19 Febbraio 2017, 10.16
Gavardo
Maestro John

Il cielo in una stanza

di John Comini

“Qual è il libro che ti piace di più? Il libro che porteresti su un’isola deserta?” Il viso dei bambini si accende di una luce improvvisa...

 
“Geronimo Stilton! Le cronache di Narnia! Il Diario di Anna Frank a fumetti! Il mistero del cane!...” E chi più ne ha (letti) più ne metta.
È una vera e propria sorpresa.
I bambini leggono tantissimo, alla faccia delle statistiche che dicono che gli italiani leggono pochissimo.
Chiedo alla brava maestra Raffaella il libro preferito, lei mi dice “Cent’anni di solitudine”.

E tu? mi fa. Io rimango spiazzato.
Anche perché ho sempre letto parecchio, e ogni periodo della mia vita c’è stato un libro che mi piaceva più degli altri (anche se non è bello fare classifiche di questo tipo, lo riconosco).
Provo a fare un elenco, ma sono certo che dimentico qualcosa.

Da bambino ho letto molti “classici”, dai libri di Verne, a quelli di Jack London, da Salgari (Sàlgari o Salgàri, questo è il dilemma) a Stevenson.
L’isola del tesoro: vi ricordate lo sceneggiato televisivo? “Quindici uomini sulla cassa del morto, ya-ho ho, e una botttiglia dfi rum…ah ah ah! (risata satanica).
Poi in ordine sparso: “Sulla strada” di Jack Kerouac, i racconti di Cechov, Don Chisciotte, I tre moschettieri, Le avventure di Pinocchio, Gomorra, Il nome della rosa, Il piccolo principe, Il diario di Anna Frank, Sostiene Pereira, tutto Leonardo Sciascia e Italo Calvino, Stefano Benni, Il buon soldato Sc'vèik, Il cacciatore di aquiloni, i libri di George Simenon, “Stagioni diverse” di Stephen King (c’è anche Stand by me, straordinario).

E naturalmente la Bibbia, il sacro libro pieno di storie, di delitti e di avventure, che contiene il Vangelo, un libro “celestiale”.
Il mio amico Peppino mi fornisce tutti i libri di Camilleri, ed in particolare il Commissario Montalbano.
Un’estate ho letto a casa dei miei Il Signore degli anelli, e non riuscivo a staccarmi dalla lettura…E mia mamma mi accarezzava (Sono stato fortunato, cosa volete farci?)  
Quest’estate mi riprometto di leggere I Promessi sposi (ebbene sì, so tutta la storia ma non l’ho mai letto per intero) e Millennium (la trilogia da Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta).

Un vero miracolo è stato acquistare, pochi anni fa, tutto William Shakespeare per pochi euro.
Lo so, adesso puoi trovare tutto sui tablet, ma io preferisco il profumo della carta, che volete farci, sono fatto così. Molti libri li ho presi in biblioteca.
Non ringrazierò mai abbastanza questa “forneria gratuita di libri”: perché i libri (quelli belli, eh) sono buoni e freschi come il pane. I libri per me sono come un elettrauto: mi ricaricano.

Spesso prendo in prestito un libro, comincio a leggere e penso: mi ricorda qualcosa…Poi continuo a leggere…eh sì, mi ricorda  qualcosa…alla fine lo finisco e scopro che stavo leggendo un libro che avevo già letto! Ah la memoria! 
Spesso dai libri famosi ho ricavato piccoli spettacoli con i bambini: Peter Pan, Robin Hood, Pinocchio, Il giro del mondo in 80 giorni, Cipì, gli Aristogatti, le fiabe classiche, e naturalmente Il Signore degli anelli…Ah, naturalmente ho letto “Una porta nel cielo”, l’autobiografia di Roby Baggio, il “divin codino”, l’artista del calcio.

“Ci sono le tue scarpe ancora qua ma tu te ne sei già andata
c'è ancora la tua parte di soldi in banca ma tu non ci sei più
c'è ancora la tua patente rosa tutta stropicciata
e nel tuo cassetto un libro letto e una Winston blu, l'ho fumata…
Ci sono le tue calze rotte la notte in cui ti sei ubriacata 
c'è ancora lì sul pianoforte una sciarpa blu
ci sono le tue carte, il tuo profumo è ancora in questa casa 
e proprio lì, dove ti ho immaginata, c'eri tu! 
Ah, da quando Senna non corre più
ah, da quando Baggio non gioca più
oh no, no! da quando mi hai lasciato pure tu
non è più domenica…”  (Cesare Cremonini)
 
Paola Mastrocola ci ricorda che “l’origine della lettura è la solitudine e la noia. Quand’ero piccola leggevo molto, leggevo per ore e ore. Ricordo che leggevo fino a che non avevo finito il libro, poteva durare anche un giorno o due, ininterrottamente; mi fermavo solo per mangiare, fare pipì e poche altre cose. Leggevo perché non c’erano bambini con cui giocare, mia madre lavorava in casa e non poteva portarmi da nessuna parte.
Io non sapevo cos’altro fare tutto il giorno in casa. Così leggevo. La lettura ha questa origine molto povera, e un po’ triste. Per questo i giovani non leggono: perché da bambini non hanno letto e non hanno letto perché avevano compagni con cui giocare o mamme che li portavano di qua e di là.
Quelle mamme oggi si lamentano con me ché i loro ragazzi non sanno leggere: ma avrebbero pagato il prezzo della solitudine e della noia dei loro pargoli? Li avrebbero lasciati a casa a far niente?
No, la compulsione a portarli a nuoto, a flauto, a danza è troppo forte…
Forse basterebbe lasciare ai giovani il tempo. Il tempo per leggere, ad esempio… Non di tutto possiamo essere felici. Non di tutte le cose che facciamo nella vita. Basterebbe esserlo di una, perché quell’una poi rischiara tutte le altre e siamo salvi.”

E Umberto Eco scrive
Leggere significa fare un gioco attraverso il quale si impara a dare senso alla immensità delle cose che sono accadute e accadono e accadranno nel mondo reale. Leggendo romanzi sfuggiamo all’angoscia che ci coglie quando cerchiamo di dire qualcosa di vero sul mondo reale. Questa è la funzione terapeutica della narrativa e la ragione per cui gli uomini, dagli inizi dell’umanità, raccontano storie. Che è poi la funzione dei miti: dar forma al disordine dell’esperienza.”

E aggiunge: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.”
 
“Non esiste un vascello veloce come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina di poesia che si impenna:
questa traversata può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio
tanto è frugale
il carro dell’anima.” (Emily Dickinson)

“Se la scintilla non scocca, niente da fare: non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore” (Italo Calvino)

La scuola dovrebbe insegnare a leggere, scrivere e far di conto.
E tutte le maestre che conosco amano leggere e comunicano questa passione ai propri alunni.
A Prevalle per anni si è fatta la “Giornata del baratto”, animata dalle maestre Antonella Baccoli e Rosaria Zentilini. Si trattava di una serie di iniziative per promuovere il piacere della lettura: film, esposizione di opere d’arte, canzoni e soprattutto scambio di libri fra gli alunni, con lo slogan “Chi legge vola lontano”.

In molte classi i libri fanno bella mostra di sé sugli scaffali e persino ai davanzali delle finestre.
Un libro non è un libro a meno che, quando giungiamo all’ultima pagina, non continui dentro di noi…I genitori ti insegnano ad amare, ridere e correre. Ma solo entrando in contatto con i libri, si scopre di avere le ali.

Un libro è un giardino che puoi custodire in tasca.
Un libro sogna, è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni.  
Capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico. Ma puoi rileggerlo, e lo riscopri. Una città senza libreria è un luogo senza cuore. I libri sono ponti ostinati: uniscono, creano legami.
Leggere è come esplorare l’universo.
I libri non ti abbandonano mai, tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale. I libri allargano la mente, aprono l’immaginazione, sono un lungo viaggio immobile.

Italo Calvino scrive che
il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza.
Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino d’altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli. Sulla porta della Biblioteca di Tebe c’era l’iscrizione “Medicina dell’anima”.
 Quando entriamo in una libreria il piacere più grande è la scoperta, trovare quello che non stavamo cercando. 

I veri libri sono quelli la cui lettura deve essere continuamente interrotta per il troppo piacere.
Qualcuno ha scritto che la lettura può creare indipendenza.
E Salinger (quello del Giovane Holden) scrive: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.”

E Daniel Pennac
: L’uomo costruisce case perché è vivo, ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. Il tempo per leggere dilata il tempo per vivere. La lettura è, come l’amore, un modo di essere.

Gianni Rodari ha scritto: Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.

“Vanno a due a due i poeti, verso chissà che luna,
amano molte cose, forse nessuna.
Alcuni sono ipocriti e gelosi come gatti,
scrivono versi apocrifi, faticosi e sciatti.
Sognano di vittorie e premi letterari,
pugnalano alle spalle gli amici più cari…
Vanno a due a due i poeti, traversano le nostre stagioni,
e passano poeti brutti e poeti buoni.
Ma quando fra tanti poeti ne trovi uno vero,
è come partire lontano, come viaggiare davvero. (De Gregori)
 
Nicolò Machiavelli scriveva: “Venuta la sera, mi ritrovo a casa ed entro nello scrittoio; e in sull’uscio mi spoglio quella veste contadina piena di fango e di loto, e mi metto abiti regali e curiali, e vestito decentemente entro nelle antiche corti degli antichi uomini; da’ quali ricevuto amorevolmente, mi pasco di cibo che solum è mio; e non mi vergogno di parlar con loro e domandarli delle loro azioni, ed essi per loro umanità mi rispondono; e non sento per quattro ore di tempo alcuna noia, dimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte, tutto mi trasferisco in loro.

Mario de Maglie ha scritto bellissime parole sulla lettura.
Cosa differenzia il leggere dal vivere?
1) Quando si legge si vive, ma quando si vive, non necessariamente si legge;
2) Si può leggere per vivere, ma non vivere per leggere;
3) Un libro può racchiudere una vita, ma una vita non può racchiudere un libro.

Non credo che tutti i libri siano uguali, ma siamo certamente noi a esserlo per loro. Alcuni libri li scegliamo, altri preferiscono essere loro a farlo, un po’ come nei rapporti d’amore in fondo, se l’attrazione è reciproca, si potrebbe parlare di attrazione fatale, voluta dal fato.

Vi è mai capitato, mentre stavate leggendo un libro, di pensare che stesse proprio parlando di voi, della vostra storia, del vostro vissuto, del vostro modo di pensare, del vostro modo di fare? A me capita così tante volte che arrivo a perdermi tra tutto quello che potrei essere, vorrei essere e che, alla fine, sono.

Il libro giusto al momento giusto non è altro che la dimostrazione che i libri ci conoscono molto meglio di noi e di tanti altri.
Ogni libro è come un alfabeto, lo scrittore potremmo paragonarlo alla prima delle lettere che lo compongono, ma ce ne sono altre venticinque ed è dalla loro combinazione che nascono infinite possibilità di espressione.

I libri sono diversi dalle persone, ma da queste sono scritti, quindi quel che fanno è prendere il meglio dell’essere umano e dargli contenuto e forma tali da resistere nel tempo. Essi sopravvivono alle persone, insegnano l’immortalità senza che nessun lettore possa mai raggiungerla, un giorno finiranno le pagine della vita di ognuno, solo lo scrittore vedrà sopravvivere qualcosa di sé, è un privilegiato, ma se l’è meritato.

Leggete e moltiplicatevi, attraverso le storie che leggiamo, non possiamo che immedesimarci con infiniti protagonisti ed è bello fare finta ogni tanto di avere più di una vita.  Cito la Serenity Prayer del Bibliomane Anonimo: Dio (o chi per lui), concedimi la serenità di accettare che non potrò leggere tutti i libri del mondo, il coraggio di non comprare tutti quelli che vorrei e lo spazio dove infilare quelli che ho già.
Buona lettura ovunque voi siate.”
 
“Ho messo tra le cose da salvare  i quadri di Picasso e di Van Gogh 
Cent’anni di solitudine, il vecchio e il mare  la voce di Frank Sinatra e Nat King Cole 
le note di Michelle e Yesterday,  i pugni che tirava Cassius Clay 
e quella notte davanti alla TV  un'astronave e un uomo che scendeva giù 
Ho messo tra le cose da salvare  i goal in bianco e nero di Pelé
l' Italia del 25 aprile, Benigni che tiene in braccio Berlinguer 
l'armonica di Blowin' in the Wind, il sogno di Martin Luther King 
Ho messo tra le cose da salvare  un vecchio giradischi che non va 
una valigia di parole nuove,  la nostra voglia di libertà” (Luca Barbarossa)
 
Sono famosi i 10 diritti del lettore secondo Pennac
1 . Il diritto di non leggere
2 . Il diritto di saltare le pagine
3 . Il diritto di non finire un libro
4 . Il diritto di rileggere
5 . Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6 . Il diritto al bovarismo (insoddisfazione della realtà)
7 . Il diritto di leggere ovunque
8 . Il diritto di spizzicare
9 . Il diritto di leggere a voce alta
10 . Il diritto di tacere
 
Tra gli scrittori non posso dimenticare Enrico Giustacchini, compagno di mille spettacoli, che è giunto alla trilogia de “Il giudice Albertano” (Liberedizioni) con successo di pubblico e di critica. Bravo Henry! 

Con il mio amico Alex Savoldi abbiamo girato per scuole e biblioteche con lo spettacolo “I libri volanti”, nel quale io facevo Ulisse, il proprietario della bancarella dei libri, ed Alex era Osvaldo, un aiutante simpatico e pasticcione. Ecco alcuni brani…

“Osvaldo adorava i libri, li leggeva giorno e notte, non li lasciava mai e spesso giocava con loro. Insomma, i libri erano i suoi amici. Che cos’è un libro? Un libro è il modo più veloce per viaggiare in mondi straordinari senza nemmeno prendere una bicicletta, o un’automobile, o il treno, o una nave, o un aereo, o un missile. Con un libro si può raggiungere qualunque persona o cosa o animale, senza consumare benzina! Con i libri si può viaggiare in modo ecologico! Ma ora ci chiediamo? Come si fa a viaggiare con un libro? Basta  avere la patente. E la patente è saper leggere! Le parole sono disegni strani e bellissimi, aste, gambette, cerchi, piccoli ponti: ogni disegno forma una lettera,  tante lettere formano una parola, tante parole formano una frase, tante frasi formano una STORIA! Ma l’inizio del tutto è sempre una semplice e sola lettera: A o B o C…
                   AEIOU le vocali stan lassù, 
                   AEIOU le vocali fan cucù (bis) 
                   Io sono la A senza di me non la si fa,
                   Io sono la E se volete vi offro un the
                   Ecco qui la I devo andare a far pipì
                   Ma dov’è la O, l’ho lasciata sul comò 
                   Infine c’è la U che rimane a testa in giù…
                   perché… s’è fermata a far pupù!

Ci sono vari tipi di libri: libri grandissimi, libri piccolissimi, di carta, di tela, di spugna, galleggianti, da consumare in fretta, con una pagina soltanto o con migliaia di pagine, libri scritti in grande o scritti in piccolo, che ti ci vogliono gli occhiali per leggerli, libri divertentissimi che vorresti leggere in un colpo solo, che ti spiace quando li hai finiti e che ne vorresti leggere mille altri… o libri pesantissimi che fai fatica a leggere e a digerire…Libri a forma di sedia…di tavolo…di albero… Allora una libreria diventa una foresta di libri!  Persino libri con le parolacce…

...come “A ciascuno il suo Prot”
Prot di pescecane maleducato, oceano inquinato
Prot di gabbiano, avviso di uragano
Prot di drago potentissimo, mutandone bruciatissimo
Prot di anatra nello stagno, e chi ci fa più il bagno?
Prot di maiale troppo prolungato, prosciutto affumicato
Prot di antilope africana, il leone sviene nella savana

Ci sono vari modi per leggere un libro…  
Posizione scolastica: seduti su una sedia, con il libro sul banco, tenendo la schiena ben eretta e lo sguardo attento e diligente
Posizione da poltrona: seduti comodamente, con le gambe libere, una di qua e una di là, cercando di non macchiare la poltrona…in questo caso il libro sarà tempestato da macchie di marmellata, e di cioccolata
Posizione da bagno: comodamente seduti sulla tazza del water, “sforzandosi” di leggere concentrati
Posizione da nave: se il mare è agitato, speriamo non soffriate il mal di mare
Posizione lunare: poiché sulla luna il peso dei corpi è più leggero, i libri voleranno…
Posizione arrabbiata: se un libro non vi piace, non prendetevela con lui… non è colpa sua.
Posizione sonnifero: quando avete sonno, non usate il libro come un cuscino 
E ricordatevi: il tempo per leggere è sempre tempo rubato. Chi ha tempo per essere innamorato? Eppure, si è mai visto un innamorato non aver tempo per amare? La lettura è come l’amore!” 
 
“Una storia che non conosci non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato a chilometraggio illimitato
una storia in cui tu ti specchi con i tuoi occhi da marziano
e come una lanterna magica che non si ferma…
finito di stampare nel mese di agosto
di un anno povero con poco inchiostro
un sangue nobile che colora ogni tua parola
hai mai viaggiato tutta una notte
attraversando un temporale forte
ti sei trovato aperto ad asciugare sotto al sole
ho illuminato fino alla mattina
da una candela o da una pila
Le storie che non conosci
non sono mai di seconda mano… (Samuele Bersani e Francesco Guccini)
 
Guardate le foto delle classi…
I maestri e le maestre hanno cercato di insegnare a questi bambini a “leggere, scrivere e far di conto”.
E poi questi bambini, divenuti grandi, hanno scritto la propria vita con incontri, pensieri e parole….è la vita il libro più bello!

“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta”
 
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo.
maestro John Comini
 
PS.- Quand’ero giovane, bello e di gentile aspetto (un secolo fa...), amavo la libertà e non ero legato a nessuna.
Poi il giorno del mio compleanno la mia attuale moglie mi regalò il libro “Il mestiere di vivere” di Cesare Pavese, con sulla copertina uno stupendo quadro di Van Gogh.
È stato un colpo di…libro!

Mi son detto: se questa ragazza mi regala un libro così bello, chissà che bella persona sarà!
C’era una dedica: “Favolosi auguri”.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse. La sposai dopo pochi mesi: è stata la prima e l’ultima volta nella vita che mi ha detto “sì”.
Successivamente mi ha raccontato che con l’amica Daniela aveva pensato per mesi alla dedica che mi aveva scritto.
Ah, donne ch’avete intelletto d’amore…(chi l’ha scritto? E in che libro?...)
 


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