02 Febbraio 2007, 00.00
Valsabbia - C
Eridio

Lo studio di Legambiente

«Il lago d'Idro è una fogna a cielo aperto. Urgono interventi sugli scarichi urbani e riduzione dei prelievi idrici». E' l'opinione di Legambiente di cui pubblichiamo un comunicato.
In allegato un dossier sull'Eridio.

Milano, 01/02/2007

Lago d'Idro: area di emergenza ambientale

Sale il livello, torna l'acqua nel Chiese, ma l'emergenza resta
"Una fogna a cielo aperto senza interventi sugli scarichi urbani e riduzione dei prelievi idrici"

Il livello del Lago d'Idro, il grande malato dei laghi lombardi, continua a salire, e nelle prossime ore - dopo anni - l'acqua finalmente ricomincerà a fuoriuscire dal suo sfioro naturale nel fiume Chiese.
Merito delle precipitazioni della scorsa settimana, ma soprattutto dei provvedimenti assunti dalla Regione Lombardia, sotto la pressione di comitati e ambientalisti, che hanno imposto la drastica riduzione dei prelievi di acqua destinata alla produzione idroelettrica. Ma non è davvero il caso di abbassare l'attenzione, e non solo perché è molto probabile che l'emergenza si ripresenterà, la prossima estate, quando l'agricoltura reclamerà acqua per l'irrigazione.

Infatti non c'è solo un problema di quantità di acqua, il bacino lacustre della provincia di Brescia ai confini con il Trentino, rischia di trasformarsi in una fogna a cielo aperto se non verranno assunti provvedimenti urgenti di risanamento, a cominciare dalla rimozione dei troppi scarichi che si riversano a lago.
Legambiente ritiene che la questione del risanamento del Lago d'Idro debba essere assunta come una priorità dalla Regione Lombardia, a partire dalla revisione del PTUA (Piano Tutela e Uso delle Acque), il principale atto di programmazione approvato un anno fa dal Pirellone e bollato come rinunciatario.

"Il PTUA afferma che, anche a causa della insufficienza di dati conoscitivi, non è possibile prevedere il raggiungimento degli obiettivi di qualità imposti della direttiva europea sulle acque (2000/60) - denuncia Damiano Di Simine, Presidente di Legambiente Lombardia -. Un pessimo punto di partenza: il lago d'Idro dev'essere considerato un'area nazionale di emergenza ambientale, ad essere a rischio non è solo l'ambiente, ma anche la salute di residenti e turisti e l'economia dei comuni rivieraschi".
Inoltre nel lago d'Idro è presente un fenomeno più unico che raro. Si tratta della "meromissi", caratteristica naturale di alcuni laghi molto profondi, che impedisce allo strato più profondo di rimescolarsi di con le acque superficiali.

"Le acque profonde sono molto dense - spiega Rossano Bolpagni, ecologo di Legambiente - perché ricche in sali disciolti dalla rocce circostanti e il contesto geografico riduce la capacità dei venti di rimescolarne le acque. A partire dalla fine degli anni '60 si è osservato un progressivo accumulo di inquinanti. In assenza di interventi di risanamento in futuro potrebbero verificarsi morie generalizzate della fauna ittica, estese fioriture di alghe tossiche, putrefazioni ed esalazioni pestilenziali". (Il dossier sul lago d'Idro è disponibile su www.legambiente.org)
Il problema degli eccessivi prelievi idrici aggrava la situazione. Infatti, il livello troppo basso e la spinta fluttuazione dei livelli del bacino impedisce all'acqua pulita che vi entra di diluirne gli inquinanti. Senza la definitiva riduzione degli apporti inquinanti e un'efficiente depurazione degli scarichi ben difficilmente il lago potrà tornare balneabile in tempi brevi.

Tre le misure che Legambiente considera prioritarie:
  • - Riscrivere le regole di utilizzo dell'acqua del lago, affinché non venga mai meno - come negli ultimi decenni - il deflusso dalla quota naturale di sfioro del lago: non è più pensabile che l'agricoltura e la produzione idroelettrica possano attingere più acqua di quanta il lago è in grado di ricevere e accumulare. La massima escursione del livello del lago non deve superare il metro, come per tutti gli altri grandi laghi della Lombardia;
  • - Completare la rete di collettamento degli scarichi a lago, estendendola a tutti i centri abitati rivieraschi, e migliorare la depurazione degli scarichi che si gettano nel Chiese in territorio trentino;
  • - Adeguare le opere idrauliche di regolazione ai nuovi obiettivi gestionali, garantendo le condizioni di sicurezza per i territori rivieraschi del lago e del Chiese.
Le richieste degli ambientalisti sono fatte proprie dal presidente della Commissione Ambiente della camera dei deputati, On. Ermete Realacci, che proprio oggi, con una interrogazione, ha chiesto al Governo di farsi carico dei problemi di uno dei laghi più inquinati d'Italia, dichiarandolo area di emergenza ambientale e agendo di concerto con Regione Lombardia e Provincia di Trento con un programma straordinario di azioni per il risanamento del bacino lacustre, che disponga anche lo stanziamento delle risorse necessarie a sostenere gli investimenti.

Comunicato stampa di Legambiente

eridiolegambiente2.pdf




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