Una giornata dal sapore antico, quella trascorsa per le vie di Bagolino a far serenate
Domenica 19 gennaio. Ritrovo al bar da Miki alle ore 14 per un digestivo che predispone e scalda la voce (!), quattro chiacchiere in attesa che arrivino tutti, una cantatina di rodaggio per far contento lo zio Fuicio che sorseggia al tavolo con gli amici, Era una figlia disgraziata, la sua canzone preferita.
E poi via, per la sorpresa alla nonna Pasquina, una serenata fuori orario, cioè in pieno giorno, anche se di luce non è che ce ne sia tanta, piove da quattro giorni e il cielo incombe cupo sulle nostre teste con un altro carico di pioggia; ombrelli aperti dunque, ma sono solo due passi e si arriva subito davanti alla casa della nonna per la serenata che il Coro Beorum ha preparato da tempo in omaggio alla sua più entusiasta sostenitrice.
Il coro attacca Sotto le mie finestre, e la nonna si affaccia sulla soglia di casa con i suoi famigliari ad ascoltare, felicissima di vedere e sentire tutti quei giovanotti cantare per lei le canzoni della sua gioventù.
Il coro oggi è molto ispirato, a dispetto dell'acqua che scroscia canta benissimo, perché la strada, la piazza, la circostanza di sentita partecipazione, sono il contesto ideale che esalta lo spirito autenticamente popolare del canto ed avvicina le persone.
Il tempo inclemente non concede molto allo spettacolo, ma alcuni vicini escono dalle case e si riparano sotto un portico per sentire il coro, chiedono il bis, e vorrebbero che i canti continuassero, ma bisogna entrare in casa, dove un rinfresco preparato in segreto attende gli ospiti.
Nóm al söt? E' l'invito ad entrare per ripararsi dalla pioggia e per degustare i dolcetti fatti in casa da zia e nipote in onore degli ospiti canori, il tutto ben annaffiato da vinello, grappino al finocchio selvatico, bibite varie; il coro apprezza.
Non fate complimenti, sollecita la padrona di casa, Volete un caffè?
Qualcuno si schernisce, Non disturbarti, io lo prendo corretto..., E io amaro con tre cucchiaini di zucchero, le formalità sono fuori luogo, ma le buone maniere di un'educazione d'altri tempi resta la base del rispetto reciproco; l'atmosfera dell'ospitalità nelle cucine anticipa già il carnevale, dove questo genere di accoglienza rappresenta l'essenza più significativa e piacevole di quelle giornate di festa.
E tra un biscotto e un bicchierino si canta, a cui manco a dirlo si unisce la nonna, che conosce tutte le canzoni e spesso interviene anche a suggerire una parola che sfugge a qualche corista distratto dall'invitante buffet.
Nonna Pasquina ha novantaquattro anni, ma è attivissima e lucida, e ha ancora la passione del canto, tant'è che insieme a Olimpio, ex componente del gruppo, ha aiutato il coro a recuperare le vecchie canzoni e a ricostruire i testi per costituire il repertorio.
Una volta cantavamo sempre, ci racconta, lavoravamo in campagna e in gruppi di sette-otto ragazze, quando ci fermavamo un po' per riposare, cantavamo le canzoni di quei tempi.
E le canta anche oggi, accompagnando il coro quando le è possibile per seguire questa sua passione, E' la nostra mascotte, dicono i coristi che le sono molto affezionati, e vengono ricambiati con sincera tenerezza.
I tempi del rinfresco sono purtroppo brevi, un altro impegno attende il Coro Beorum, che deve cantare per gli ospiti della Casa di Riposo di Bagolino; allora un ultimo canto dedicato alla nonna, Quel cappellin di paglia, il suo preferito.
Saluti e baci quindi, si ringrazia per la cordiale accoglienza e si parte al galoppo per recuperare il ritardo accumulato a degustar tartine e scaldare le corde vocali con il vin brulé.
Quando il coro arriva a destinazione l'ampio salone della Casa di Riposo è già gremito di ospiti impazienti di sentire le antiche canzoni che riportano ad altre stagioni della vita; i coristi raccontano con stupore e orgoglio che alcuni anziani, affetti da patologie della memoria, ascoltando quei canti ricordano tutte le parole e si mettono a cantare insieme al coro, uscendo dall'apatia che abitualmente li contraddistingue.
Potere del canto e della musica, mai sufficientemente apprezzato e utilizzato anche a scopo terapeutico e sociale.
Oggi è una giornata speciale, c'è il coro e ci sono tanti amici e parenti in visita, tra gli ospiti si vedono molti visi sorridenti, merito certo di un senso di comunità che in questo paese ancora esiste e non lascia soli i suoi anziani. Non è un caso infatti che il canto che più esterna le emozioni sia Amici miei: Quando ti prende la malinconia pensa che c'è qualcuno accanto a te. Amici miei, sempre pronti a dar una mano, da vicino e da lontano, questi son gli amici miei.
Per il Coro Beorum di Bagolino l'anno nuovo è iniziato così sotto un buon segno, quello dell'amicizia e della solidarietà, e sempre in compagnia dei suoi bei canti popolari.
Che per inciso ora sono raccolti in un fascicolo che si può richiedere al coro, auspicabilmente per farne l'uso a cui è destinato: trasmettere i canti alle nuove generazioni e cantarli, che è il modo naturale per salvaguardarli e per dar senso alla storia che li ha originati.
Marisa Viviani
Nelle foto di Luciano Saia: La serenata dedicata alla nonna - Il concerto corale per gli ospiti della Casa di Riposo
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ID40635 - 23/01/2014 20:18:43 - (Giacomino) - Il coro beorum
forse é meno beorum di quanto faccia credere il suo suggestivo nome, a parte qualche buon bicchiere di vino, qualche bicchierino di ottima grappa rigorosamente di contrabbando e l'immancabile "perseghina" ecc, ecc, Di certo c'é la grande simpatia che suscita il "coro" ogni volta che decide di uscire ad allietare quell'eccezionale borgo che é ancora Bagolino.