16 Febbraio 2007, 00.00
Idro
Storia dell'Eridio

Un documento dell'800 sui problemi del lago

di Giancarlo Marchesi

Per approfondire storicamente le annose vicende del lago d'Idro, pubblichiamo un articolo dedicato all'interessante relazione stilata dal medico Pietro Riccobelli negli anni Venti dell'800.

II 16 dicembre 1827, adempiendo ad un'ordinanza del commissario distrettuale di Vestone, l'ingegner Carlo Bertuetti, il perito Giò Batta Bonari, l'agente comunale Giò Batta Regoli e la deputazione del Comune di Idro effettuarono, come si legge nel verbale, «una visita alla Bocca d'uscita del Lago d'Idro per verificare il mezzo più efficace onde scaricare le acque che nelle escrescenze rendono inondate le laterali e superiori campagne con grave pregiudizio sanitario agli abitanti, in particolare di questo territorio, ed alle campagne».

Lo scopo del sopraluogo era quello di valutare la fattibilità di un'opera che nelle intenzioni dell'ingegner Bertuetti avrebbe dovuto «rendere l'acqua del lago nelle massime escrescenze ad un livello di non arrecare possibilmente pregiudizio agli abitanti e campagne, cioè di porre il lago sotto l'antico livello come era prima della lavina (franamento) avvenuta credesi nel 1740 e più ancora anteriormente al 1816, epoca in cui venne costrutta la Strada Vallerina laterale alla bocca d'erogazione [del lago]».

Nel corso della Restaurazione, infatti, il progressivo innalzamento del livello delle acque del lago d'Idro fu uno dei maggiori problemi di carattere ambientale che le autorità della valle si trovarono ad affrontare. Per porre rimedio a tale situazione, i responsabili del governo Lombardo-Veneto chiamarono personalità di spicco e studiosi di chiara fama sia in campo idraulico, sia in ambito sanitario.

Non a caso, nel febbraio del 1828 il funzionario distrettuale di Vestone commissionò a Pietro Riccobelli, medico condotto del comprensorio, uno studio che si poneva l'ambizioso obiettivo di indagare sulla «natura e causa della frequenza delle febbri intermittenti dominanti nel Comune di Idro e modi generali di rimedio». Dopo qualche settimana di accurate indagini e di attenti sopraluoghi, il 30 marzo 1828, Pietro Riccobelli consegnò nelle mani del regio commissario di Vestone una pregevole indagine conoscitiva che faceva luce sulle cause delle «febbri intermittenti» che in quell'epoca colpivano con sempre maggiore frequenza gli abitanti del lago.

Nella relazione dell'illustre medico valsabbino si legge infatti che: «la causa produttrice della frequenza delle febbri nel Comune di Idro non è che il miasma paludoso, di quanto vantaggio non diverrebbe a quegli abitanti, se dato fosse di trovare un mezzo efficace a distruggere o almeno indebolire di molto si fatta malaugurata cagione? Allo scopo di che espongo ora il seguente mio progetto. Onde distruggere l'anzidetta causa conviene principalmente cercare il modo di opporsi e prevenire lo straripamento delle acque del lago nel tempo della loro escrescenza perché non restino inondati i campi, le strade, il fondo di molti abitati e molto più le paludi nell'inverno rimaste asciutte. Il lago sbocca nel fiume Chiese per una foce moltissimo angusta, e in modo che essendo poco declive al piano superiore dello stesso lago, con sensibile lentezza va l'acqua scaricandosi nel fiume». Secondo Riccobelli si poteva risolvere buona parte dei problemi di carattere medico a patto di «trovare il modo di dare un'uscita più ampia e rapida alle acque del lago alla detta foce o sbocco, mentre così non si darebbe tempo alle acque stesse di accumularsi giammai in quella quantità nella quale ora s'aggruppano».

Tra i fattori che nel corso della Restaurazione avevano contribuito a rendere sicuramente più difficile la vita per gli abitanti del lago, Riccobelli individuava alcuni lavori stradali effettuati durante la grave carestia del biennio 1815-16. Secondo il medico distrettuale «nella costruzione della nuova R. Strada avendosi dovuto alla notata imboccatura del lago alzare il piano della strada medesima, come anche al luogo detto la Grotta per un flessibile tratto, si venne in questo modo a frapporre un ostacolo ad un maggiore allargamento delle acque che per lo avanti le offriva il piano assai più basso nell'antica strada, e così da va una più ampia e facile uscita a quelle. Quindi in questi ultimi anni si ha appunto per tale motivo rimarcato una escrescenza sì grande che le acque del lago strariparono in proporzione tre e più metri dei solito a detta degli abitanti».

Dallo studio del dottor Riccobelli alla definitiva soluzione del problema delle "febbri intermittenti" passarono decenni, ma il rapporto del medico vestonese ci permette di disporre di maggiori elementi conoscitivi per valutare l'aggravarsi del problema ambientale nella prima fase dell'Ottocento, quando imponenti opere pubbliche iniziarono a modificare il sistema viario valsabbino, senza però tenere in debita considerazione i fragili equilibri del lago.

Scheda bio-bibliografica di Pietro Riccobelli (Vestone. 22 febbraio 1773 - 18 marzo 1856). Studiò filosofia nel collegio "Falsina" di Brescia, per poi frequentare i corsi di medicina all'Università di Padova, dove, nel 1794, conseguì la laurea. Successivamente passò all'Ateneo di Pavia per studiare clinica medico-chirurgica. Tornato in Valle Sabbia, dagli ultimi anni del Settecento esercitò la professione medica. Nel 1800 venne chiamato a far parte della commissione per l'istituzione del liceo di Brescia. Per diversi anni, fino al 1822 ebbe la direzione del ginnasio di Bagolino. Dal 1801 fu socio dell'ateneo di Brescia e di quello di Salò. Nel corso della Restaurazione sostenne con forza i vari piani di bonifica del Pian d'Oneda. Nel 1847 si dedicò a raccogliere documenti e testimonianze sulle rivolte popolari del 1797 e sull'età napoleonica nelle valli Sabbia e Trompia, dai quali trasse le Memorie Storiche della Provincia Bresciana e particolarmente della Valle Sabbia e Trompia dal 1796 al 1814, pubblicata dal tipografo Venturini.


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