Proprio così

E’ quanto mi è capitato invece leggendo l’articolo apparso su “Valle Sabbia News” del 13 settembre scorso dal titolo “Con la testa nel forno ed i piedi nel freezer”, articolo che ho trovato estremamente interessante.

Questo mio interesse va ricercato essenzialmente in due motivi, il primo dei quali è che, in questo articolo, si focalizza, con cifre alla mano, il problema della differenziazione di costi nella Pubblica Amministrazione, nella fattispecie locale, e che, a mio avviso, è uno dei punti dolenti del nostro Sistema Paese, visto che contribuisce non poco, anche se in maniera difficilmente quantizzabile, alla creazione di quella persistente differenziazione e valutazione di costi e sevizi anche all’interno di Aree con reddito pressoché omogeneo e della quale non si capisce mai bene le reali ragioni.  

Il  secondo motivo è che, con detto articolo, con una più ampia riflessione, può essere aperto il problema del debito pubblico italiano nel suo insieme, debito pubblico che, venuto da lontano, andrà verosimilmente lontano, e che, pur essendo uno tra i più alti del mondo, la Classe Politica nostrana continua, a mio avviso, a disquisire nel suo insieme in chiave più ideologica che pragmatica, con accuse incrociate, ma senza un concreto programma tecnico, almeno fino ad oggi, per affrontarlo e ridurlo nel tempo, anche se non mancano soluzioni che potrebbero essere adottate, vedi ad esempio il BBC (Base Budgetary Control), che altro non è se non il controllo e perequazione dei costi relativi nello svolgimento delle diverse pratiche burocratiche, tanto per cominciare, Regione per Regione, tanto più che, il Paese Italia, ha la testa che risente dei venti alpini ed i piedi che si bagnano nel Mediterraneo, influenzato dai venti africani.

Volendo mettere il tutto in poesia mi pare che, a volte, la Classe Politica del Paese, nel suo insieme, sia una Classe più “consumata nel farsi dar retta” (Fabrizio de Andrè), che non una classe politica atta e decisa ad assumersi, nel tempo, l’onere delle proprie scelte, e quindi ad amministrare “la storia delle cose comuni” (Rudyard Kipling) dei Cittadini che l’hanno eletta, amministrazione delle “cose comuni” ritenuta  giustamente, a mio avviso, il metro di maturità di un Popolo nel suo insieme e di conseguenza della sua Classe Dirigente democraticamente eletta.

Le conseguenze di questa dicotomia, viste dai vari lati, sono visibili a tutti, come da molte fonti evidenziato, e mai, finora, risolte, con persistenti problemi di bilancio che, in un quadro di globalizzazione generale, gettano ombre non particolarmente incoraggianti sui tempi a venire.

Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.
Giovanni Scalora

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