Scuola rimessa a nuovo a Gavardo

Ore 8: tutti in classe. L’altra mattina la campanella è suonata per le sei classi elementari di bambini della scuola San Giovanni Bosco, che sono rientrati nelle loro aule, danneggiate il 24 novembre del 2004 dal terremoto che colpì il Garda e la Valsabbia.
Da allora imponenti lavori di consolidamento e ristrutturazione sono stati eseguiti sulla struttura della scuola parrocchiale che aveva subito pesanti danni a causa del sisma. Fino ad oggi gli alunni e le alunne sono stati ospitati nel vicino oratorio.

Una prima tranche di classi (le prime quattro) erano rientrate tempo fa, adesso tutti hanno fatto «ritorno a casa». Nei giorni scorsi il parroco di Gavardo don Giacomo Bonetta aveva invitato tutta la comunità gavardese a partecipare a questo momento solenne e per certi versi anche commovente che ha visto la presenza dei bambini, dei genitori, degli insegnanti, di tutti coloro che vogliono bene alla scuola.
«Venite - aveva detto don Giacomo - siate presenti in tanti per vivere insieme questa occasione». Dopo la cerimonia che ha visto protagonisti bambini, anche un momento ufficiale con le autorità e il sindaco Giambattista Tonni.

Interventi consistenti quelli messi in campo dalla Parrocchia per ristrutturare l’ex monastero delle Suore Orsoline che per lunghi anni, in passato, era stato sede della scuola con le religiose. In seguito la struttura, dopo l’abbandono da parte delle Orsoline, è passata alla Parrocchia. In essa si è voluto conservare - anche a prezzo di pesanti sacrifici - la vocazione educativa di questo straordinario monumento.
«Adesso è stata ultimata la fase strutturale - precisa il parroco don Giacomo - ma restano da fare le rifiniture, rimane ancora parecchio, tutta la zona delle celle del monastero. Lo sforzo è stato e continua ad essere molto impegnativo».

Come vanno i lavori sulla vicina chiesa di Santa Maria, anch’essa danneggiata dal terremoto? «Proprio in questi giorni il campanile è stato ultimato - spiega Don Giacomo - le impalcature sono state smontate. Resta da fare l’abside, tutta la navata della chiesa. Certo anche in questo caso lo sforzo economico è davvero notevole. Contiamo sulla generosità di tutti».

Paola Pasini dal Giornale di Brescia

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