17 Gennaio 2016, 10.31
Anfo Valsabbia
Terza pagina

La natura delle cose è una «bella» invenzione dell'uomo

di Alessandro Vaglia

Qualche amico mi ha chiesto di  trattare una querelle di Romeo Seccamani e Giuliano Rizzardi che ha avuto il suo massimo apice, diciamo così, su Anfo Racconta. Sullo sfondo, il lago


Non lo avrei fatto per quella sorte di vuotitudine che la lettura di questo discorso mi ha accompagnato, non giovando certo alla mia risposta, ma, d'altronde, per comprendere certi concetti non mi risparmierò, perché non basta conoscere vagamente i termini contenuti in un più ampio argomento, per dirlo con ragione, ma bisogna poter definirne le relazioni interne, al concetto stesso, di implicanza e convenienza.

Queste le le parole che avevan pretesa di significato, scritte da Seccamani:
«La posta in gioco non è tanto la regolazione, quanto sul modificare il diritto di uso primario, da bene universale naturale di tutti, ad artificiale per circoscritti e temporali interessi

Ma appunto:
Cosa significa naturale?

Naturale di una cosa, di qualsiasi cosa che vuole contenerla la natura, significa, di quella, che è regolata da natura.
Naturale significa: che è appunto della natura. Cioè, il “ciò” che è, e quindi  quel ciò (che è) esiste come suo predicato, come predicato della Natura, esiste in quanto è implicato, soggetto a regole, quindi, della Natura.

Ebbene, e la Natura cosa è?

Potrebbe ora replicare l’obiezione che ha compreso dove l’affermazione sopra voglia parare, e cioè che tutto, cioè ogni cosa che appare, è organizzato secondo natura, in quanto si è  determinato come condizione di esistenza delle cose la natura stessa.

.. e la Natura su cosa si fonda? Cioè cosa è? Cosa significa? In base a che cosa affermiamo che la natura significa ciò che è regolato dalla natura? Forse che dalla natura della natura?
Ebbene capirete subito che la natura si produce in un "regressus ad indefinitum" tale che la condizione per cui la verità che le cose siano da essa regolate, se è verità che si fonda sulla natura, allora è una verità che viene rimandata all’infinito, tale che questa verità non è una verità.

E Seccamani scrive, pensando di far cosa sgradita: «la posta in gioco non è tanto la regolazione, quanto sul modificare il diritto di uso primario, da bene universale naturale di tutti, ad artificiale per circoscritti e temporali interessi.»

Ma Seccamani non lo sa, questa non è tanto la posta in gioco, ma la posta che ci siamo già giocati, ma non a livello di lago, bensì di pensiero.

Cosa successe tra Einstein e Heisemberg sul principio di realtà?


Semplicemente che Einstein, benché padre della fisica dei quanti e quindi precursore di Heisemberg, e quindi dell'indeterminismo, si scontrò con esso quando si volle da parte di quest'ultimo, mostrare l'origine "non" naturale delle cose, famosa è la frase di Einstein «Dio non gioca a dadi».

Ebbene, egli, Einstein, comprese la confusione in cui si cacciava continuamente la natura delle cose, ma, sempre per egli, tale confusione non dipendeva affatto dalla natura, ma dalla precaria conoscenza che noi avevamo di essa: quindi, le cose hanno natura, ma noi fatichiamo a svelarla.

Una volta svelata la natura, secondo la conoscenza, tra la natura delle cose e il nostro conoscerla si forma vera identità.


Questa è la natura delle cose, o universale (bene universale appunto).
Esiste la scienza del tutto insomma, ma ce l'ha Dio, noi ci accontentiamo di assaggiarne alcuni risvolti, di averne alcuni chiarimenti.

Chiaro che questo cadde con la nuova scienza, supportata dal discorso del pensiero filosofico moderno, cadde l'incontrovertibilità di questo assunto, perché lo stesso assunto cadde.

Un conto è pensare che la natura delle cose esista, e Einsten lo pensava, un altro è pensare che quella non esista; e attenzione che la questione non è di lana caprina, ma modifica radicalmente il modo di pensare la struttura delle cose, perché nel primo caso le cose hanno natura, nel secondo invece no, cioè il secondo caso nega radicalmente il primo: che in origine non hanno più, cioè in Scienza con Heisemberg e oltre, anche con Goedel in aritmetica e matematica in generale o logica, alcuna natura da esibire.

Ma questo avviene anche per la politica e per tutte le cose, in generale insomma.

In politica ad esempio è la democrazia procedurale che si sostituisce a quella universale, dove quella procedurale non si relaziona appunto alla natura delle sue leggi, ma le leggi vengono decise a maggioranza e queste non sono legate ad un senso che è di natura, con verità appunto, ma di volta in volta decise e stabilite a furor di popolo, quindi dove sta qui la natura?

Ora finiamola qui, perché altrimenti la faccio anche troppo lunga.

È quindi nel senso delle cose che esse non hanno natura, ma sono storicizzate, e quindi accusare Giuliano di una questione di pensiero, questa si globale e necessaria nel quadro storico moderno, mi sembra sinceramente troppo: lo conosco io il buon Giuliano, ma credere che egli abbia tutta questa potenza no, è troppo anche per lui, caro buon Seccamani.

Invece ti esorto a non credere all'impossibile, impossibile è per il pensiero ricorrere alla primogenitura, o primordialità, ma non tanto perché la tecnologia vince sulla natura, che anche tu nei tuoi restauri adoperi per poi combattere al tavolo con penna e calamaio, ma piuttosto perché la natura perde sulla tecnica: è perché le verità del dio teologico o delle verità epistemiche tramontano che allora la potenza tecnica può dispiegare le sue ragioni, e non il contrario.

Perché domandi a Giuliano ciò che non dipende da lui, da te o da chicchessia?

Con simpatia, a Romeo Seccamani.






160117_anfo_racconta.jpg




Commenti:
ID63721 - 17/01/2016 11:36:14 - (Dru) -

Dru

ID63732 - 17/01/2016 19:32:01 - (Baldo degli ubaldi) -

Solite accuse trite e ritrite , ma quando poi si deve passare ai fatti la storia cambia

ID63739 - 18/01/2016 09:35:11 - (bobdylan) -

Ho letto anch'io l'articolo di Seccamani su Anforacconta e devo dire che sono rimasto basito nel leggere ancora e sempre le stesse cose : colpa di Tizio, interessi di Caio ecc..Ma su, Seccamani ,guardi avanti ,al futuro oppure se vuole incolpare vada fino in fondo faccia nomi ,cognomi ,fatti si tolga i sassolini dalle scarpe e che sis finita, perchè delle sue pseudoaccuse ne abbiamo abbastanza.

ID63743 - 18/01/2016 12:38:44 - (Baldo degli ubaldi) -

Concordo in pieno con bobdylan

ID63757 - 19/01/2016 07:47:27 - (Dru) - una metafora per comprendere il discorso sopra e di cosa produce il pensiero moderno

DIo (la Natura e le sue leggi) non gioca a dadi (Einstein) con il mondo, ma Dio (la natura e le sue leggi) non esiste (Heisemberg), e in quanto il sottosuolo del pensiero moderno uccide Dio (la Natura e le sue leggi immutabili, penso a Nietzsche ma non solo, penso a Leopardi e a Gentile, ma non solo,..), il mondo è un mondo di dadi, intendendo per mondo di dadi appunto quell'evidenza suprema delcdivenire altro delle cose che ha voluto un Dio immutabile a suo sostegno, perché per il mondo che non gioca a dadi ci vuole un Dio (le leggi di natura) che lo regoli. E' questa, quella della volontà di Dio, una volontà che si fonda sull'innegabile evidenza suprema che l'ha fondata, l'evidenza del mondo, che diventa altro da sé, di tutte le cose. Siccome e in quanto le cose divengono altro, siccome la legna diventa cenere, questa l'evidenza del mondo,

ID63758 - 19/01/2016 07:48:58 - (Dru) -

allora la volontà di Dio è necessariamente destinata a tramontare e con lui anche la Natura o le leggi che la fanno tale. Ora, pretendere che il tramonto di DIo sia ad opera del Giuliano Rizzardi, consentimi, e anche se non me lo consenti Seccamani, è pretendere troppo.. ;-)

ID63759 - 19/01/2016 08:05:42 - (Dru) - altra metafora (materialista), Democrito

Popper dice che senza Democrito e l'atomismo non ci sarebbe stata alcuna scienza per il futuro. Ora, è vero che il vuoto non è il nulla , tra le particelle di realtà ricordo che l'atomismo mette il vuoto, si che esse possano muoversi (divenire). Ma possiamo comunque pensare che questo vuoto sia una sorte di nulla, certo è il nulla di quelle particelle. Se dovessimo credere, come te Seccamani che credi alle leggi di Natura, che il mondo ne è regolato, dovremmo pensare, come pensa il pensiero occidentale del Dio e della Natura, che queste forme di "volontà" (a proposito Seccamani e C. non credono che queste siano forme di volontà, altrimenti ne sarebbero coscienti e non scriverebbero certe cose, anche Rizzardi non crede che Dio sia "solo" una forma di volontà, è molto vicino ad Einstein in questo) siano ciò che anticipa e riempie quegli spazi

ID63760 - 19/01/2016 08:11:17 - (Dru) -

Può esserci un luogo dove gli atomi si rifugino, nel loro divenire nel vuoto, che sfugge alle leggi e alle regole del Dio (Natura)? No! questo non è il concetto su cui il pensiero poggia il mondo (che non è un gioco a dadi) l'immutabile, quel Dio onnisciente che anticipa e prevede tutto in sé. Se DIo e siste, se le leggi di Natura esistono, allora queste anticipano tutto e non può esserci un luogo dove gli atomi possano dire di essere al riparo di esse. Ma se questo, che è volontà sul divenire, è vero, allora ogni luogo, non solo il passato delle cose, non solo il presente, ma anche il futuro, è anticipato, ogni vuoto è riempito da queste leggi, si che queste bloccano il movimento (il divenire), entificano il niente.

ID63761 - 19/01/2016 08:15:08 - (Dru) -

Ma siccome abbiamo appena detto sopra che l'evidenza suprema, non solo di Democrito, non solo di Einstein, ma di tutto il pensiero Occidentale, è il divenire altro di ogni cosa, è il movimento libero degli atomi nel vuoto, questo satollo (pieno dice Nietzsche) DIo o Natura che prevede in sé, nelle proprie leggi, gli enti del futuro, rende impossibile il movimento libero di questi enti. Ma siccome è impossibile che le cose non divengano, è impossibile una Natura delle cose.

ID63762 - 19/01/2016 08:18:36 - (Dru) -

la Natura delle cose, per il sottosuolo o l'inconscio del pensiero Occidentale, non esiste.

ID63763 - 19/01/2016 09:36:56 - (Dru) - Altrimenti Seccamani

a che pro voler imporre la tua volontà entificante su Giuliano, affermando che egli vuole storicizzare quello che è di Natura? a che pro? Se La Natura esistesse davvero nel tuo discorso, come quell'immutabile che è l'essenza di ogni cosa, se nel sottosuolo di ciò che vuoi confermare della Natura come bene di tutti, ci fosse davvero davvero la Natura e le sue leggi, a che pro castigare una volontà contraria? Sarebbe inutile negare sul presupposto di Natura ciò che vuole demolire quel presupposto, sarebbero parole al vento le tue, se non covasse in te appunto la stessa volontà annientante quella volontà.

ID63764 - 19/01/2016 09:41:24 - (Dru) - a me piace in questo caso,

per comprendere dove stia l'errore di chi parla liberamente senza pensare alla necessità di ciò che dietro le parole si cela, che è inutile voler prendere in mano il SOle, presupposto un SOle imprendibile, se invece pensiamo, presupponiamo il Sole come possibile, come prendibile, allora non esiste un Sole imprendibile.

ID63765 - 19/01/2016 09:49:05 - (Dru) - cioè

ciò che si presenta al senso comune come imprendibile (la Natura), non appare come immediatamente contraddittorio che possa essere presa, una volta che nella contraddizione sia chiarito, da una parte del dilemma che forma la contraddizione, che il Sole, come cosa che è imprendibile, sia negata dall'affermazione che il Sole è prendibile. Oggi la tecnica, cioè il mondo, cioè le cose, non hanno natura (questa l'affermazione che dice che il Sole è prendibile) e sono quindi disponibili alla presa di ogni altro essere, anche dell'esser uomo che non è Dio. La Natura, sul fondamento di questa posizione del pensiero, sulla posizione ormai dominante, è un'invenzione dell'uomo, una "bella" invenzione. Dove per "bella" si intende quella volontà, appunto, potentissima nella tradizione, in cui l'Uomo mortale ha creduto di pote vedere la verità delle cose.

ID63766 - 19/01/2016 09:53:08 - (Dru) - che non esiste la natura

non significa che non esiste la verità, anche se implicitamente il discorso di un qualcosa che non esista mina il senso della verità. Ma questo è tutto un altro discorso... troppo lungo signori, se volete leggete qualcosa di quanto ho scritto in questo giornalaccio...

ID63767 - 19/01/2016 09:57:05 - (Dru) - di cosa produce il pensiero moderno nel titolo dell'ID63757

"voleva" essere: "di cosa è "fatto" il pensiero... ma fare e produrre sono comunque lo stesso, l'impossibile...

ID63815 - 20/01/2016 22:02:39 - (blb) - i "ben pensanti" del lago

penso che gli amministratori quali Rizzardi hanno cercato di governare l'avvento delle opere con dei saggi accordi per avere un certo tipo di opere che non arrecassero danni al lago. Forse dovrebbe spiegare Seccamani cosa abbia fatto lui e il suo mentore avvocato Mellaia per il lago negli ultimi anni.Oltre a pavoneggiarsi davanti alle telecamere in occasione dell'apertura della Rocca con i finanziamenti dell' accordo di programma ... e gettar fango sull'operato altrui (sottacendo la fallacia del proprio) il "ben pensante" Seccamani che ha fatto di concreto per il lago?

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