20 Aprile 2020, 07.27
Valsabbia
L'opinione

Campa cavallo...

di Ernesto Cadenelli

Sono tanti i messaggi “ANDRA’ TUTTO BENE”, piccolo particolare non si sa quando. Sono giorni che aspettiamo il calo della malattia, tanti ottimisti tra i politici, un po’ meno tra gli scienziati e medici, frettolosi di ripartire gli industriali...


A me, che non sono un esperto, pare che l’uscita sia ancora lontana. I morti non calano, anzi più si approfondisce più i numeri aumentano, frutto della sciagurata scelta di non metter al riparo le RSA, ospiti e lavoratori.

Non fa un bel vedere la BABELE di lingue dei nostri rappresentanti istituzionali.
Un’autonomia mal pensata delle Regioni porta a un perenne conflitto tra Stato Centrale e Autonomie Locali, Governatori e Sindaci.
Spesso, se si sta ad osservare attentamente le prese di posizione, si capisce che a seconda della giacchetta indossata, si usa il potere regionale per semplice contrasto politico. Per cui se il Governo dice A, la Lombardia dice B e viceversa.

Questo non aiuta di certo i cittadini, comuni mortali, a cogliere fino in fondo la gravità della situazione.
Ci sono state ad ogni livello sottovalutazioni iniziali del pericolo del virus, d’altronde era sconosciuto, ritardi nel fornire sistemi di protezione al personale ospedaliero, ma poi la macchina delle restrizioni regolate si è messa in moto e il blocco di tante attività e di persone è stato presentato come l’unica arma di difesa.
I cittadini han fatto sacrificio e chiaramente vogliono recuperare spazi di mobilità e di ripresa del lavoro, ma in sicurezza e con procedure e comportamenti ragionati. Soprattutto mettendo al bando i furbetti di ogni risma.

Quel che non si capisce è l’atteggiamento dei Governatori del Nord, il nostro in particolare, che cambia continuamente posizione.
A fronte degli oltre 10.000 morti, il lunedì si chiude, il martedì si chiede la riapertura di tante attività, il mantra giornaliero è che tutto è sotto controllo e nessun errore compiuto. Per la verità la Lombardia segue molto gli umori di capitan Sfracassa, che in quanto a ondeggiamenti non è secondo a nessuno.
Il Governatore del Piemonte, la Regione in cui i dati del contagio continuano ad essere allarmanti, si è immediatamente accodato.

Il Veneto e l’Emilia Romagna, con una situazione tutto sommato sotto controllo, anche per merito delle loro scelte su tamponi e zone rosse, parlano di ripartenza, ma in un quadro di regole definite in sintonia col Governo Centrale.
Francamente mi pare un atteggiamento più affidabile.

Certo è che la situazione in Lombardia ha evidenziato i limiti di riforme della sanità che oggi mostrano la corda.
Non solo la penalizzazione della sanità pubblica, ma anche l’esautorazione del ruolo dei medici di base, forse tra le prime cause di questo disastro rispetto al resto d’Italia.

Ma subito a ruota c’è il problema delle Case di Riposo, grave in ogni regione, da noi grazie a genialate sorprendenti della Regione, ulteriormente fuori controllo. Occorrerà, una volta fuori dal tunnel, ridisegnare il sistema di assistenza alle persone anziane o disabili. Pensare una legge sulla non autosufficienza, ripristinare il ruolo dei Comuni nel controllo dell’attività delle strutture residenziali, cosa oggi non data.
Così come sarà necessario potenziare l’assistenza domiciliare sanitaria, sostenere le famiglie in condizione di fragilità, e trattare bene il personale addetto, medici, infermieri e Asa, con contratti di lavoro dignitosi e liquidando il precariato, imperante nel settore.

C’è poi la questione, non banale, delle risorse necessarie per far ripartire l’economia, sostenere imprese, lavoratori e i settori più penalizzati dalla crisi, penso all’agricoltura, al turismo, alla ristorazione, vitali per milioni di lavoratori.

Prima questione, la regolarizzazione dei lavoratori stranieri occupati in agricoltura, nell’assistenza alle persone (badanti), impegnati nel turismo.
Avere presenti sul territorio persone che non figurano in nessun elenco, che vivono in baraccopoli ai margini della campagna, in condizioni igienico-sanitarie schifose, oltre che essere disumano, può diventare ulteriore veicolo di circolazione del virus proprio perché non controllato.

Poi, altro tema, il reperimento di risorse, che servono immani, per rimetter in moto la macchina. L’Italia sappiamo in che condizioni economico-finanziarie si trovava già antecedentemente all’esplosione della pandemia.

La battaglia perché l’Europa si dia una mossa e trovi tutti gli strumenti finanziari necessari per aiutare i Paesi più esposti, direi ormai tutti, è sacrosanta.
Ma quel che successo al Parlamento Europeo tre giorni fa, è semplicemente disarmante. Le forze politiche italiane in ordine sparso, maggioranza e opposizione. Anziché fare massa per cercare di strappare condizioni più favorevoli, si sono sparpagliate con posizioni assurde, quasi che non fossimo noi ad aver bisogno di quei finanziamenti.
Mi viene in mente la barzelletta di quel cornuto… lasciamo perdere.

Oggi bisognerebbe remare tutti nella stessa direzione, Governo, opposizione, imprese, sindacati, terzo settore, per sfondare questo fronte dei Paesi del Nord che ancora non si sono resi conto che il crollo di Paesi importanti come Italia, Spagna o Francia trascinerà a fondo tutte le economie. Non ci sarà tedesco o olandese che si salverà.

L’opposizione è conciata male, i sovranisti di Lega e FdI contro il Mes, contro gli Eurobond, non si capisce che cosa propongono. Forza Italia, invece, un po' più collaborativa.

Nel Governo è incomprensibile la posizione dei 5 Stelle.
Stanno riemergendo con forza le posizioni NO-TAP, NO-TAV, NO-VAX e ora NO-MES. Posizioni ideologiche a prescindere dai contenuti reali di questo Fondo di aiuti, oggi senza vincoli stringenti e destinato a investimenti in sanità, provata dopo questa terribile prova. L’Italia contribuisce al fondo per circa 14 miliardi e potrebbe averne in prestito 37.

L’Europa poteva e deve fare di più, ma è una fake-news sostenere che non ha fatto niente.
E’ saltato il vincolo di stabilità, c’è un fondo di 100 miliardi per le casse integrazioni, la BCE ha iniettato 250 miliardi di liquidità.
Adesso che c’è la partita più robusta, l’emissione di titoli che consentano gli investimenti, noi siamo alle prese col consenso interno.

Questa crisi rivoluzionerà anche il consenso. Famiglie, lavoratori, artigiani, commercianti, esercenti, grandi imprese, guarderanno ai risultati concreti di cui potranno beneficiare.
Perchè questa sarà l’unica possibilità per tutti di uscire dalla crisi, seppur in tempi lunghi.

L’alternativa è fare da soli, che può voler dire Tassa Patrimomiale o prestito forzoso come avvenne nel 1992.
Col serio rischio di un fallimento che ci butti fuori dalla zona Euro.
E’ un avviso ai naviganti, sarà bene raccoglierlo.

Ernesto Cadenelli
Vobarno 19 aprile 2020





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