Due immense ali di folla hanno accompagnato le dodici ore di sfilata delle Penne nere fra l’entusiasmo dei torinesi.
Accoglienza più che calorosa per le Penne nere nella prima capitale dell’Italia unita, in quest’anno di celebrazioni per il 150° dell’unità d’Italia. Gli alpini riescono sempre ad entrare nel cuore della gente e anche per questa 84esima adunata nazionale il calore e l’allegria degli alpini sono stati contagiosi.
Già a Cuneo quattro anni fa il calore piemontese si era fatto sentire. Anche Torino, città regale ma anche di forte immigrazione operaia nel secondo dopoguerra, ha accolto nel migliore dei modi gli alpini che per questo fine settimana l’hanno pacificamente invasa.
Un’anziana signora torinese di origini venete a mezzogiorno si siede in un bar per rifocillarsi dopo aver assistito al passaggio delle sezioni del Veneto, e mi dice che vuole rimanere fino a sera per vedere il passaggio degli alpini di Torino, gli ultimi che chiuderanno la sfilata. Tanti come lei faranno lo stesso.
La capitale sabauda è una grande città. Ci sono grandi parchi, antichi palazzi e chiese, e viali immensi. Nel centro storico le strade principali sono percorse ai lati da grandi porticati che in questi giorni di ressa, specie sabato sera, hanno consentito il passaggio scorrevole della gente. Bastava imboccare le strada appena fuori del centro storico per trovare pace e tranquillità.
Lungo il percorso della sfilata (circa 3 chilometri e mezzo) due ali di folla accompagna il passaggio delle penne nere delle diverse sezioni. Il tema dell’Italia unita campeggia su tutti gli striscioni realizzati per questa edizione speciale del 150°: “Buon compleanno Italia: i tuoi alpini sempre e dovunque”, “Alpini, molti dialetti una sola bandiera”.
Alle 15.30, quasi in orario, la partenza degli alpini bresciani, con in testa il classico striscioni “Alpini della terra bresciana” portato dagli alpini di Bagolino ad aprire il passaggio della sezione di Salò “Monte Suello”, con gli alpini valsabbini e gardesani divisi per gruppi riconoscibili per le diverse camicie e magliette. Difficile quantificarne il numero, ma sicuramente una delle più partecipate degli ultimi anni. C’è voluta un’ora per percorrere tutto il percorso che ha attraversato il cuore di Torino. Il suono ininterrotto di tre fanfare ha accompagnato il passaggio delle penne nere: la “Star of Alps” di Villanuova, la fanfara alpina di Salò e la “Valchiese” di Gavardo. In questi momenti si sente il calore della gente, i “bravi” si sprecano, l’applauso è continuo. A metà percorso il passaggio sotto le tribune delle autorità. E poi si prosegue fino al ponte sul Po dove il serpentone di alpini si scioglie.
In ogni adunata il programma si ripete, ma ogni volta è una storia a sé. Chi ha potuto vivere l’intero fine settimana ha colto l’occasione di visitare la città vestita a festa per l’occasione. E Torino quest’anno ha molto da offrire. È davvero la capitale dei festeggiamenti per il 150°.
bravi! e gli alpini bresciani..... i migliori!!!
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ID9359 - 09/05/2011 21:05:14 - (Giacomino) - Ben detto Cesare
è stata una esperienza davvero emozionante.