05 Ottobre 2010, 07.00
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Ambulanze

Emergenza a «Pronto Emergenza»

di Ubaldo Vallini

Senza gli uomini del Servizio Civile nazionale, il sodalizio odolese delle ambulanze si trova impossibilitato a garantire l'impegno «h24» col 118

 
“Potremmo non essere più in grado di garantire il servizio h24 delle emergenze”.
Il grido d’allarme è di Marsilio Benini, da dodici anni alla guida di quello che oggi si chiama “Pronto Emergenza”, sodalizio di volontari che assicura un tempestivo intervento del servizio di ambulanza nella vasta area compresa fra i Comuni di Sabbio Chiese, Odolo, Agnosine, Bione, Preseglie, Barghe e anche oltre, se serve.
 
Centosessanta volontari dei quali un centinaio in possesso dei requisiti di professionalità richiesti dal 118, 480 interventi di emergenza nel 2009 che diventano un migliaio aggiungendo i “programmati” con l’ambulanza o con l’auto e i servizi per rendere sicure manifestazioni sportive e feste.
Questi i numeri, tanto per rendere l’idea di che sodalizio si tratta.
 
Ebbene, Pronto Emergenza dal prossimo mese di novembre si troverà nei guai, perché ha perso il diritto di gestire quattro volontari del Servizio di Protezione Civile nazionale, così come faceva ormai dal 2004.
“Il progetto stilato dall’Anpas che avrebbe dovuto garantire la continuità di 44 addetti a livello provinciale a partire dal prossimo mese di novembre è stato approvato, ma non finanziato. Noi ci facevamo il conto e presto ci troveremo a dover gestire con i volontari 120 ore la settimana in più. Non sappiamo proprio come faremo” afferma Benini.
 
Pronto Emergenza ha la sua sede nella zona Artigianale dei Fondi di Agnosine, a metĂ  con il Soccorso Alpino della Valle Sabbia.
Solo per garantire il servizio convenzionato con il 118 “h24” lì dentro vivono ogni giorno sei volontari su due turni, ammesso che tutti quanti siano disposti a starci per 12 ore, altrimenti di persone ne servono di più.
 
“Ne parleremo giovedì prossimo in assemblea, ma con i numeri che abbiamo temo che l’impegno per i volontari possa essere troppo gravoso – afferma Marsilio Benini -. Anche perché i turni devono tener conto delle diverse specializzazioni di ciascuno”. 
Un’alternativa potrebbe essere il regime di “reperibilità” anziché la presenza costante del personale in sede: ci rimetterebbe, e di molto, la celerità degli interventi ed il servizio risulterebbe pesantemente ridimensionato.
 
“Abbiamo investito del problema i sindaci della zona chiedendo loro di darci una mano a trovare delle soluzioni e stiamo valutando diverse ipotesi – aggiunge Benini –. Fra queste l’idea di reperire finanziamenti per creare un’alternativa locale al servizio civile, ma non sappiamo ancora se è fattibile”.
 
Vedremo.
Intanto c’è il rischio che la “crisi” attraversata da Pronto Emergenza, oltre che incidere sulla qualità del servizio nei paesi della Conca d’Oro e limitrofi, possa finire con l’interessare anche l’ambulanza medicalizzata di Nozza che potrebbe dover fare a meno, quando è il suo turno, dell’autista appartenente al sodalizio odolese.
 


Commenti:
ID4291 - 11/10/2010 23:25:00 - (Pedersem) - Valsabbino fai vedere il volontario che c'è in te!

Non sia mai che la Conca D'oro e la Valle Sabbia rimanga senza l'ambulanza dell'emergenza!!! Se non sono queste le cose belle, utili e buone da tenere vive... stiamo cadendo proprio in basso ...Valsabbini ...Valsabbini facciamo vedere il volontariato che c'è in noi!!!

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Altre informazioni allo 0365 826210.




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