A macchia di barolo

Se l’AssComiConf presieduta da Marco Scalvini riuscirà ad avere ragione anche delle resistenze “tecniche” che l’aspettano attorno al tavolo ministeriale, i Comuni interessati dallo stanziamento “antisecessione” passeranno da 174 a circa 300, coinvolgendo nel fondo non solo i Comuni confinanti con le Regioni a Statuto autonomo, ma anche quelli che come dirimpettaio hanno le ricchezze di Svizzera e di Austria e quelli considerati “di seconda fascia”.

L’idea è quella della macchia di barolo sulla tovaglia bianca: lo sanno tutti che si formano aloni concentrici che vanno schiarendosi verso l’esterno. Al posto del Barolo metteteci i denari recuperati da AssComiConf ed ecco compensato con una certa gradualità il disagio provocato dall’essere Comune “di confine” e anche “quasi di confine”. E’ un po’ il meccanismo già in vigore per rendere sconveniente, ai residenti in prossimità della Svizzera, l’espatrio ogni volta che c’è da fare il pieno all’auto.

Nella nostra provincia i Comuni che confinano direttamente col Trentino sono 11: Bagolino, Breno, Ceto, Cevo, Idro, Limone sul Garda, Magasa, Ponte di Legno, Saviore dell'Adamello, Tremosine e Valvestino.
Quelli di “seconda fascia” sono 27: Anfo, Berzo Demo, Bienno, Braone, Capo di Ponte, Capovalle, Cedegolo, Cerveno, Cimbergo, Cividate Camuno, Collio, Edolo, Gargnano, Lavenone, Losine, Malegno, Niardo, Ono San Pietro, Prestine, Sonico, Temu', Tignale, Treviso Bresciano, Vezza d'Oglio, Vione.
Ce ne sono anche tre da considerare “confinanti con i Comuni che confinano con la Svizzera” e sono Corteno Golgi, Monno e Paisco Loveno. Sono il 20% dei Comuni bresciani e ospitano, tutti quanti, poco più di 46mila abitanti.

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