Oggi nuovo sopralluogo dello Ster

Hanno fretta di rientrare in possesso dei loro appartamenti, i gavardesi loro malgrado coinvolti nella lotta ingaggiata da una fetta intera del “Mut de Bösàga” contro la forza di gravità.
Il caso, la natura o l’errore umano, hanno voluto che a vincere fosse la forza scoperta da Newton e rimettere le cose a posto adesso è compito arduo.
“Ci servono delle indicazioni precise per capire come sbloccare al più presto la situazione e stiamo facendo di tutto perché la giornata di domani (oggi per chi legge ndr) possa essere quella decisiva per stabilire modalità, tempi e anche responsabilità”.

Sulla vicenda della frana che ha colpito e distrutto almeno due degli otto appartamenti del residence Villa dell’Elmo a Soprazocco di Gavardo, dopo la paura e l’apprensione per il pericolo scampato dalle persone, il sindaco Giambattista Tonni mette le mani avanti:

“Subito abbiamo emesso ordinanza di inagibilità per tutti gli appartamenti del complesso residenziale e ad una dozzina fra progettisti, costruttori e proprietari abbiamo ordinato la messa in sicurezza del fronte frana e lo sgombero del materiale – ci ha detto ieri -. Ovvio che i tempi devono essere quelli indispensabili per poter fare quello che abbiamo richiesto, non un’ora di più. Nulla però si è ancora mosso. Siamo in attesa di effettuare un ulteriore sopralluogo con l’ing. Giacomelli, massimo responsabile dello Ster di Brescia, per capire come possiamo muoverci. L’obiettivo è quello di accelerare i tempi. Nel frattempo abbiamo provveduto ad offrire ospitalità alberghiera ai 13 inquilini, tutti proprietari, degli appartamenti. Oggi, col rientro di due famiglie da un periodo di ferie, gli sfollati diventano 17”.

La fretta è giustificata dal fatto che la frana è tutt’altro che ferma.
Dopo lo schianto iniziale e violentissimo avvenuto alle 5 e mezza del mattino di mercoledì, infatti, quando almeno tre persone non sono state seppellite dai macigni e dal fango per pura fortuna (chiamiamola così), il fronte della frana ha continuato ad avanzare.
All’esterno il materiale rovinato contro la casa ha cominciato a premere sulla tettoia che sta alla base degli appartamenti del piano superiore.
Dentro la gran massa è avanzata di almeno due metri, fino ad occupare per intere le camere da letto nel retro, mentre il fango ha preso a girare anche nel soggiorno, fra mobili e parquet.

“Abbiamo perso tutto quello che avevamo, ora rischiamo di smarrire anche la serenità in famiglia – ci ha detto ieri il professor Mauro Ronchi, vicepreside al Liceo Enrico Medi di Salò -. Mia figlia, che aveva solo 6 mesi la notte del terremoto, vissuta in un appartamento in affitto a Salò, è in preda all’orticaria, mia moglie rischia la depressione. Speriamo solo che al più presto quest’incubo possa avere fine”.

E' la più danneggiata la famiglia Ronchi, ammesso che si possa stilare una classifica dei più sfortunati fra quanti sono rimasti senza casa: a quello del professore, infatti, si deve aggiungere il danno subito dai suoi genitori che abitano nell’appartamento accanto e che ha subito una sorte ancora peggiore, con due camere ed il bagno completamente invasi dalla montagna.
Mauro Ronchi insegna diritto e noi la buttiamo lì:

A chi tocca di mettere a posto? “Guardi – ci risponde -. In questo momento proprio non ne ho idea. Ci mancherebbe solo che alla fine a rimetterci siamo noi. Sarebbe una beffa impossibile da sopportare, dopo il danno”.

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