20 Marzo 2012, 09.29
Salò Valsabbia Garda
Lettere

Classico, chiesta la deroga

di red.

Gli amministartori valsabbini e gardesani, chiedono ai vertici scolastici provinicali e regionali di derogare sul numero necessario per attivare il Liceo Classico al Fermi di Salň.

 
La lettera, firmata dal presidente della Comunità montana di Valle Sabbia Ermano Pasini, da quello del Parco Alto Garda Bresciano Roberto Righettini e dal presidente della Comunità del Garda Giorgio Passionelli, è stata inviata al dirigente scolastico regionale Giuseppe Colosio, alla "provveditrice" breciana Maria Rosa Raimondi e all'assessore provinciale all'Istruzione Aristide Peli.
 
Eccola:

Interpretando il disagio diffuso nella vasta zona del medio alto Garda e della Valle Sabbia, dopo aver sentito anche il parere dei sindaci della zona, ci permettiamo di sottoporre a Voi la possibilità di attuare una deroga numerica per l’istituzione della prima classe del liceo classico presso l’Istituto Fermi di Salò.

Ci rendiamo conto che i numeri, se rigidamente interpretati, non giustificherebbero la nostra richiesta, ma siamo profondamente convinti che la matematica vada declinata secondo le esigenze del territorio specialmente in zone geograficamente complesse e con carenze di servizi.

Gli istituti superiori di Salò sono sempre stati il punto di riferimento di una zona che va dai paesi del lago agli altipiani di Tremosine e Tignale, al pedemonte e alla media e alta Vallesabbia.
Nonostante la presenza dell’Istituto Perlasca che risponde a parecchia utenza della Vallesabbia, il ruolo di Salò rimane fondamentale come polo di servizio scolastico.

L’ubicazione geografica di Salò, felicemente posizionato sul lago, sembra escludere difficoltà di sorta, ma non è così perché il vasto territorio che lo circonda ha aspetti montani, fragilità geografiche e va collegato a quella fascia della Provincia che va dalle montagne del Garda sino a quelle della Valcamonica. Non serve scomodare la storia (non bisogna però dimenticare che ha una sua importanza e che a Salò è stata attiva l’accademia umanistica più vecchia della provincia a partire dalla metà del millecinquecento) per poter sostenere anche agli occhi di una rigorosità finanziaria più vasta, che in determinati casi le deroghe diventano fondamentali per mantenere la qualità di vita e dei servizi dei cittadini e questa da noi richiesta rientra in quest’ottica.

L’intento in campo formativo dovrebbe essere quello di dare tutte le opportunità ai giovani per sviluppare le intelligenze che dovrebbero essere l’unico vero antidoto verso la crisi economica; è per questo che un territorio abbastanza lontano da Brescia, con una popolazione di circa centomila abitanti dovrebbe poter contare sulla presenza di tutti gli indirizzi scolastici.

Il venir meno di una classe quest’anno comprometterebbe definitivamente la possibilità di far continuare a crescere l’indirizzo classico in Salò mentre l’istituzione, seppur con numeri non ottimali per le norme, sarebbe sicuramente il mezzo per poter svolgere un’azione efficace in sede di orientamento scolastico futuro per consolidare quell’indirizzo.

Siamo anche convinti che generalmente a livello bresciano e lombardo le classi siano costituite con numeri che rispecchiano le indicazioni normative e con rigorosità di metodo ed è per questo che siamo pure certi che le eccezioni in fasce di territorio montano o geograficamente difficile (Alto Garda, Vallesabbia, Vallecamonica, Valtellina, Valli Bergamasche, montagna di Lecco e di Como) dovrebbero diventare la norma e non una eccezione da discutere ogni anno.

In conclusione se si guarda ai numeri nella loro cruda realtà può risultare difficile dar corso alla nostra richiesta, ma se si guarda la complessità del territorio, le esigenze formative dei giovani, una geografia obiettivamente complicata, allora l’istituzione di classi anche sotto la media numerica prevista diventa un servizio indispensabile per i cittadini, considerando anche che gli ultimi dibattiti culturali in Italia insistono tutti nello spingere sul volano dell’intelligenza perché i giovani abbiano a costruire una società che si lasci alle spalle gli attuali difficili momenti.  E’ anche in questa ottica che le Comunità Montane della Zona hanno sempre investito concretamente risorse nel campo dell’istruzione. Gli esempi su questo versante sono molti e non è qui il caso di richiamarli tutti perché già noti.

Ci permettiamo sottolineare anche un altro aspetto: gli istituti generalmente hanno classi abbastanza numerose (anche di trenta studenti) negli altri vari indirizzi e quindi la presenza di classi meno numerose in casi con giustificazioni obiettive come questo, non viene a modificare molto l’equilibrio numerico complessivo e non graverebbe sui costi complessivi generali.

Questo fa sì che la media ponderata della presenza formativa all’interno degli istituti bresciani e dello stesso Fermi sia in linea  con la media nazionale, come risulta dal rapporto istruzione pubblicato domenica 11 marzo sul Corriere della Sera, e l’istituzione di questa classe, come di altri in situazioni analoghe, non comporta aggravi di spesa intollerabili per lo Stato, ma dà una certezza in un momento difficile come quello attuale per la crescita e lo sviluppo del territorio.

Si rimane quindi in attesa di riscontro, che auspichiamo possa essere positivo, e con l’occasione si porgono cordiali saluti.
Ermano Pasini
Roberto Righettini
Giorgio Passionelli



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