27 Agosto 2009, 07.00
Valsabbia
Multanova e nuove regole

Basta multe per fare cassa

Dopo la direttiva Maroni, anche i comuni bresciani si interrogano su come gestire le novitŕ introdotte nei sistemi di controllo della velocitŕ.

I comuni non potranno più fare cassa con i multavelox. Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni ha emanato recentemente a tutte le Prefetture una direttiva in materia di controllo della velocità e telerilevamento delle violazioni, che fissa alcuni principi validi per tutte le Polizie stradali (dello Stato e locali).
«Efficienza e trasparenza». sono questi i criteri a cui si ispira il Ministero che ha fornito chiarimenti «molto utili e in grado di sgomberare il campo da interpretazioni ambigue, al limite del raggiro» sostengono amministratori e addetti ai lavori.
Tra le indicazioni, compare il dovere di informare gli automobilisti in modo chiaro circa la presenza delle apparecchiature di rilevamento telematico: le pattuglie dovranno essere visibili e la presenza dell’autovelox dovrà essere segnalata da appostiti cartelli stradali. Non è tutto. Secondo le nuove disposizioni, la pianificazione dei servizi di controllo della velocità dovrà prevedere l’individuazione dei nodi più critici attraverso una classificazione stradale che faccia riferimento al numero di incidenti avvenuti nell’ultimo biennio sulle singole arterie.
Oltre alla ridefinizione del monitoraggio degli eccessi di velocità è stato rivisto anche il coordinamento dei servizi di controllo che verrà affidato, d’ora in avanti, alla Polizia Stradale.
Tra le disposizioni più importanti (e discusse) compaiono il divieto «di appaltare a società private i servizi di controllo della velocità» e una norma ad hoc a tutela della privacy del cittadino: fotografie o riprese video dovranno essere pertanto trattate solo ed esclusivamente dal personale di Polizia incaricato, evitando accessi non autorizzati ai dati e alle immagini. Tutela della privacy a parte, la disposizione di Maroni va a colpire un vecchio «vizietto» di alcune amministrazioni locali che, spesso e volentieri, utilizzavano gli autovelox per «rimpolpare» le casse del bilancio comunale.

«Nella nostra provincia non sono mancati casi di piccoli comuni con un solo vigile urbano in servizio che nel bilancio preventivo annuale inserivano cifre molto alte» afferma Gianfranco Rossi, comandante del consorzio della Valtenesi che coordina gli agenti di Polizia Locale dei comuni di Manerba, Moniga, Polpenazze, Soiano, Padenghe e San Felice.
Rossi valuta positivamente la direttiva ministeriale: «gli amministratori locali capiranno finalmente che l’autovelox è strumento di prevenzione degli incidenti e non un modo per fare cassa e assestare il bilancio. Atteggiamento quest’ultimo che danneggia anche l’immagine degli stessi agenti». Qualche centinaio di migliaia di euro per i centri più piccoli, diventano «1 milione e 300 mila o 1 milione e 800 per Comuni come Bedizzole o Nuvolera» spiega l’avvocato Alessandro Redaelli De Zinis, noto per aver difeso diversi automobilisti impegnati nel ricorso contro diverse amministrazioni locali bresciane. Il meccanismo è semplice: si iscrive a bilancio una certa cifra che, nel corso dell’anno, viene raggiunta «artificialmente» attraverso operazioni (più o meno concordate) di contravvenzioni «a tappeto».
Spesso le rilevazioni telematiche vengono date in appalto a società private alle quali sono garantite commissioni sul numero di contravvenzioni (in pratica: maggiore è il numero delle multe, maggiore è l’incasso per l’azienda): «si tratta di interessi privati in atti pubblici - spiega Redaelli -: gli incaricati della società appaltatrice, non fermano il conducente. Dopo aver sviluppato la foto e redatto il verbale, consegnano tutto il materiale al comandante dei vigili che si limita a siglare le contravvenzioni; quindi, incassano la commissione».
Pratiche discutibili (ne parliamo a lato) che d’ora in avanti non potranno più essere messe in pratica.

Come faranno dunque le amministrazioni locali a gestire il telerilevamento delle violazioni? «Per ora - spiega Carlo Panzera, sindaco di Vobarno e presidente dell’Associazione Comuni Bresciani - stiamo esaminando i termini del provvedimento per decidere una strategia comune. In Val Sabbia (come in buona parte della provincia, ndr), i comuni, singolarmente o riuniti in consorzi gestiscono già queste procedure». Dalle nostre parti poco o nulla dovrebbe cambiare. Resta invece da stabilire, la ripartizione degli introiti delle multe che secondo una norma contenuta nel Decreto Sicurezza, da poco approvato, dovrebbero essere suddivisi tra l’ente proprietario della strada e chi invece gestisce le operazioni di telerilevamento.

Francesco Apostoli da Bresciaoggi



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