Calcio: quando l'erba del vicino è più verde

Per adesso sono solo scaramucce di confine. Avvisaglie, ma solo avvisaglie, di un possibile «conflitto» territoriale. Tacciono le armi mentre la diplomazia tesse, con discrezione, la sua fragile tela.
Villanuova contro Gavardo potrebbe diventare il «caso» diplomatico dell’estate calcistica bresciana. Due le prospettive: o una guerra per un fazzoletto di terra conteso, o uno storico accordo che in futuro potrebbe portare al superamento di ataviche divisioni di campanile.

Ecco i fatti. Il football villanovese lamenta la mancanza di uno stadio adeguato per dare un futuro più luminoso alla propria squadra, Gavardo invece ha un ottimo impianto. E siccome il prato dello stadio gavardese, pur essendo di proprietà del Comune di Gavardo, sorge per metà sul territorio comunale di Villanuova, sono partite (ma non ufficialmente), «rivendicazioni» territoriali che potrebbero riaccendere antiche rivalità.

D’altronde l’estate del calcio serve anche per risolvere problemi di tipo logistico. E l’Unione sportiva Villanovese sta vivendo proprio in questi giorni una fase di passaggio che coinvolge tutto l’assetto societario. La dirigenza si trova in questo momento a gettare le basi per un nuovo ciclo, iniziato già lo scorso anno col settore giovanile, ma destinato a prendere la sua forma definitiva proprio nella stagione 2007-2008 con la ricostruzione della compagine che affronterà il campionato di Prima categoria.
L’obiettivo sarà la nascita di un gruppo rinnovato e preparato per ottenere risultati di valore, e i play-off saranno già dal prossimo anno ben più di una lontana speranza. Per raggiungere i traguardi prefissati però la società avrà bisogno anche di un nuovo stadio, e proprio questo pare essere ora il nodo principale da sciogliere per il presidente Toni Bertasio e il suo gruppo di collaboratori.

«Il campo di Villanuova sul Clisi versa in precarie condizioni già da tempo - spiega il massimo dirigente bianconero -, con un fondo in terra battuta e sabbia molto sconnesso che ci ha penalizzato più di una volta nel corso della stagione. Adesso vogliamo cambiare, perché la nostra crescita tecnica non può prescindere da un terreno di gioco adatto alle qualità dei giocatori».
Per il futuro c’è in programma la realizzazione di un impianto completamente nuovo, ma la scadenza del progetto non è a breve termine, anche per la condizione poco florida delle casse comunali villanovesi. Nei mesi scorsi c’era stato addirittura un acceso dibattito fra società e amministrazione civica proprio intorno allo stadio. «La volontà di cambiare casa temporaneamente è anche un messaggio per la Giunta e il Consiglio comunale - continua Bertasio -, perché capiscano che le nostre esigenze sono serie. Dispiace lasciare Villanuova, ma per noi è una questione assolutamente prioritaria».

Posto che il trasloco momentaneo durerà certamente per tutto il campionato, e che la società vuole come minimo un impianto con fondo in erba sintetica, restano da definire le possibili mete a cui approderanno i bianconeri. Un primo tentativo era già stato fatto con Prevalle: l’accordo sembrava possibile ma non è andato a buon fine. La Villanovese ha nel frattempo raccolto la disponibilità dei campi sintetici di Sabbio Chiese (in fase di realizzazione a breve) e Manerba: due opzioni forse troppo scomode.
L’ultima via è quella forse più suggestiva, ovvero la coabitazione con i vicini di casa di Gavardo, possessori di un impianto di ottimo livello, con uno spazio in erba e uno in sintetico: in questo caso l’erba del vicino è davvero più verde. Potrebbe essere problematica la definizione dei calendari, perché le due squadre militano nello stesso girone, ma l’ipotesi gavardese sembra la più indicata e comoda per i villanovesi.

Oltretutto va sottolineato che circa metà del campo in erba rientra nell’ambito territoriale di Villanuova, pur essendo ovviamente di proprietà del Comune di Gavardo, che lo aveva acquistato al momento di realizzare lo stadio.
Se la Villanovese vorrà percorrere questa strada dovrà necessariamente confrontarsi con i gialloneri, tenendo presente anche il ruolo dei rispettivi amministratori comunali.
Non ci sono però passi ufficiali, per ora. Ma da parte del Gavardo arriva tra l’altro un stop, cordiale ma netto, a questa ipotesi: «Non potremmo, neanche volendo, dividere il nostro impianto con la Villanovese - taglia corto il vicepresidente Susio -. La nostra convenzione con il Comune limita l’uso dell’impianto a società e atleti gavardesi: ci dispiace per la difficoltà dei nostri vicini, ma la convenzione parla chiaro. Nel caso poi di un eventuale accordo tra i due sindaci, saremmo costretti ad opporci. Non vedo come un solo stadio possa bastare a due club: abbiamo un vasto settore giovanile e l’impianto basta a malapena per gli allenamenti dei nostri ragazzi. Se arrivassero anche quelli di Villanuova, qualcuno dovrebbe allenarsi di notte: chiaramente non si può fare».

Il seguito alle prossime, eventuali puntate.

di Luca Cortini da Bresciaoggi

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