07 Ottobre 2012, 14.29
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Giustizia

«Almeno il giudice di pace»

Dopo le proteste per la soppressione della sezione staccata del tribunale, arriva l'appello ai Comuni gardesani e valsabbini per salvare il salvabile


Persa, a Salò, la sezione staccata del Tribunale di Brescia, l'obiettivo è di salvare almeno il Giudice di pace.
È la parola d'ordine che in questi giorni corre tra gli avvocati e gli operatori di giustizia di Alto Garda e Valle Sabbia, che comprende 37 località: dalla Valtenesi a Limone, da Gavardo a Bagolino.
L'altra mattina, in via Gasparo, nello studio dell'avvocato Domenico Lombardi, presidente del Collegio degli avvocati e dei legisti gardesani, si è svolta una riunione alla quale hanno partecipato i componenti del direttivo, per esaminare linee e strategie da seguire nella prosecuzione della battaglia.
 
Questa estate le toghe della zona hanno scioperato per due giornate, raccogliendo firme tra la popolazione.
«In un'ottica di apparenti risparmi, il Governo sta tagliando a pie' sospinto - hanno sottolineato in un loro documento -. Tutto questo significa maggiore spese per avere giustizia, e tempi ancora più lunghi. Cancellato l'ospedale, adesso vengono tagliati anche i servizi sovracomunali. Per i cittadini dell'area viene leso un diritto fondamentale. Chi abita a Tignale, Ponte Caffaro, Tremosine o alle Pertiche, per citarne solo alcuni, in futuro dovrà recarsi a Brescia, senza poter contare su mezzi di comunicazione fluidi o agevoli».
 
«Nei giorni scorsi - spiega Lombardi - ho incontrato la neopresidente del Tribunale di Brescia, Adriana Garrammone. Ha ribadito che in città sono sotto dimensionati, e hanno assoluto bisogno del personale di Salò. La nostra sezione staccata, che può contare sul giudice Maria Teresa Canzi (per il civile) e su Matteo Mantovani (penale), funzionerà regolarmente ancora per un anno, fino a metà settembre 2013. Poi chiuderà».
 
La legge consente, al massimo, di conservare il Giudice di pace.
«Gli enti locali, anche consorziati tra di loro, possono richiedere il mantenimento dell'ufficio, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento del servizio. Il Ministero pagherebbe invece i magistrati (l'organico ne prevede cinque, ma da tempo c'è solo la titolare Paola Facchini, triestina, e un aggiunto). Così adesso stiamo lavorando all'ipotesi di coinvolgere le due comunità montane: di Valle Sabbia e Alto Garda parco».
 
Per non perdere l'ufficio del Giudice di pace occorrono all'incirca 120 mila euro all'anno.
Se i due enti convincessero i 37 Comuni del mandamento a farsi carico della spesa, l'operazione andrebbe in porto.
Finora dai sindaci non sono giunte risposte entusiastiche (questa estate soltanto 7 hanno dato la loro adesione alla battaglia).
L'intervento dei presidenti Ermano Pasini e Roberto Righettini potrebbe essere determinante.

Sergio Zanca da Bresciaoggi
 


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