci vengono dati.
E così il lavoro che abbiamo fatto ha dato i suoi frutti, infatti siamo riusciti anche ad avviare 12 gruppi di recupero contro l'alcoolismo e quest'anno si terrà addirittura un convegno sul tema all'interno dell'ospedale stesso. -

Certo questi volontari sono dotati di molta determinazione e di grande pazienza, soprattutto considerando che gli ostacoli maggiori alle loro attività provengono proprio dalle istituzioni di quel Paese.
- C'è un controllo maniacale su tutto il materiale che portiamo; ogni pezzo deve essere notificato e fotografato e viene controllato ad ogni dogana regionale; in un viaggio invernale fatto con una autoambulanza donata all'ospedale abbiamo impiegato 50 ore ad arrivare, passando per 5/6 dogane regionali che ispezionavano da cima a fondo ogni volta.
E come si suol dire, Dove non potè fermarci il Generale Inverno, poté il Caporale Burocrazia. -

La testimonianza di un altro volontario, Davide Caleffi, in arte clown Dadolo, ha aggiunto pena su pena per la drammatica situazione di tanti bambini di quel Paese.

- Siamo un gruppo di 63 clown di corsia, Cuore per un Sorriso; operiamo negli ospedali, negli istituti, nelle case di riposo; veniamo da varie zone del Trentino, del Bresciano, del Friuli; il nostro coordinatore è Maurizio Ferro, clown Faffifurni, mentre Paolo Perissini, clown Camomillo, coordina i colleghi friulani; ci troviamo ogni tre settimane a Bolognano di Arco per l'allenamento e per i corsi di preparazione generale. Io sono un neofita, ma i miei colleghi hanno fatto volontariato anche per il terremoto dell'Emilia a San Felice sul Panaro, e recentemente hanno partecipato alla commemorazione delle vittime dell terremoto dell'Aquila con la Protezione Civile di Brescia.
Per la prima volta sono andato in Bielorussia ed è stata un'esperienza choccante. Ogni giorno si visitavano tre istituti, dove sono ospitati bambini e ragazzi fino ai 18 anni, orfani reali e orfani sociali, abbandonati dai genitori o sottratti alla potestà genitoriale per vari motivi, l'alcoolismo è uno dei più frequenti.

Gli istituti accolgono un centinaio di bambini, bisognosi di contatto umano, affetto, attenzione; le direttrici solitamente si impegnano e li seguono, ma i bambini sono tanti e non ricevono quasi mai visite dai parenti; in qualche caso sono state create delle case famiglia gestite da donne sole o vedove, che possono seguire meglio i bambini, ma sono ancora delle eccezioni, in ogni caso manca un progetto sociale complessivo che abbia attenzione in particolare per l'infanzia.

Rapportarsi con quei bambini è stata una rivelazione; ti seguivano dappertutto, non ti lasciavano un momento, ti chiedevano quando saresti ritornato; ho ancora negli occhi alcuni di loro che seguirono sotto la pioggia battente il nostro pulmino, salutandoci finché non fu lontano, una scena straziante. Il distacco dai bambini è stato penoso; contatti così intensi ogni giorno, sapendo poi che ciò che hai dato è poca cosa rispetto ai loro bisogni, rende l'elaborazione dell'esperienza molto difficile. Lo scopo del nostro volontariato è creare un contatto umano che apra un canale di comunicazione con bambini che spesso non parlano e sono isolati nel proprio mondo interiore; questa esperienza mi ha cambiato la vita.-

Anche Patrizia Mora, responsabile del Comitato Santa Barbara di Lodrone, conferma l'intensa testimonianza di Dadolo.

- Quando si va in Bielorussia e si constata quale è la situazione sociale, si capisce quanto sia importante l'accoglienza dei bambini, sia per la loro salute, sia per il segno che lascia il rapporto con un ambiente diverso e con un rapporto umano sincero. E l'accoglienza non serve soltanto a loro, ma anche a noi italiani, perché non siamo soltanto famiglie per noi stessi, ma anche per gli altri.

Quest'anno, dopo alcuni anni di stasi, abbiamo 4 nuove famiglie accoglienti; i 34 bambini bielorussi arrivati saranno destinati 7 a Storo, e 27 divisi su Lodrone, Darzo, Baitoni, Bagolino, Ponte Caffaro, Idro, Capovalle e Treviso Bresciano; la loro giornata comprenderà le lezioni al mattino con le loro maestre accompagnatrici Tatiana e Natalia, in parte presso le scuole elementari di Ponte Caffaro e in parte a Idro, dove vengono trasportati con il pulmino; il pranzo viene effettuato presso ristoranti della zona e nel pomeriggio ciascun bambino torna nella propria famiglia; sono previsti anche momenti collettivi di socialità con i bambini, le accompagnatrici, le famiglie, gli amici.
Elena l'interprete, è a disposizione in qualunque momento; in caso di bisogno viene contattata attraverso un cellulare e poi portata presso i bambini che manifestassero problemi vari. La loro vacanza di risanamento durerà un mese e si ripeterà per tre anni.

Per sostenere i costi di questa iniziativa dobbiamo impegnarci tutto l'anno, le famiglie accoglienti entrano a far parte dell'organizzazione e lavorano nella raccolta fondi; abbiamo qualche contributo dai comuni e da alcune aziende, anche qualche professionista ci aiuta (dentisti, pediatri, farmacisti per la salute dei bambini), ma il grosso delle entrate si fa con i banchetti nelle feste popolari con le torte, il ricamo, il truccabimbi; alle famiglie accoglienti viene richiesto un contributo di 100 euro a bambino, e l'altro denaro si raccoglie così, con tanto lavoro, del resto solo il viaggio in aereo è costato 495 euro a testa. Però, per quanto noi dobbiamo impegnarci non sarà mai abbastanza per aiutare questi bambini.-

Mentre parla, Patrizia si commuove.
Ricorda la scena di una ragazzina ricoverata in uno squallido reparto di terapia intensiva, sul comodino aveva il resto di un pasto semiammuffito, ma lei era felice perché i volontari avevano appeso sul suo letto dei palloncini colorati e mai nella sua vita aveva visto qualcosa di tanto bello. Il clown Dadolo accanto a Patrizia assume un'espressione seria pensando ai bambini negli istituti, che la notte vengono chiusi dentro le camerate da cancelli serrati da lucchetti.

- Quando torni da quel Paese porti con te quei lucchetti, e non riesci più a liberartene.
E fai fatica a riabituarti alla tua situazione, che per quanto possa essere difficile, nel confronto con con quel Paese non è mai paragonabile. -

Il 18 maggio alla festa delle associazioni presso la struttura Idroland di Baitoni ci sarà anche il banchetto dell' Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere; se questo resoconto ha lasciato in voi un segno, andateci e lasciate il vostro contributo.
Se pensate anche che potreste accogliere in famiglia questi bambini, andate a conoscerli il 2 giugno a Lodrone, presso il Teatro Santa Croce in occasione della festa di commiato per il loro ritorno a casa. Sapere, vedere, capire, aiuta a fare.

Marisa Viviani

L'Associazione Trentina Aiutiamoli a Vivere ha sede a Condino – Presidente Ermanno Sant - www.associazioneaiutiamoliavivere.it - tel. 0465/622057 - e-mail: ufficio@associazioneaiutiamoliavivere.it 
Il Comitato Santa Barbara ha sede a Lodrone – Presidente Patrizia Mora - www.aiutiamoliavivere-santabarbara.org
- tel. 348/7402114 - e-mail: aiutiamoli.santabarbara@gmail.com

Nelle foto di Luciano Saia: Momenti della Festa dell'accoglienza - Nella foto di gruppo: Il presidente Sant, Patrizia Mora con volontari dell'organizzazione, l'interprete e le maestre  bielorusse, alcuni bambini.



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