Da parco a parcheggio temporaneo

Si sa, in Italia le promesse elettorali vengono costantemente disattese prendendosi gioco dell'elettorato. Così succede spesso a livello amministrativo, un po' come a Gavardo che alle ultime elezioni ha votato a grande maggioranza la nuova lista, il cui programma di "cambiamento" prevedeva tra i vari punti la lotta "strenua" contro il depuratore del Garda e la tutela e la valorizzazione del verde pubblico.

Ovviamente la cultura passa sempre in secondo piano ma di quella sappiamo non c'è bisogno. Hanno fatto dunque scelte "pratiche" iniziando dal progetto razionale e lungimirante del rifacimento delle due piazze del paese che erano già state sistemate anni fa. Probabilmente, causa le poche idee e l'eccesso di denari da dover spendere, si è pensato di attuare la ricostruzione integrando, tra gli altri elementi "moderni" in cemento, magnifici e alti "prismi fioriere" in precario equilibrio sulla strada, che costituiscono un vero e proprio pugno nell'occhio rispetto all'estetica della piazza della Chiesa, questo oltre a creativi sensi di marcia "slalom", nella suddetta piazza, al limite dell'idiozia.

Da una settimana a questa parte sembra si sia deciso (immagino con l'approvazione delle minoranze), di provvedere, coerentemente alle promesse elettorali, anche al verde pubblico che si voleva "valorizzare", con i lavori al parco pubblico "Amarcord", che sarà ora adibito a parcheggio "temporaneo", giusto per far respirare aria pulita non solo alle case che lo circondano ma soprattutto ai degenti di ospedale e casa di riposo che si trovano dirimpetto e che ne hanno tanto bisogno.

Mi sembrava giusto far notare queste cose, specie a chi, accecato dalle simpatie della politica, giustifica tutto. Come mio zio si sarebbe schierato contro, anche io provo schifo a vedere queste cose anche se siamo in balia delle decisioni di chi abbiamo votato. Spero che qualcuno si ricordi di questo "cambiamento" quando tornerà a votare, anche se spesso non abbiamo grandi e valide alternative.

Allego anche una foto.

Cordiali saluti

Giovanni Baronchelli

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