Salò, ultimatum al sindaco

Quasi un «ultimatum» al sindaco. Il gruppo autonomo Pdl di Salò, composto da Alberto Pelizzari, Gabriele Cominotti, Aldo Silvestri, Sergio Vassallo e Alberto Colombo, usciti recentemente dalla maggioranza, ha chiesto la convocazione del consiglio comunale entro 20 giorni per votare il bilancio di previsione 2011 e del programma pluriennale.
I cinque hanno intenzione, nel caso non fossero ascoltati, di rivolgersi alla Prefettura.

Sottolineando che fra l'altro l'ultima seduta risalente ormai al 9 dicembre, deve ancora essere completata, e di conseguenza non sono ancora stati votati punti importanti, come la mozione sulla Fonte Tavina, e il rinnovo del contratto col Garda Uno per il servizio rifiuti, prorogato fino al 31 marzo con ordinanza della vicesindaco Stefania Zambelli.
Il gruppo autonomo sollecita dunque il sindaco Barbara Botti, rimasta con 9 consiglieri su 21, a muoversi e a sbloccare una situazione impantanata, ma, al tempo stesso, la diffida a cercare accordi con esponenti delle minoranze.

«Il sindaco e la sua giunta - sostengono Pelizzari e gli altri - stanno mettendo in atto una strategia che potrà avere solo due possibili conclusioni, con gravissimi danni all'amministrazione del municipio, e contro ogni elementare principio democratico».
«Se - aggiungono - riusciranno a raggiungere un'intesa col Pd (4 rappresentanti) e/o con i Verdi (2), approveranno il bilancio e si appresteranno a governare Salò in completo sfregio dei risultati elettorali di giugno 2009. Altrimenti non convocheranno più il consiglio, se non quando obbligati per legge, rimanendo ancorati il più possibile alle loro poltrone. Rimanderanno di qualche tempo la loro sfiducia, e così facendo non consentiranno ai cittadini di votare nel prossimo mese di maggio, ma condanneranno Salò a un lungo commissariamento, almeno fino a metà del 2.012, con conseguenze gravissime».
Il gruppo parla di «comportamento cinico e irresponsabile, che stravolge la volontà della popolazione».
SE.ZA. da Bresciaoggi

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