Aids: «Non abbassare la guardia»

Oggi, 1° dicembre, si celebra la Giornata mondiale per la lotta all’Aids. “Purtroppo nonostante le campagne finora svolte, sei persone su dieci scoprono la positività al test Hiv a malattia conclamata: non hanno cioè fatto il test. Bisogna assolutamente rilanciare la necessità del test". È questo l’appello lanciato dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, in occasione della presentazione della campagna di prevenzione dal virus dell’Hiv.

Infatti, sempre più spesso le persone scoprono di essere infette quando ormai la malattia è conclamata. Da qui l’importanza di sottoporsi al test Hiv nel caso di comportamenti sessuali a rischio, soprattutto nella popolazione di giovani-adulti.

Dalla metà degli anni Novanta, la sieropositività è diventata una malattia cronica al pari di altre come il diabete o le altre patologie respiratorie e cardiovascolari. Grazie ai nuovi farmaci antiretrovirali, che consentono di tenere sotto controllo l'infezione, la medicina ha fatto passi enormi, a condizione che si scopra in tempo.

Negli ultimi anni si è registrato una diminuzione dei casi di Aids, così come all’ospedale Civile di Brescia è in calo il numero di nuovi casi di sieropositività, scesi dai 300 annuali del 2007 ai 200 del 2009, fino ai 75 nei primi sei mesi del 2010. Secondo le stime, un quarto dei sieropositivi ignora di essere portatore dell'infezione e quindi non si cura.

Spesso, la scoperta della sieropositività avviene molto tempo dopo, quando l'infezione ha già toccato il sistema immunitario della persona. Se una volta la trasmissione del virus era con le siringhe infette, oggi avviene per quasi il 70 per cento dei casi per via sessuale.
È fondamentale per prevenire, estendere il test di sieropositività il più possibile fra la popolazione sessualmente attiva. Brescia, dopo Milano e Roma, è la terza provincia con il numero più alto di casi.

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