Ci vorranno settimane

Articolo 2 legge 895 del 1967: da uno a otto anni di reclusione e grossa multa, per chi detiene ordigni bellici. E nella cantina di Diego Manessi, collezionista ed improvvisato artificiere, ce n’era un intero arsenale: decine di bombe di diversa foggia, dimensione e soprattutto pericolosità.
Ordigni d’artiglieria soprattutto, risalenti alla seconda guerra mondiale.

Oltre al danno, insomma, con la perdita della gamba dal ginocchio in giù, anche i guai con la giustizia, per il quarantenne di Villanuova che giovedì sera sembra stesse armeggiando con un trapano per svuotare di polvere una bomba, si dice recuperata da poco sui monti attorno al paese.

L’uomo è stato subito arrestato dai carabinieri su indicazioni del magistrato, il dottor Milanesi, lo stesso che dopo la convalida ne ha disposto la scarcerazione in attesa del processo: Manessi si trova in un letto alla Poliambulanza di Brescia, con riserva di prognosi, e di lì non si può muovere, nessun rischio dunque di fuga o che possa reiterare il reato.

Intanto ieri ancora non era chiaro quanto materiale bellico ed esplosivo fosse presente in quella cantina: ci vorranno settimane, forse un mese per bonificare per bene il seminterrato.

E’ questa la prima, sommaria indicazione, da parte degli uomini del Genio Guastatori, gli esperti giunti apposta da Cremona ieri pomeriggio, dopo che il sopralluogo mattutino da parte degli artificieri dei carabinieri aveva decretato la necessità di un loro specifico intervento.
E nel frattempo nessuno potrà avvicinarsi ai civici 15C e 15D di Via Galilei, fra Villanuova e la sua frazione Bostone.

Resteranno così a lungo fuori di casa sia la famiglia del quarantenne che si è ritrovato col piede spappolato dall’esplosione - moglie e due figlioletti, maschio e femmina di 13 e 14 anni - sia la coppia che abita di fianco: un tappezziere e sua moglie.
Tutti hanno trovato ricovero presso parenti.

E dopo il primo spavento, dovuto al botto che poco dopo le 22 di giovedì aveva squarciato l’aria nella zona residenziale servita da via Galilei, ma anche più lontano, ieri le facce nella via, soprattutto quelle di chi si è prodigato nei primi soccorsi al vicino in difficoltà, erano terrorizzate.

«La moglie lì per lì era così agitata che non riusciva neppure ad aprire il cancelletto – ci raccontano -. Noi siamo corsi e quando abbiamo visto Diego conciato a quel modo qualcuno ha pensato bene di togliere la sua auto dallo scivolo, per favorire l’intervento dei soccorritori. L’abbiamo saputo solo il giorno dopo che nel baule della Fiesta c’erano altri ordigni, senza saperlo abbiamo corso un rischio pazzesco».

E in grande pericolo devono essere stati anche i soccorritori del 118, che hanno armeggiato a lungo col ferito proprio lì, fra una bomba e l’altra, prima di caricarlo sull’autolettiga.

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