«Via Glisenti 43»

Un sodalizio, quello vestonese, voluto da gruppo ristretto di amici, tredici per la precisione, legati dall’idea che si dovesse agire in prima persona per tornare a dare vivacità culturale alla comunità locale, che nei decenni passati aveva svolto un ruolo di primo piano, con l’apertura di una delle prime biblioteche civiche della vallata, alla quale è seguita una serie di interessanti stagioni teatrali.

Il tutto si è potuto concretizzare grazie al fatto che una famiglia vestonese ha messo a disposizione, a titolo assolutamente gratuito, un proprio ampio locale situato nella centrale via Glisenti per ospitare le varie iniziative.

Fino a non molti anni fa, questi spazi accoglievano un prestigioso negozio di abbigliamento e ora, tramite l’associazione, questi stessi locali sono il supporto logistico a chi voglia realizzare eventi.
Nei mesi scorsi in via Glisenti 43, questa l’ubicazione degli spazi, si sono succedute mostre collettive e personali, ma anche Onlus come Emergency che hanno potuto presentare le loro iniziative.

Durante la recente settimana pasquale, l’Associazione guidata da Fiorella Begliutti e da Gianfausto Salvadori si è presentata ai concittadini, organizzando un proprio momento espositivo che è stato chiamato “Immaginare il sacro. Artisti bresciani del ‘900”, nell’ambito del quale sono state presentate 46 opere dei maggiori esponenti dell’arte bresciana del secolo scorso.

La volontà di fare di questi spazi un luogo d’incontro e di condivisione, a disposizione della collettività, ha spinto l’Associazione a stilare, per i prossimi mesi, un fitto calendario di appuntamenti che vedrà protagonista tanto l’arte, con una retrospettiva di Pietro Giunni e una di Giovanni Tabarelli, quanto il mondo dell’associazionismo con la presenza, tra le altre, dell’Associazione Libera, presieduta da don Ciotti.

Siamo solo ai primi eventi ma – fanno sapere dall’Associazione vestonese – la rispondenza da parte del pubblico, e in particolare dei giovani è stata più che positiva, tanto è vero che sia i bambini dell’infanzia che i ragazzi della locale scuola media sono, con i loro insegnanti, tra i più assidui visitatori delle rassegne che si sono fino a ora succedute.

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