Produzione industriale, lenta ripresa

Nel primo trimestre del 2011, l’economia bresciana consolida il leggero recupero rilevato nell’ultima parte dello scorso anno. La produzione industriale registra un incremento dell’1,7 per cento sul trimestre precedente e del 3,4 per cento sul primo trimestre del 2010. Il tasso acquisito, cioè la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2011, è pari a più 1,8 per cento.

Il livello dell’attività industriale, ancora debole, è condizionato, nelle attese a breve termine, da una serie di incognite. Tra le altre, il rialzo dei prezzi delle materie prime, l’aumento del costo del denaro, il clima di incertezza determinato dalle tensioni politiche in nord Africa e nel medio Oriente, le conseguenze del terremoto e dell’incidente nucleare in Giappone, le difficoltà nella gestione di alcuni debiti sovrani.

La leggera ripresa della produzione incorpora qualche segnale positivo sul versante del mercato del lavoro, anche se non si delinea ancora un’inversione di tendenza. Il ricorso alla CIG, nel primo trimestre del 2011, con un totale di 13 milioni di ore autorizzate, è sceso del 35 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010. La componente ordinaria, con 3 milioni di ore, è diminuita del 60 per cento rispetto al primo trimestre dello scorso anno.

La disaggregazione per classi dimensionali mostra incrementi produttivi superiori alla media per le medie imprese (+ 5,5%) e per le grandi imprese (+ 8,8%); uguali alla media per le imprese medio-grandi (+ 1,7%); inferiori alla media per le micro imprese (+ 0,4%) e per le piccole (+ 1%); un decremento produttivo per le imprese di maggiori dimensioni (- 3,6%).

La disamina per settore evidenzia un aumento della produzione nei comparti: abbigliamento (+ 0,6%), calzaturiero (+ 1,5%), carta e stampa (+ 1,4%), chimico, gomma e plastica (+ 3,4%), metallurgico e siderurgico (+ 5,2%), meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+ 2,9%). E’ in diminuzione l’attività nei settori: agroalimentare e caseario (- 0,7%), maglie e calze (- 5,8%), materiali da costruzione ed estrattive (- 0,3%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (- 0,7%), tessile (- 0,5%). Risulta stazionaria l’attività nel settore del legno e mobili in legno.

L’incremento della produzione si è tradotto nella crescita di un punto dell’utilizzo degli impianti, che si è attestato al 69%, rispetto al 68% del trimestre precedente e al 64% del primo trimestre 2010.

Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 33% delle imprese, diminuite per il 15% e rimaste invariate per il 52%. Le vendite sui mercati esteri hanno registrato andamenti quasi analoghi: quelle verso i Paesi comunitari sono diminuite per il 14% delle

aziende, aumentate per il 28% e rimaste stabili per il 58%; quelle verso i Paesi extra UE sono calate per il 15%, cresciute per il 20% e rimaste invariate per il 65% delle imprese.

I consumi energetici sono aumentati per il 34% degli operatori, con una variazione media positiva dell’1,4%. Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle necessità aziendali dall’88% delle imprese e le scorte di materie prime dal 93%.

I costi di acquisto delle materie prime sono cresciuti per il 60% delle imprese, con un incremento medio del 4,4%. I prezzi di vendita dei prodotti sono stati rivisti al rialzo dal 23% delle aziende, con un aumento medio dell’1,3%.

Il costo del lavoro è cresciuto per il 22% delle aziende ed è rimasto invariato per il 78%. Gli investimenti effettuati nel trimestre sono diminuiti per il 15% delle imprese e rimasti costanti per il 74%.

Le prospettive per il secondo trimestre 2011 indicano un incremento della produzione. L’attività è prevista in aumento dal 30% delle imprese e stazionaria dal 67%. Le aspettative sono positive nei settori: agroalimentare e caseario, carta e stampa, legno e mobili in legno, maglie e calze, materiali da costruzione ed estrattive, metallurgico e siderurgico, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto, tessile. Sono pessimistiche nei settori: abbigliamento e calzaturiero. Risultano stazionarie nel comparto chimico, gomma e plastica. Le previsioni sono più favorevoli per le imprese medio grandi e per le maggiori; sono favorevoli, ma con minore intensità, per le micro imprese, per le piccole, le medie e le grandi.

Gli ordini provenienti dal mercato interno sono previsti in aumento dal 20% delle imprese e stabili dal 69%; quelli dai Paesi UE presentano un saldo positivo, tra imprese che indicano variazioni in aumento e in diminuzione, del 16% e quelli dai Paesi extra UE sono previsti in aumento dal 18% e stabili dal 75%. La manodopera è attesa costante dall’85% delle imprese e in aumento dal 12%.

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