La tecnica, da che l’uomo vuole qualcosa, è il senso che diamo alle cose. E se le cose hanno un senso, e in quanto glie ne diamo, quel senso guida poi tutte le azioni che, da quel senso, sono guidate
è portato a non sentirsi abbastanza tecnico, cioè artefice del mondo che muta intorno a lui, anche perché non ha quella forza che vede appunto nella natura... ma che sia in principio o che sia oggi, l'uomo è tecnico non perché ha i mezzi, come il senso comune blatererebbe senza capire nulla della tecnica e dei mezzi, ma perché pensa che le cose siano disponibili ad esser cambiate, cioè modificate, trasformate, create,.. da cosa e in cosa, ma dal e nel nulla appunto. Solo se le cose fossero l'esser se stesse, e quindi immodificabili, allora sarebbero veramente altro del nulla di esse... altro del nulla di esse significa appunto esser se stesse. nulla di esse significa appunto l'altro di esse.
spero di aver espresso con ontologica beatitudine quanto insignificante sia il comportamento di quanti vogliono non volere, volendo solo per se stessi....
quindi l'uomo venera DIo, e solo poi venera l'uomo... ma ci sono gli ipocriti che venerano DIo e gli uomini... DIo quando si tratta del lago e L'uomo quando serve ai propri scopi e non a quello di altri... purtroppo se c'è DIo, allora l'uomo può fare ben poco, mentre se è l'uomo a "potere", è DIo a morire...
Il dominio sulle cose è possibile se l'essere delle cose è separato dalle cose stesse, si che quello e queste non sono necessariamente legate. Se lo fossero, le cose sarebbero simpliciter e non sarebbero disposte a non essere.
Perché se le cose lo fossero, fossero separate dal loro essere, non sarebbero. Che le cose non siano significa che prima di essere non sono, cioé sono nulla. Significa l'impossibile non essere dell'essente, di ció che é.
Ritenesse che tra l'essere delle cose, che è l'essere qualcosa, e le cose ci fosse un matrimonio piú o meno stabile (accidentale), avrebbe da spiegare cosa è la cosa, qualsiasi cosa, prima di sposarsi con il suo essere. Si che se non fosse, sarebbe che niente.
DUNQUE, che é la volontà a far da padrone sull'essere cosí concepito, cioé libero di non essere. È chiaro (ancora a me, che ció appare) che questo non è possibile, possibile é credere nella follia, possibile é credere che sia possibile. Possibile è il folle (egli appare come affermato), non la sua follia (essa appare come negata). Possibile significa che puó essere, cioé che non appare immediatamente contraddittorio.
Se Vendola e chi per lui credono che l'esser_cosa (ad esempio l' esser lago o l' esser famiglia o altro essere)sia una relazione naturale (necessaria), questo crede l'ecologista che vede nell'opera dell'uomo la volontà prevaricante (la violenza) (quel)la relazione, poi non mi puó credere che non lo sia quando è lui, od essi, a violentarla con uterine o lacustri faccende affaccendato... o l'uno o l'altro, l'uno e l'altro é dello stesso i contraddittori...
Ci vuol il profondo, come per soggetto, a che si veda ció che dico,altrimenti si resta a galla, come per tutti è opinione, che senza il fondo guardato è e non è per lo stesso.
Dru ci arriva con la sua logica ferrea a dire che i naturalisti nostrani sono in contraddizione. Io guardo ai fatti e quelli mi dicono che il loro ambientalismo e' quello da tre palle un soldo. Integralisti adamantini per quanto riguarda il lago, lorenziani (nel senso della famosa berretta) fino al midollo per quanto riguarda altre faccende tipo il pgt. Pecunia non olet?
la separazione dell'altro da s necessaria, internamente alla logica occidentale, per quel tanto che serve all'altro per essere, fintanto che non altro dell'altro, fintanto che : in quanto se l'altro dell'essere fosse l'essere, non ci sarebbe altro dell'essere.
la separazione dell'altro da sé è necessaria, internamente alla logica occidentale, per quel tanto che serve all'altro per essere, fintanto che non è altro dell'altro, fintanto che è: in quanto se l'altro dell'essere fosse l'essere, non ci sarebbe altro dell'essere.
Quale futuro per il lago d'Idro? Dopo aver "spezzettato" il suo pensiero sullo spazio dedicato ai commenti agli articoli, la lettrice qui lo espone con maggior completezza. Pubblichiamo volentieri.
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ID64526 - 01/03/2016 18:22:14 - (Dru) - scusate la fretta nello scrivere quest'articolo, ché sono più che altro appunti per amici, che ho buttato giù in 20 minuti
"In maniera naturale? No, per altro, per la tecnica." questa mia frase, se non circostanziata, è insufficiente a spiegarsi. In maniera naturale significa, in modo che sia la natura a divenire e trasformarsi e che l'essere sia l'esser della natura. Quando esclamo il No, intendo dire che se in principio l'uomo pensava ad una natura (essere) immutabile o mutabile solo in sé e per sé, lo pensava sul fondamento del divenire altro delle cose tutte, le cose tutte sono appunto l'essere, la natura. il fondamento quindi del pensiero resta identico, ciò che muta, nella storia del pensiero occidentale, e quindi del pensiero tutto, è chi può mutarle le cose. Prima era Dio e la natura concedeva all'uomo pochissime eccezioni, oggi anche Vendola fa Dio, tranne che invocarlo poi per la naturalità e la primordialità o primogenitura...