Una nutrita presenza, soprattutto di giovani, ha seguito con interesse e partecipazione, all'auditorium di Vestone, la presentazione del libro di Vittorio Emanuele Parsi "La fine dell'uguaglianza"
ho cominciato a scrivere sul treno, al ritorno dalle Marche, subito dopo il gesto di Preiti a Roma, e ho finito di scrivere subito dopo le picconate di Kabobo.Ora, mentre noi commentiamo, un uomo si è dato fuoco a Vittoria, ed altro ancora succederà.Rilevo con angoscia come le reazioni (oltre che impolitiche o prepolitiche – ma data la politica attuale non può che essere così) si rivolgano contro persone (compresi se stessi) e non contro cose (compresi sistemi), un altro aspetto della reificazione e dei rovesciamenti imperanti.Emerge poi questa figura dell’”uomo indebitato” (ne parla anche oggi su La Repubblica Gad Lerner) su cui economisti, sociologi, antropologi e filosofi stanno riflettendo – frutto del resto della riduzione ad homo oeconomicus dell’essere umano complesso, così come rilevato anche da Leretico.
la coscienza infelice si realizza nel momento in cui crede in una “potenza” superiore che nega(=oppone fondandola) l’impotenza della coscienza infelice appunto: il DEBITO è questa nuova forma di potenza, se credo al debito quello mi uccide perché quello mi limita fino alla morte, mi consuma.Non è così però che la società e l’umanità si sta producendo e sta producendo le cose e i loro significati, è esattamente il contrario, e infatti le società si edificano proprio sulla morte di Dio e sulla nullificazione di ogni valore, anche del valore del denaro, che diventa così sempre più liquido e inconsistente, fruibile ed evanescente.Chi crede ancora in un qualche Dio (=debito), quel Dio lo soffocherà, chi non si rimette a nessun Dio, quello volerà, questo dicono le nuove filosofie a partire da Nietzche …
la politica è in crisi proprio perché si fonda su valori che sempre di più sono liquidi, perché noi vogliamo che lo siano, lo vogliamo perché al dunque a questo crediamo, crediamo che le cose divengano l’altro da sé, crediamo che l’ente(=le cose) sia niente quando non è e sia essere quando è e la ragione che gli sta alla base non sa come gestire questa liquidità.Questa ragione sta tramontando.
“Il capitalismo è il primo caso di un culto che non redime il peccato, ma genera colpa… Un’enorme coscienza della colpa, che non sa rimettere i propri debiti” (W. Benjamin)
E 2.034 miliardi di euro è il debito pubblico italiano..
se lo vuoi pagare (=il solido) allora è un debito e la colpa la devi espiare… Delitto e Castigo, se lo vuoi uccidere (=liquido) allora è un non-debito e allora non lo vuoi pagare e non c’è né Delitto(=colpevole) né Castigo (= leggi, stato)…
L’obiezione potrebbe essere, come fai a non pagare un debito? risposta- non riconoscendolo come tale-
come fai ad uccidere Dio ?non riconoscendolo come tale.
http://mariodomina.wordpress.com/2013/05/13/irrappresentabilita/
Il libro, ha specificato l'autore, non e' un trattato di filosofia. E' un libro di economia e di politica con una precisazione: l'economia non e' una scienza, anche se si ostinano a chiamarla con quel nome, lo dimostra il fatto che possono dare il Nobel un anno ad uno e l'anno dopo ad un altro che dice l'opposto del primo.
come possa un giovane di 20, 25 anni credere nell'uguaglianza. In ogni momento della sua vita ha visto e letto di privilegi disgustosi, una corte di nani, servi, ballerine e troie capaci di ogni più lurida bassezza pur di riempire la pancia. Con questo ventennale nostro insegnamento, la loro massima aspirazione, diventare calciatori e veline, è l'unico ideale che siamo riusciti a mostrare. Ciaociao
di quelle teoriche ma soprattutto di quelle pratico-teoriche. L'autore sbaglia a non definire l'economia una scienza, eccome che lo è, potrà dire che non è una scienza dura se proprio vuole concedersi un angolo di libertà, ma la scienza si fonda proprio sul principio da te esposto, oggi il nobel a me domani a te, è il gioco delle "parti" che solo la scienza sa fare con tutta la potenza che gli compete.
se lei vede veline e nani dappertutto e nei suoi sogni non è che questo modifichi il mondo in cui viviamo, questo è un problema suo, io vedo ogni giorno Severino, Platone, Aristotele, Haidegger,Hegel Nietzche, Leopardi,Anassimandro, Anassimene,Anassagora Protagora, Gorgia, Prodico e Ippia,Antifonte, Crizia, Trasimaco, Licofrone, Callicle, Alcidamante, Polo,Talete,Empedocle, Pitagora,Parmenide, Eraclito,Melisso, Zenone, Socrate,Diogene, Epicuro, e via,via discorrendo, vedo l'umanità più vera...
tra due mesi o poco meno (dopo 29 anni di lavoro) resterò disoccupato.... dovrei "prenderla con filosofia"? Ah già, è un problema mio...
Duemila anni fa la filosofia era considerata la scienza per eccellenza. Oggi i filosofi hanno rinunciato al tentativo di spiegare tutto. Una definizione concreta di scienza e' utile per evitare fallimenti simili a quelli della filosofia classica. Purtroppo i filosofi sono stati sostituiti da altre classi di "pensatori" (cioe' che creano realta' frutto solo del loro pensiero) sociologi ed economisti in primis. Economisti vincitori di premi Nobel incapaci di prevedere cio' che accade nell'economia reale (affidabilita' da astrologia). Sulla sociologia che vuol essere una scienza al pari della fisica, della chimica, della matematica cosi' si esprime Morin: "la pretesa di monopolizzare la scientificita' (cioe' essere oggettivi) che anima alcuni sociologi, non e' soltanto terroristica, ma e' anche antiscientifica e oscurantista. Il filosofo il sociologo l'economista quando fanno previsioni non esprimono certezze, ma solo opinioni.
nelle poche righe che hai scritto hai bene espresso il pensiero di Severino... e il mio, ma attento alle parole ... un esempio , quando Morin scrive "fare la previsione", ecco quel "fare" è ancora ciò che del filosofo "fa" il mago, mentre la previsione è filosofia e non si "fa" ma "è". Poi vedi che le tue ultime righe qui collidono con il pensiero del nobel che negherebbe la scientificità dell'economia, infatti ora dici cosa è la scienza nel suo più profondo significato attuale e cioè quel "accade" che scrivi e il suo più profondo significato, significato evocato da Aristotele per primo nel libro gamma della metafisica.
ogni cosa l'occidente la vede per come "accade" e non per come "è", questo da quando Platone prima nel libro quinto della Repubblica e poi Aristotele nel libro quarto della metafisica ontologizzano la physis (=portano il divenire nell'essere) e cioè trasformano la fisica in metafisica. Il problema da risolvere è sempre la contraddizione insita nell'accadere dello stare, ma di questo ho scritto già molto e non vorrei essere petulante e pedante...
in ogni verità c'è la contraddizione originaria, si tratta, ma è destino , il risolverla... chi parla della verità, i filosofi, non dicono la verità, perché già il dirla non è la verità, ma sono coscienti di esserci dentro.Posso solo farti gli auguri per un avvenire felice, ma l'avvenire felice dipende molto da come lo pensiamo già da ora.
L'esempio che faceva Parsi per spiegare la non scientificita' dell'economia era quello di far cadere dei bicchieri dal tavolo che finivano immancabilmente sul pavimento. Nessuno in quella sala si sarebbe sognato di contestare la legge di gravita', mentre ognuno aveva idee diverse su quanto lui andava raccontando. Da qui derivava il test di scientificita': Un concetto e' tanto meno scientifico quanto piu' e' criticabile in se'. Nonostante la filosofia, la psicologia, la sociologia, le scienze politiche si vogliano arrogare il diritto di entrare nel club delle scienze il test precedente le riconduce al rango di: opinioni suffragate da un metodo scientifico di indagine.
... altrimenti saresti nuovamente contraddittorio.Un concetto è tanto più filosofico quanto è meno criticabile quanto è meno criticabile in sé, altrimenti Aldo non possiamo capirci, perchè tu dici che le mele sono pere. La scientificità si fonda sulla criticabilità o sull'accidens appunto, su ciò che accade e non su ciò che è in sé.
ma io sono appunto un razionalista e filosofo, non mi basta essere uno scienziato.
erano tutti scienziati, mancava il filosofo.
Il tentativo di cambiare senso alle parole non cambia la realta' delle cose. La legge di gravita' rimane tale fino a prova del contrario. Il metodo della falsificabilita' e quello galileiano non sono in contrddizione. Il metodo seppure induttivo di Galileo non era sbagliato perche' non seguiva regole preconcette, ma le violava forse inconsciamente.
cambiato lo scopo cambia anche il loro senso. Se quelli seduti ad osservare il bicchiere in caduta avevano lo scopo di fare opinione e quindi di prevalere (hybris) allora il senso della gravità ( la sua determinazione) ha un senso, senso diverso da quello che gli è indicato da uno scienziato e ancora più in alto , da un filosofo.
è una parola priva di significato.
potrai dire, e qui mi metto dalla parte di chi obietta la filosofia e il suo significato, pretende di(= vuole) indicare la verità rischiando appunto di fare la figura di chi fa opinione cioè rischiando di prevaricare e di entrare nella sfera di Hybris, la prevaricazione appunto, ma questa obiezione è subito sgomberata dal significato profondo che è di filosofia, che è appunto l'apparire di ciò che sta in luce e che quindi semplicemente non indica ciò che "vuole" ma indica ciò che già da sempre "è".
in quella serata lì vi avrebbe detto che la Gravità, come il bicchiere e chi il bicchiere lascia cadere, sono nel cerchio dell'apparire, senza quel cerchio nulla potremmo nemmeno pensare, ogni cosa, ogni detto , ogni dire e che si dirà già sono qui adesso nell'immediato e in quel cerchio e oltre l'uomo e la realtà e il bicchiere e l'uomo che lo lascia cadere e la Gravità non può andare.
è fede: noi crediamo che quello che stiamo indicando è Gravità, noi crediamo che quell'uomo che getta il bicchiere è uomo che getta il bicchiere, noi crediamo che quello è bicchiere... data non è la verità, dato non è l'uomo che getta il bicchiere, dato non è il bicchiere, data è la fede in quello che vediamo.
Cio' che avresti potuto dire era fuori tema e fuori luogo.
ma la fede e il dito sono nel cerchio dell'apparire dell'esser sé dell'essente e del suo non esser l'altro, questa (=io che indico con le parole del nichilismo) è la verità (=cerchio dell'apparire).
non è ciò che dico, ma ciò che avresti voluto tu che dicessi.
"il costituzionalista"... puoi davvero pensare di prescindere dalla filosofia per determinarne il significato ? allora io ti dico (0 qui ho un poco del messianico), che ogni parola che in quel luogo è stata detta non avrebbe il significato che ha oggi per noi se a fondarla non fosse stata la filosofia, fuori luogo e fuori argomento è colui che crede di averne il senso(=significato) senza avere approfondito appunto quello più ampio della filosofia, sua madre.
Grazie Dru (AlessanDru?) per l'augurio. Ironicamente sarebbe da chiedersi: quale sarà il futuro dell'avvenire? Il pensiero è negativo, perchè è reale, è l'oggi. La positività è una speranza. Ma non c'è nulla di peggio che fare della speranza un'abitudine...
La speranza è legata al futuro, non si può sperare per il passato. Questa banalità nasconde un'impostazione di pensiero profonda: l'uomo può ottenere un cambiamento solo nel futuro. E si sgomenta quando sa che non può prevedere cosa accadrà. La gravità in un certo modo ci consola, perché sappiamo prevedere cosa accadrà quando lasciamo cadere il bicchiere da una certa altezza. L'economia invece è un sistema complesso e la scienza determinista non è in grado di prevedere il suo stato in un certo preciso momento futuro. l'economia, la sociologia e la psicologia non sono scienze anche se applicano un metodo cosiddetto scientifico per auto-fondarsi. Tuttavia, anche ammettendo questo, non possiamo dire che la scienza non sia ipotetica. Anche la teoria gravitazionale di Newton è stata superata da quella di Einstein eppure prima che arrivasse Einstein la teoria di Newton era considera vera. Voglio dire che sia
quella di Newton che quella di Einstein sono teorie, ipotesi sul mondo. La seconda spiega meglio della prima alcuni fenomeni della realtà. Se sono ipotesi allora la previsione del futuro ha uno scarto incolmabile che crea angoscia. Eppure la speranza, cioè la fede nella previsione, è la forza dell'uomo. La speranza non diventa mai un'abitudine perché il suo oggetto continua a cambiare: il futuro.
sul contesto delle tue affermazioni sono con te, che il futuro "sembri" aperto alle possibilità e che ci appare per come non è e, nel medesimo tempo e per lo stesso riguardo, per come è, la possibilità, è il contraddittorio appunto. Ma è sul termine scienza che debbo scontrarmi con te, il che a dire il vero mi procura un qual certo velato piacere ;-), perché il tuo termine è il famoso cattivo uso che del termine oggi si dà a "scienza". Non sei il solo, Anche Aldo sopra tentava di difendere della scienza l'indifendibile, cioè tentava di riconoscere nel figlio, la scienza, il padre, la filosofia, ma il figlio, la scienza, oggi indica il tramonto del padre, riferendosi proprio alle posizioni intransigenti su cui si era posto quel padre.
io debbo qui fermarti e dirti che oggi anche la parrocchia di Vestone, durante l'ora di catechismo, sta facendo scienza, altro che economia e premi nobel, e te lo dico perché la filosofia serve per smuovere le coscienze e per trasformare il mondo, non solo per contemplarlo così per come appare evidente. E te lo dico e ti conduco sulla via del giorno ricavando il nuovo concetto (= o concepito) di "scienza" da un passo di Nietzche che puoi leggere anche in "la Botte di Diogene" aforisma 72.
«Tutti i filosofi hanno il comune difetto di partire dall’uomo attuale e di credere di giungere allo scopo attraverso un’analisi dello stesso. Inavvertitamente “l’Uomo” si configura alla loro mente come una æterna veritatis, come un’identità fissa in ogni vortice, come una misura certa delle cose. Ma tutto ciò che il filosofo enuncia sull’uomo, non è in fondo altro che una testimonianza sull’uomo di un periodo molto limitato. La mancanza di senso storico è il difetto ereditario di tutti i filosofi; molti addirittura pendono di punto in bianco la più recente configurazione dell’uomo, quale essa si è venuta delineando sotto la pressione di determinate religioni, anzi di determinati avvenimenti politici, come la forma fissa dalla quale si debba partire.
Non vogliono capire che l’uomo è divenuto e che anche la facoltà di conoscere è divenuta; mentre alcuni di loro si fanno addirittura fabbricare, da questa facoltà di conoscere, l’intero mondo. Ora tutto l’essenziale dell’evoluzione umana è avvenuto in tempi remotissimi, assai prima di quei quattromila anni che all’incirca conosciamo e durante i quali l’uomo non può essere gran che cambiato. Ma nell’uomo attuale il filosofo vede “istinti” suppone che essi appartengano ai fatti immutabili dell’uomo e possano quindi fornire una chiave alla comprensione del mondo in generale: tutta la teologia è basata sul fatto che dell’uomo degli ultimi quattro millenni si parla come di un uomo eterno, al quale tendono naturalmente tutte le cose del mondo. Ma tutto è divenuto; non ci sono fatti eterni: così come non ci sono verità assolute.
Per conseguenza il filosofare storico è da ora in poi necessario, e con esso la virtù della modestia».
Questo l'antico senso della scienza che Nietzche individua e isola per criticare.non dimentichiamoci che i filosofi erano scienziati e la scienza prima era appunto la filosofia.
cioè qui è il senso storico, il divenire. Ma qui Nietzche fa un'operazione truffaldina, cioè sintetizza il fenomeno, ciò che ci appare per come diviene e la conoscienza o coscienza che è appunto ciò che per principio prima di lui avrebbe significato il permanere o lo stare delle cose cioè appunto quella misura certa delle cose che è la mente.
ero già su coscienza e ho scritto una cagata con conoscienza. ma andiamo avanti nell'analisi.
"Ora tutto l’essenziale dell’evoluzione umana è avvenuto in tempi remotissimi, assai prima di quei quattromila anni che all’incirca conosciamo e durante i quali l’uomo non può essere gran che cambiato." Qui Nietzche mi appare contraddittorio, ma come prima oracoli il divenire e ora sei tu a fare il filosofo che dice la verità ?
Qui sta la massima contraddizione, ma anche la massima espressione del genio di Nietzche, "il tutto che diviene", su questa contraddizione ora si fonda la potenza della "scienza" e il suo significato più profondo, divengono i nobel, diviene ogni principio, diviene ogni cosa, diviene il tutto e le cose tutte si calano nel contesto storico,caduco, effimero e dell'accadere appunto del cadere di ogni cosa dall'essere al nulla. Ci sarebbe da chiedere a questo punto a Nietzche e a Marx se anche quello storico non permane, ma non tergiversiamo...
cercando qualche fissità dal sapore antico,nella Scienza, non fate altro che andare nella direzione opposta ?
vi rimando sul blog "la botte di diogene-blog filosofico" all' "aforisma72"
il "costituzionalista" è il mestiere più contraddittorio che oggi esista, almeno secondo Nietzche e gli adoratori del divenire.
Caro Dru, il tuo Olismo filosofico porta allo stesso risultato dell'Olismo medico, va bene per curare i sani. Quando si e' ammalati conviene rivolgersi alla medicina classica (scienza)
ma nuovamente sei contraddittorio. La medicina classica è proprio quel veleno che Nietzche ha individuato nel corpo sano del divenire e che ha definitivamente indicato come sulla strada del tramonto. La scienza odierna ha fondato tutta la sua potenza su questo principio , sul principio del divenire o accadere o cadere (caduche le cose tutte). Cioè, se vuoi rifarti alla medicina classica (=scienza classica) sei "adoratore" dell'eterno e del dir lo stesso, se vuoi rifarti a quella moderna (=scienza moderna) sei "adoratore" del divenir l'altro. Ma se sei adoratore della scienza classica e vuoi combatterla allora ti contraddici per il (PDNC) o semplicemente (= complessità) principio di non contraddizione.
Quando si è ammalati oggi la scienza, sulle ali della filosofia, ti dice che se vuoi curarti devi affidarti al divenir'l'altro, ti dice che devi affidarti al contraddittorio, ma intanto questo contraddittorio è la potenza massima e "sembra" che guarisca da molti mali.
Ti devi fidare dell'antibiotico, non affidare al divenir altro se non vuoi crepare.
in questo contesto ho detto sopra che la lezione di catechismo oggi è scienza, in una certa qual forma la cosa è assolutamente identica.
"Eritis sicut dii" dice il serpente ad Adamo ed Eva nel racconto veterotestamentario e questo significa che se mangeranno il frutto divino diventeranno come Dei, ecco la forma del divenir l'altro del mangiare, come l'ingerire un antibiotico.Se compiranno il gesto, se per volontà vorranno diventare l'altro e lasciarsi indietro nel modo più radicale la loro natura umana, i limiti a cui essa li costringe e soprattutto il pericolo della morte, allora saranno come Dio. Vedi Aldo che siamo nuovamente ad un ora di catechismo.
Ho scritto che la scienza è ipotesi (Popper e il falsificazionismo docunt) e nel senso severiniano è fede. Ciò non toglie che nell'ambito delle cose complicate i suoi risultati siano innegabili. L'antibiotico è una delle cose prodotte dalla scienza. Peccato però che abbia anche delle controindicazioni: i batteri sopravvissuti all'antibiotico si fortificano per la stessa legge darwiniana dell'evoluzione. L'antibiotico uccide i batteri più deboli e lascia il campo allo sviluppo dei più forti. Come la mettiamo? I rimedi del determinismo possono provocare gravi danni se applicati a sistemi complessi come quelli umani senza cognizione. Insomma lo strumento scientifico arriva fino ad un certo punto, il resto per la maggior parte è ambito della complessità e quindi anche della filosofia.
ma Nietzche nasce appunto per demolire Hegel, cioè qui, nelle tue parole, ancora la contraddizione è viva, dice Leretico: possiamo negare quasi tutto ma i risultati a cui giunge la scienza no non possiamo negarli, e qui nuovamente ti debbo contraddire caro Leretico, sempre con quel velato piacere;-),Nietzche con la sua fondazione, la fondazione della nuova scienza, pone sulle sue spalle le ali ( le ali sono la potenza) proprio in quel termine sopraddetto "Ma tutto è divenuto", ogni risultato scientifico ha nel suo animo la sua assoluta e imprescindibile negazione. Ci sarebbe da chiarire dove chiaramente a questo punto Nietzche si discosti da Hegel ma questo è un altro argomento... il risultato scientifico o Resultat, alla Hegel, da Nietzche è messo in discussione come ogni altra cosa, la realtà, che è il razionale, "dice" lo Hegel a Nietzche importa nulla nel senso che se è una cosa allora diventa l'altro come ogni altra cosa.
sono negabilissimi, come ogni altra cosa, lo sono in virtù del fatto che non si riconosce la loro opposizione o si riconosce la negazione o il nulla come principio.
Ho scritto " il risultato scientifico o Resultat, alla Hegel, da Nietzche è messo in discussione come ogni altra cosa, la realtà, che è il razionale, "dice" lo Hegel a Nietzche importa nulla nel senso che se è una cosa allora diventa l'altro come ogni altra cosa." adesso ccorreggo... " il risultato scientifico o Resultat, alla Hegel, da Nietzche è messo in discussione come ogni altra cosa, la realtà, che è il razionale, "dice" lo Hegel a Nietzche, importa nulla nel senso che se è una cosa allora diventa l'altro come ogni altra cosa." qui si mancava una virgola essenziale.
...insomma, se avete voglia un attimo di approfondire davvero questi argomenti un primo approccio può esse questo: scrivete in Google.. -Emanuele Severino e Relativismo 1- e poi di seguito per altre 5 piacevolissime esposizioni. Severino per essere capito va riascoltato, a meno di essere Severino o come lui.
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di Nicol Bertanzetti [Primavera]
ID31948 - 15/05/2013 16:31:46 - (Dru) - insisto
il voluto è ciò che si pone come il negativo del volente. Se il volente vuole la libertà dal voluto, questo è l’impossibile, questo è tutto quello che puoi trovare scritto da Eraclito ad Aristotele fin giù ai lidi dello Hegel. La libertà, come assoluto scioglimento del legame che fissa il voluto al volente, o sua relazione, può essere voluta ma non può essere realizzata pena l’uscire dall’orizzonte del phainesthai, del manifesto..interessante alla luce di quanto dico la rilettura del frammento 94 di Eraclito.Elios non oltrepasserà le sue misure: ché le Erinni, ministre di Dike, lo troverebbero.il sistemico o la complessità che vuole prescindere da questo è nuovamente un volere impossibile, la complessità o il sistemico che vede, come vede la filosofia, la forma dell’identico o identità è verità.