18 Giugno 2012, 08.00
Valsabbia
Lunedì 33

Il trapianto di rene

di Ester Costantino

L'utilizzo dei reni avviene solo in assenza di malattie renali o sistemiche che potrebbero compromettere il trapianto.


La donazione inoltre deve rispettare la volontà espressa in vita dal donatore, o se non espressa, è necessario il consenso dei familiari.
I riceventi degli organi vengono quindi selezionati tra i pazienti in lista d’attesa in base alla compatibilità sanguigna (gruppo ABO) e tissutale (HLA), alla classe di età e al tempo di attesa in lista. Per ogni donatore cadavere beneficiano due riceventi (un rene per ogni ricevente).

Le opportune misure cautelative prese dai governi occidentali (ad es. l’obbligo del casco per i motociclisti e l’obbligo delle cinture per chi usa le autovetture) ha notevolmente ridotto il numero di morti cerebrali causate da traumi cranici soprattutto nei soggetti giovani.
Ciò ha portato ad un progressivo divario tra richiesta di reni e trapianti effettuati.
Per attenuare questo divario negli ultimi anni è stato accettato un numero sempre maggiore di reni “marginali” cioè reni di donatori anziani deceduti per emorragia o trombosi cerebrale o affetti da una condizione che possa alterare la funzione renale (quali ipertensione arteriosa e diabete).
Infatti dal luglio 1997 ha avuto inizio nel NITp per i candidati in lista di attesa di etĂ  superiore ai 55 anni, il Programma di Trapianto di Doppio Rene che prevede la possibilitĂ  che in un ricevente vengano trapiantati entrambi i reni di un donatore di etĂ  superiore ai 60 anni.
Il programma prevede che a tali donatori venga eseguita una biopsia renale al momento del prelievo dell’organo, sulla base della quale decidere se procedere al trapianto di rene singolo, di doppio rene o scartare i reni se non idonei.
Attualmente i Centri che stanno attuando tale programma sono i Centri di Bergamo, Genova-S. Martino, Padova, Varese, Verona e Udine. I pazienti iscritti in questa lista devono dare un specifico consenso informato e l’attesa in lista sembra essere minore della lista da rene singolo.
Inoltre i risultati del trapianto di doppio rene sono quasi del tutto sovrapponibili a quelli del trapianto di rene singolo

L’ampliamento dei criteri di accettazione per un donatore cadavere non ha tuttavia attenuato il divario tra richiesta di reni e trapianti effettuati. Infatti in tutte le nazioni si sta assistendo ad un progressivo aumento dei pazienti in lista di attesa e del tempo di attesa prima di un trapianto.
Per tale motivo sta diventando sempre piĂą importante la sensibilizzazione al trapianto da donatore vivente.
La donazione di rene può essere eseguita da un familiare sia consanguineo che non consanguineo legato affettivamente al ricevente (frequenti i casi di donazione tra moglie e marito).
Il donatore, nel rispetto della Legislazione Italiana (art. 2 legge 458/67) deve essere maggiorenne (di età non superiore ai 75 anni), ben cosciente della scelta, a conoscenza dei limiti della terapia del trapianto e consapevole delle conseguenze personali. Per questo motivo deve esprimere un consenso esplicito ed informato. L’atto della donazione deve essere gratuito, del tutto libero, sempre revocabile e senza nessun tipo di costrizione nei confronti del ricevente.
 
I requisiti essenziali per la donazione sono che vi sia, tra donatore e ricevente, una compatibilitĂ  di gruppo ABO, che il donatore abbia una funzione renale normale e che non sia affetto da malattie sistemiche, infezioni o neoplasie.
Il rischio dell’intervento per il donatore è lo stesso di un qualsiasi altro intervento chirurgico ed è ormai ampiamente dimostrato che con un solo rene è possibile condurre una vita normale.
 
I vantaggi del trapianto da vivente sono dovuti al fatto che la data del trapianto può essere scelta in modo che sia il donatore che il ricevente si trovino nelle migliori condizioni di salute; inoltre la sopravvivenza dell’organo è migliore rispetto al trapianto da cadavere.
Un ulteriore importante vantaggio del trapianto da vivente riguarda la possibilità per il ricevente affetto da insufficienza renale cronica avanzata di evitare completamente la dialisi qualora ci sia un donatore disponibile. Questo tipo di trapianto viene chiamato “preemptive” cioè effettuato prima di iniziare il trattamento dialitico con risultati ancora migliori in termini di sopravvivenza e qualità di vita.

Dopo aver effettuato il trapianto di rene, per prevenire il rigetto dell’organo, sia in caso di donatore cadavere che di donatore vivente, è necessario ed indispensabile effettuare una terapia immunosoppressiva che va continuata, ai dosaggi consigliati dagli specialisti nefrologi, per tutta la vita, poiché la sua interruzione può innescare un deterioramento importante della funzione renale fino al rientro in dialisi.
La terapia antirigetto può tuttavia portare ad un aumentato rischio infettivo ed al rischio di sviluppare neoplasie.
Attualmente, grazie ai nuovi farmaci immunosoppressori la sopravvivenza del rene trapiantato è in costante incremento (in genere oltre i 10 anni) fino ad arrivare in alcuni casi ad una sopravvivenza dell’organo di circa 20 anni.

Nel nostro Paese il numero di donazioni di organi sta aumentando di anno in anno.
Dietro ogni trapianto c’è la decisione di donare la vita, una decisione, nel caso di donatore cadavere, spesso presa in momenti drammatici.
Grazie a questo atto d’amore e di vita in Italia il trapianto di rene da donatore deceduto rappresenta il 90% di tutti i trapianti di rene effettuati mentre il trapianto di rene da donatore vivente non supera il 10%, percentuale di gran lunga inferiore a quelle degli USA e del nord-Europa.
 
Il numero limitato di donatori rappresenta tutt’oggi l’ostacolo principale ad una ulteriore espansione del trapianto renale come terapia d’elezione per i pazienti con insufficienza renale terminale.
La sensibilizzazione alla donazione soprattutto da vivente potrebbe aumentare il numero di pazienti che beneficerebbero di un trapianto di rene garantendo loro una migliore qualitĂ  di vita oltre che un allungamento della sopravvivenza.


Dott.ssa Ester Costantino
Responsabile Servizio Emodialisi di Gavardo - Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda
 
Foto da bioblog.it
 


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