19 Agosto 2009, 08.57
Gavardo
Con l'Avis

«Oggi potrei parlare di...»

di John Comini

“Dentro di noi ci sono molti occhi e alcuni possono piangere mescolando i colori”

Martedì 18 agosto 2009
 
Oggi potrei parlare del caldo nella stanza dell’albergo di Sahagun, di come ci siamo abituati troppo bene, con hotel scintillanti e refrigerati, di come possono aver sofferto i pellegrini senza alcun riparo che camminavano sulle strade irte di pericoli e di minacce, affidando davvero la propria vita a San Giacomo…
Oggi potrei parlare della piazza di Sahagun, che arrivati “ale cinco de la tarde” è deserta e arida come il paesaggio intorno al “pueblo”, ma che  pian piano vede giungere le persone,  mentre il cielo si dipinge di uno straordinario tramonto, e la sera è illuminata e colma di gente, e ci sono tre/quattro bar tutti aperti e non si fanno concorrenza perché tutti lavorano, e intere famiglie parlano e sorseggiano bibite e gelati mentre in mezzo alla piazza i bambini giocano felici il loro tempo felice…
 
Oggi potrei parlare della pastasciutta spagnola che più scotta “magotta” non si può e delle birre spagnole che sono più dolci e costano meno care che da noi, e di Walter e Ciba che cercavano di ordinare degli stuzzichini e dopo un quarto d’ora che biascicavano lo spagnolo hanno scoperto – come nella più classica delle barzellette -  che il barman conosce benissimo l’italiano perché è stato una vita in Svizzera…
Oggi potrei parlare dei pellegrini che incontriamo sempre più numerosi man mano ci avviciniamo a Santiago de Compostela (ormai si è superata la metà del cammino, anche se “il Cammino comincia quando comincia”) e sarebbe bello fare una fotografia ad ognuno di loro, perché da lontano sul percorso tracciato da frecce gialle sembrano tutti uguali, ma ognuno ha una propria luce, un proprio volto, una propria vita, un proprio mistero, un proprio sorriso, che come scrive Friedrich von Schiller “non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno”…
 
Oggi potrei parlare di certi villaggi sperduti, dove ti sembra impossibile che qualcuno scelga di vivere lì (o forse ha accettato il proprio destino?), di certe osterie che sembrano uscite da “Cent’anni di solitudine”, di certe case bianche che non hanno imposte perché - come scriveva Tabucchi-  “si aprono su orizzonti ben più larghi di quelli reali”…
Oggi potrei parlare delle gran risate che ci facciamo a cena, con il gruppo dell’Avis riunito, delle “mattate” in camera del trio Ciba-Sergio-Walter, che fanno tracimare l’acqua dalla vasca da bagno e rischiano di inondare gli alberghi, che mangiano decine di yogurt e di minestre di verdure e poi creano strane correnti d’aria che rischiano di provocare emigrazioni dalla Spagna (sentita ieri da Walter: “Italiani, spaghetti, mafia e quaiott”…per la traduzione, passare una notte in camera con loro)…
Oggi potrei parlare di tanti altri piccoli fatti quotidiani…
 
Ma oggi vorrei parlare soprattutto della grande ospitalità del Gruppo “Donantes de sangre” della città di Leòn e del Presidente della Federazione Spagnola, il signor Martin Manceñido Fuertes, che alle 11 di stamane ci hanno atteso di fronte all’Ostello di San Marcos e ci hanno accolto come trionfatori.
Già sul larghissimo viale si sono presentate agli occhi degli attoniti ciclisti alcune troupe televisive, mentre una piccola folla li applaudiva e nell’aria urbana si alzava la melodia di canzoni folcloristiche spagnole suonate da musicisti in abito tradizionale.
 
I ciclisti – in passerella con proprio dinanzi al superbo Palazzo sede del Museo di Leòn, una scenografia barocca e dorata degna dell’arrivo di un Re o di un Papa…
Qui, davanti ad una tavola riccamente imbandita, ha dato il benvenuto la Signora Vicesindaco della città –con delega al Turismo-, poi il signor Martin ha letto alcune parole davvero profonde sull’amicizia e sul significato della Donazione del Sangue.
Poi è stato il momento delle interviste da parte dei giornalisti, con il nostro Capitan Arturo a parlare dell’iniziativa dell’Avis, mentre le fotografe della stampa nazionale scattavano numerose foto di rito, con lo striscione dinanzi al mitico furgone della ditta Otelli, nostro fedele compagno di viaggio…
 
Finalmente ci si è potuti gettare sulle leccornie imbandite, dai deliziosi frutti secchi e uva passa al formaggio fino al salame piccantissimo, il tutto annaffiato da un vino così intenso e dolce che ha certamente reso più allegro e più lento il viaggio del pomeriggio…
Oggi vorrei dire che eravamo tutti visibilmente commossi dalla squisita accoglienza degli spagnoli e che a molti di noi è scesa in silenzio qualche lacrima…
 
Oggi vorrei parlare di certe persone, come il signor Martin ed i suoi collaboratori, che hanno davvero capito che “la vita è l’arte dell’incontro”, persone semplicemente eccezionali che riescono a donare il senso bello e profondo dell’amicizia, persone che sanno valorizzare i piccoli grandi segni di questo nostro vivere, persone che credono nei valori autentici dell’amore e del dono di sé (e l’Avis è una delle strade della solidarietà, il sangue ci rende davvero uguali e veri fratelli), Il Piccolo Principe diceva che “L’essenziale è invisibile agli occhi”… ma oggi i nostri occhi erano davvero velati dalla commozione…
 
Oggi vorrei dedicare al signor Martin ed agli amici di Leòn queste parole: “Amare non è guardarsi l'un l'altro, ma guardare insieme nella stessa direzione”…!
Ma siccome non vorrei cadere nella retorica, allora oggi per terminare citerò una frase di Walter, che quando qualcuno gli ha detto che si è abbronzata solo la gamba sinistra, perché la più esposta al sole, ha detto: “Vorà dì che ghòm de turnà en Italia en bici, cosè se abronzom anche l’altra gamba…” Alè España!
Vorrei restare per sempre in un posto solo/ per ascoltare il suono del tuo parlare…/
e restare in silenzio al suono della tua voce/ o parlare parlare parlare parlare parlarmi addosso/ dimenticando il tempo troppo veloce/ o nascondere in due sciocchezze che son commosso… (F.  Guccini)
 
P. S.- Appena giunti in albergo, ci ha accolti una leggera, inaspettata pioggerella, fresca e dolce come l’accoglienza del signor Martin e dei suoi amici… “Dentro di noi ci sono molti occhi e alcuni possono piangere mescolando i colori”.
 

 



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