La parola ”mostro” (dal latino monstrum) indica, un prodigio, un segno divino, e deriva da monere: avvisare, ammonire
noi siamo angosciati nel profondo perché pensiamo che l'essere sia nulla, quando è nulla, questo l'annullamento dell'essere, dell'esistere, di ogni esistere, non solo di quando moriamo, anche di ieri: con la morte dell'ieri l'io ha una speranza, ha la speranza dell'io di domani. La morte dell'io no, non ha il domani, così la morte dell'io di ieri. La morte dell'io non ha il domani, la morte dell'io di ieri ha il domani non nell'ieri ma nell'io. In definitiva io sono stato ieri e sarò domani, che muoiono sono modi di essere dell'io, in questo caso specifico lo ieri: Aristotele qui direbbe dell'io che lo ieri è per accidens, restando la sostanza, l'io. Ma l'io di ieri muore e ci angoscia per quel tanto che riduce quel modo di essere dell'io, ma purtroppo, o per fortuna, muore anche l'io, questo sappiamo della cultura Occidentale, questo conosciamo, che l'io va nel nulla, come di tutte le cose e di tutti i momenti. Ma sarà proprio vero?
questo pensiero sopra non pretende di dire che quindi l'essere, quando è nulla, è nulla. Se ad un nichilista chiediamo, ma l'essere è nulla? Ovvio che questo ci dirà che la domanda ha una risposta ovvia, no, l'essere non è nulla. Però ad un caro defunto il nichilista dice che non c'é più, la sua esistenza si è spenta. e nessuno oggi scommetterebbe più nulla della propria vita nell'esistenza di quel caro defunto. Eppure del caro defunto la sua esistenza non appare più, non è vero che non c'è più. Se apparisse l'annullamento, ciò che appare è il non apparire e questo produrrebbe un regressus ad indefinitum, tale che davvero avrebbe ragione la filosofia orientale con il velo di Maya. Ma purtroppo, o per fortuna, ha torto. Ma questa è una lunga storia...
quello per cui noi viviamo con tanto affanno e in cui noi crediamo più profondamente, tutti dico, non è vero, cioè appunto non è affatto evidente, non si mostra il mostro, è frutto della nostra fervida immaginazione o deduzione, teoria al dunque, ma non si manifesta affatto, la morte degli esseri non è manifesta.
è vero, quando si produce l'annullamento, questo è impossibile che appaia, in quanto se lo fosse, allora si annullerebbe lo stesso apparire, che non potrebbe così mostrarsi . Ma questo non significa che necessariamente l'essere che scompare dall'orizzonte dell'apparire sia, potrebbe anche non essere. Questa seconda necessità, poiché la prima è dettata dalla fenomenologia cioè dall'impossibilità, sempre logica, che nell'apparire appaia ciò che non può apparire, dicevo che questa seconda è una necessità del logos o logica. Se vi fosse un tempo in cui l'essere non è, significherebbe che i differenti sarebbero identici, ma è proprio questo l'impossibile.
ma come vediamo le cose? Capisci allora Leretico che questa è la super etica?
del tuo commento non ho capito quasi niente. Il che vorrebbe dire che qualcosina ho capito. Tieni presente però che l'accezione comune di "quasi" ha il significato di "meno" e perciò la parola, posta accanto a niente dovrebbe significare che ho capito meno di niente. Come la mettiamo?Adesso dimmi che c'entra Leretico. Potrebbe entrarci solo se assomigliasse al prezzemolo.
essere e apparire dell'essere, questo il phainestai, questo il fenomeno, questo il manifestarsi.
cioè il mondo delle cose tutte.
la coscienza o presenza.
se non appare
se non è.
cioè la logica del fenomeno.
È impossibile la negazione di ogni evidenza del contenuto che appare.
bello detto il tuo principio, ma cosa realmente appare del contenuto evidente dell'apparire.
appare che il contenuto è l'essente che oscilla tra l'essere e il nulla.
l'essente non è il niente, è impossibile l'apparire della metafisica.
l'etica è l'alleanza con la superiore potenza.
perché è morte da sempre e per sempre, identificando i differenti, identificando l'essere al nulla, questo è il diventare altro di ogni cosa.
può tutto. Può tutto significa che fin dall'origine è vero che non è quel tutto che appare non come tutto, ma soprattutto non è nulla.
Il fatto è che per capire qualcosa dei sistemi è necessario cambiare il modo di pensare. E questo credo che sia un problema ancora più complesso.
Appunto.
che l'uomo non sia tutto è vero, ma gli è parte. È vero significa è necessario.
è altrettanto vero, cioè è altrettanto necessario. Ma mentre dire che l'uomo è nulla (diventa nulla) è contraddizione, dove il contraddittorio si mostra quando l'uomo che è uomo è anche nulla, si che l'essente uomo è altro da sé, quel nulla che non è uomo, e la cancellazione o negazione della contraddizione è appunto il toglimento del predicato, dell' esser nulla. Al contrario dire che l'uomo è tutto è la contraddizione C, dove per C si distingue questa dalla contraddizione normale, quella precedente. Si che l'uomo che è tutto, o diventa tutto, si toglie,come contraddizione C, non negandone il contenuto, ma amplificandone all'infinito il suo apparire.
credere che l'uomo sia nulla, insomma che la morte porti l'esser uomo nell'esser nulla' è operazione che entifica il nulla o nullifica l'ente,mè l'impossibile.
in quanto sostiene che il mio discorso intorno la storia del mortale vuole contraddittoriamente insegnare la strada del suo percorso, giocando sporco, giocando una partita che andrebbe giocata su un piano, quello ontologico, sul piano del nichilismo . Allora ho preso in prestito la fenomenologia da te prodotta, perché di questo parla il tuo articolo, per mostrare a Leretico che concepire nella storia il suo essere non significa per forza ontologizzarla, almeno per ciò che concerne l'impossibile ontologizzazione.
Leretico sostiene che la vita del mortale è una scelta, lo sostiene sulla base degli studi di filosofia. Vivere significa scegliere,cioè significa allontanarsi dall'abbraccio mortale della barriera che impedisce di agire.Vivere significa quindi agire. Fin da principio. Fin da principio il mortale vive in quanto agisce contro la barriera, ogni barriera che lo impedisce. La volontà di vivere esige il diventar altro, altrimenti l'uomo muore. L'uomo si convince che le cose, per quanto stanti nella barriera divina, "non sono di per sé ostili al cambiamento". L'avvisare è il vedere ciò che ancora non è disponibile disponibile..La visibilità del mondo è innanzitutto la visibilità del diventar altro.
Questa non è l'ultimatività, ma un conto è l'evidenza della vita come diventar altro, e questo, che è della follia nella verità, è la verità della follia, e un altro è dire che questo sguardo è impotente sulla follia, in quanto si è allo stesso modo folli nel credere di poter incidere.
S’è fatto tardi, ma non è mai troppo tardi. Dalla finestra penetrano già le ombre della sera. Alto, oltre il profilo severo dei monti, un tremolare di stelle, che appaiono incerte, appaiono e scompaiono, sussurra forse un messaggio: debole, flebile, fioco nella loro sempiterna gloria. Come il ricordo di una patria lontana che, ormai, non appare più nella stessa lucentezza, perché oltrepassata nell'orizzonte dell'apparire.
azz...ma siete tutti dei mostri...io purtroppo dall'alto della mia ignoranza sono mostruosamente restato indietro...:-D
io starei comunque tranquillo dato che tra una decina di anni al massimo e le decisioni non le prenderanno piú gli uomini.. Gli uomini faranno quello che una simulazione al pc gli dirá di fare.. L'uomo é ormai superato.. guardiamo avanti con fiducia
anche la coscienza è, in quanto oggetto del mondo, un essente, anche l'apparire di un essente è un essente. E anche un essente è il suo apparire. Questo intreccio, che è il vero sistema complesso, non è complessificazione o complicatezza, ove si tenga presente che l'apparire dell'essente è, come è dell'essente l' essente stesso, il contenuto dell'apparire come l' apparire dell'essente, si che il contenuto è e l'apparire dell'apparire e l'apparire dell'essente.
ciò che rende l'intelletto come l'astratto del ragionamento è quell'apparire dell'essente come base dell'apparire, di ogni apparire. Considerare, come fa l'intelletto (astratto), dell'apparire solo l'essente, è complicare il complesso, che se visto nella sua verità è il vero semplice.
Basta dispetti! Parola che deriva dal latino. Il significato corrente riguarda un'azione volta a infastidire qualcuno, irritazione, indifferenza, sdegno
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ID62250 - 30/10/2015 11:17:01 - (Dru) - L'apparire
è sempre un sopraggiungere, ogni apparire, anche quell'apparire che è un permanere. Il mostrarsi, il manifestarsi è del mondo, di tutte le cose. Non ci sono le cose che non si mostrano, questa la convinzione e non ci sono più quelle che non si mostrano più. Ma sarà davvero così? Cosa ci dice in fondo la morte, la morte ci dice che un apparire di un essente non appare più, non ci dice che questo non esiste più, eppure noi identifichiamo lo scomparire con l'annullarsi delle cose.