Mercoledì 20 dicembre alle ore 18 presso la scuola secondaria di Prevalle sarà inaugurato il nuovo atelier creativo dedicato ad Alba Chiodi e a Piero Antonelli
Dedicato a due persone meravigliose, due persone che hanno seminato impegno, cultura, passione, solidarietà.
Dedicato a due insegnanti speciali, che ci hanno lasciato in un giorno oscuro e immensamente doloroso ma che ci hanno regalato la luce del loro sorriso e della loro tenerezza. Perché, come ha scritto Isabelle Allende, “non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.”
Dedicato a due splendide persone stimate ed apprezzate da tutti per la loro generosità e disponibilità, per i valori portati avanti insieme, per la professionalità dimostrata nel loro lavoro e anche fuori della scuola, per la sensibilità di chi si è sentito vicino agli “ultimi”, senza pregiudizi.
Dedicato a due insegnanti che hanno donato rispetto, attenzione, coerenza. Due insegnanti sempre pieni di un entusiasmo contagioso, che hanno cercato di mettersi in discussione, che si sono sempre confrontati con gli altri nel dialogo democratico: non si può apprendere senza partecipare.
Come ha detto la Dirigente Maria Vittoria Papa, "insegnante è colui che lascia un segno, e un segno incisivo e duraturo è stato lasciato nella scuola di Prevalle, e non solo, dal professor Piero Antonelli. È stato un precursore nell’applicazione delle nuove tecnologie all’apprendimento cooperativo. Nel suo ricordo abbiamo pensato ad un atelier come punto d'incontro essenziale tra sapere e saper fare, tra lo studente e il suo territorio di riferimento.
Ci piacerebbe realizzare esperienze di apprendimento cooperativo generazionale, creare un’alleanza generazionale per la quale adulti con tempo a disposizione dedichino una piccola parte della loro settimana in maniera continuativa alla scuola ed ai suoi ragazzi, garantendo la possibilità di un incontro e di una trasmissione di saperi concreti frutto di un’esperienza lavorativa e talvolta di una tradizione familiare. Noi abbiamo bisogno di persone che stiano con i nostri ragazzi e possano essere per loro la possibilità di un incontro e di una relazione, questo al fine anche di rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità che ricrei quei legami intergenerazionali che in molte famiglie sono venuti a mancare . Ci auguriamo che l’atelier diventi il luogo di questo possibile scambio. Ci proviamo…”
L’intervento, reso possibile grazie alla partecipazione ad un bando del Piano Nazionale scuola digitale che ha consentito di ottenere un finanziamento di 15.000 euro, vede la collaborazione non solo dell’ente locale-ufficio lavori pubblici per i lavori di ristrutturazione dei locali, ma anche il sostegno di sponsor come le ditte MGMeccanica che ha offerto i due banchi da lavoro e Imbal Carton che ha curato il pannello dell’ingresso. L’atelier creativo è stato ideato come una sorta di bottega artigiana rinascimentale dei giorni nostri con postazioni multimediali, banchi da lavoro, angoli per pensare e spazi per comunicare.”
E allora mi viene in mente il racconto di una foglia, Muriel, scritto da Leo Buscaglia…
“Muriel si accorse che le altre foglie continuavano a staccarsi dai rami
"Si vede," pensò "che la loro ora è già suonata." Notò che qualcuna, prima di cadere, si dibatteva nel vento. Altre semplicemente si lasciavano andare e quietamente scendevano giù. In poco tempo l'albero rimase quasi nudo.
"Ho paura di morire" disse Muriel a Martha. "Io non so cosa ci sia là dove cadiamo."
"E' naturale, Muriel" la rassicurò Martha. "Chi non ha paura dell'ignoto? Però, tu non ti sei spaventata quando la Primavera è diventata Estate. E nemmeno quando l'estate è diventata Autunno. Sono stati cambiamenti naturali. E allora, perché temere la stagione della morte?".
"Anche l'albero muore?" chiese Muriel.
"Sì, un giorno morirà anche lui. Ma esiste una cosa più forte anche dell'albero. La Vita. Lei non muore mai. Tutti noi siamo parte della Vita."
"E dove ce ne andremo quando saremo morte?".
"Nessuno può dirlo con sicurezza. E' questo il grande Mistero!"
"Credi che torneremo, in Primavera?"
"Noi forse no, ma la Vita sì."
"Ma allora qual è la ragione di tutto ciò?" Muriel non la finiva più, con le domande. "A che scopo siamo state qui, se dovevamo cadere e morire tutte quante?"
Martha le rispose con il solito buonsenso. "Lo scopo è stato conoscere il sole e la luna. Vivere insieme felici e contente. Fare ombra ai vecchi e ai bambini. Vestirci dei colori dell'Autunno. Conoscere le stagioni. Ti sembra poco, Muriel?"
Quel pomeriggio stesso, nella luce dorata del crepuscolo, Martha si lasciò andare. Cadde senza sforzo e nel cadere parve sorridere, serena.
Disse: "Per il momento arrivederci, Muriel".
Da quel momento Muriel rimase sola. Sul ramo non c'era che lei.
L'indomani cadde la prima neve. Era soffice, bianca, carezzevole. Ma fredda, troppo fredda. Quel giorno fu molto breve, e il sole non comparve. Muriel si accorse di rattrappirsi, di raggrinzirsi, di scolorire. Faceva un freddo terribile e la neve le gravava addosso.
All'alba si levò il vento e la rubò al suo ramo. Muriel non sentì male.
Fluttuò verso terra dolcemente, lentamente, in silenzio.
Mentre cadeva, vide per intero il suo albero. Com'era forte e ben piantato! Sicuramente avrebbe vissuto ancora molto tempo. Era stata parte della sua vita, e ne andava fiera. Muriel atterrò su un monticello di neve. Era soffice e - stranamente - le parve quasi tiepido. In quella posizione insolita si sentì comoda come non era mai stata in vita sua. Chiuse gli occhi e si addormentò. Non sapeva che dopo l'inverno la Primavera sarebbe tornata, che la neve si sarebbe sciolta per diventare acqua. Non sapeva neppure che lei, secca e ormai in apparenza priva di scopo, si sarebbe impregnata di quell'acqua e avrebbe contribuito a irrobustire l'albero. Ma soprattutto non sapeva che a due passi da lei, celati sotto terra, c'erano già i progetti per fabbricare foglie nuove, in Primavera.”
Ho chiesto all’amico Paolo di farmi avere qualche fotografia. Mi sono emozionato e commosso a vedere le foto che mi ha mandato. Gli ho inviato una fotografia di suo fratello Piero scattata da Gioan Lavo durante una manifestazione antifascista a Salò nel 1972. Si vede un Pier sorridente, con gli occhi dolci e pieni di speranza. Quella che lui ed Alba hanno condiviso. Per sempre.
“Voglio però ricordarti com’eri
pensare che ancora vivi
voglio pensare che ancora mi ascolti
e che come allora sorridi
e che come allora sorridi...” (Guccini)
Grazie infinite, Piero ed Alba. Grazie per i valori in cui avete creduto e per tutto l’amore che avete regalato. In qualunque luogo siate, lo renderete un luogo migliore.
maestro John
ID74507 - 19/12/2017 12:51:32 - (Dioniso) - Una tragedia...
che ancora oggi stringe il cuore, e la bella iniziativa della Scuola di Prevalle ci regala, nel ricordo, affetti e memorie di due persone che abbiamo amato e stimato.