07 Ottobre 2009, 14.56
Valsabbia
Bimbi

«Insieme per un sì alla vita»

di Laura

Particolarmente intensa l'attività del Cav di Desenzano che, negli ultimi sei mesi, ha avviato un progetto sostenuto dalla regione Lombardia

 
Il Centro di aiuto alla vita (Cav) di Desenzano è composto da una cinquantina di volontari, impegnati dare ascolto, amicizia, sostegno e consulenza alla donna o alla coppia se si trovasse in difficoltà a causa di una gravidanza.
In particolare sono in grado di offrire ospitalità alla mamma e al bambino, aiuto nella ricerca di un alloggio, aiuti economici e baby-sitting, beni di prima necessità come vestiario, alimenti, mobili, attrezzature e prodotti per l’infanzia, insegnamento della lingua italiana.
Insomma, tutto quello che potrebbe servire per superare quei problemi che inducono all’aborto volontario.
 
Nei giorni scorsi il Cav desenzanese presieduto da Bruna Filippini si è riunito per fare il punto della situazione in merito al progetto “Insieme per un si alla vitaâ€, giunto al termine del primo semestre.
“Occasione buona anche assaggiare gustosi pasticcini casalinghi†scrive la stessa Bruna Filippini nella sua relazione, nella quale vengono riportati gli obiettivi del progetto finanziato con un bando dalla Regione Lombardia ed in che grado questi siano stati raggiunti.
 
Un lavoro che ha coinvolto anche le realtà della Valle Sabbia.
Riportiamo integralmente la relazione, perché gli interessati possano approfondire l’intera questione.
Altre informazioni sono reperibili cliccando su www.cavdesenzano.it

«La realizzazione del Progetto ha avuto inizio formale il 10 Febbraio ma già in precedenza si era avviato il lavoro di preparazione relativo ai contatti necessari e alla selezione del materiale idoneo.
In questa prima fase si è partiti con un'attenta analisi del contesto interessato dal Progetto, gli ambiti dei distretti n. 10,11,12 dell’ ASL Brescia che comprende il territorio di 56 comuni, 102 Parrocchie, 164 Medici di Base, 27 Pediatri, 5 Consultori Asl e 3 ospedali con U.O. di ostetricia e ginecologia.
 
Ciò ha permesso di iniziare l' esplorazione di una realtà molto vasta, parte della quale era già nota, parte invece era da conoscere per individuare alcuni luoghi privilegiati per la diffusione del materiale prodotto e per la sensibilizzazione utile alla attuazione del progetto stesso, oltre che alla necessità di trovare volontari disponibili ad accompagnare le donne o famiglie in difficoltà che avremmo incontrato in seguito. Il lavoro compiuto in questi primi sei mesi si è svolto a livelli diversi:
- Nella produzione e diffusione del materiale informativo.
- Con le istituzioni socio-sanitarie, quali gli ospedali, consultori familiari, MMG ed i servizi sociali comunali, e con le istituzioni religiose, Congreghe e Parrocchie, nell'intento di creare o rafforzare legami di collaborazione.
- Con i soggetti partner del Privato sociale.
- Con iniziative culturali
- Con interventi formativi per volontari
 
L'intento di questa fase è stato quello di coinvolgere le diverse realtà nella conoscenza del progetto in atto per individuare le possibili e concrete collaborazioni.
 
Materiale informativo.
 
Attività svolta: Produzione di volantini, espositori e manifesti adatti alla diffusione su vasta scala, di facile ed immediata comprensione anche da parte di persone straniere e dai costi contenuti.
E' stato realizzato un attento lavoro di selezione e produzione di immagini e di testi tradotti anche in più lingue da parte di personale volontario che ha poi provveduto anche alla distribuzione del materiale svolgendo contemporaneamente un'opera di sensibilizzazione.
 
Obiettivo: raggiunto.
 
Impatto: L'informazione ha raggiunto punti strategici dove accedono i destinatari del nostro progetto: ambulatori medici, ospedali, consultori, farmacie, parrocchie, servizi comunali, ecc.
La diffusione del numero verde, indicato nei volantini, ha favorito l'accesso delle domande; attraverso di esso pervengono in media due chiamate la settimana.
Anche gli altri recapiti telefonici hanno svolto un ruolo importante permettendo un immediato contatto.
 
 
Rapporti con istituzioni socio-sanitarie e religiose.
 
Attività svolta: Per quanto riguarda i Comuni: Partecipazione ai tavoli di lavoro con gli assistenti sociali dei rispettivi comuni per i distretti 10 e 12 all'interno dei quali è stata illustrata l'attività del Centro di Aiuto alla Vita, le finalità del Progetto, richiesta la collaborazione per la diffusione del materiale informativo e per la sensibilizzazione al valore della vita.
Sono state concordate, inoltre, le modalità di invio reciproco degli utenti ed effettuata la mappatura delle risorse pubbliche e private del territorio al fine di evitare sprechi e doppioni
Con i comuni di Desenzano, Lonato, Sirmione, Prevalle, Calcinato, Bedizzole, Montichiari e Padenghe sono stati effettuati incontri con gli assessori e le assistenti sociali ottenendo la condivisione delle finalità del progetto e l'impegno istituzionale e personale alla diffusione del materiale informativo oltre che a svolgere un lavoro in rete di effettivo supporto alla maternità.
 
Con i consultori familiari si è proceduto incontrando i dirigenti dell'Unità Operativa Integrata Materno Infantile di tre distretti , quindi gli operatori dei consultori di Villa nuova s/C, di Vestone, di Desenzano, Salò e Montichiari.
Dopo aver illustrato il contenuto del Progetto e chiesto la collaborazione alla diffusione del materiale informativo, abbiamo precisato che le attività svolte non sono in contrapposizione ma in sinergia con quelle svolte dai consultori con lo scopo comune di prevenire e rimuovere le cause che portano all'IVG.
La duplice offerta dà alle donne o alle coppie possibilità diversificate di accesso ed aiuti complementari per coprire necessità di situazione multiproblematiche.
 
Con le Parrocchie: partecipazione alle congreghe del Vicariato del Lago Bresciano, della Zona Garda, della Zona Morenica del Garda, della Zona Alto Garda, della Zona Bassa Valsabbia, della Zona Bassa Orientale del Chiese.
L'illustrazione del Progetto ha portato ad una intensa discussione sulle modalità più adatte per promuovere una cultura della vita, sono stati individuati gruppi parrocchiali e non ai quali verranno proposti incontri di sensibilizzazione al valore della vita, con particolare riferimento a quella nascente.
Abbiamo distribuito un questionario per conoscere la realtà aggregativa di ogni parrocchia pregandoli di individuare fra i loro parrocchiani persone disponibili a collaborare al fine di offrire un supporto alle situazioni di maternità difficili che si presenteranno sul loro territorio.
 
Con i medici di base ed i pediatri, abbiamo indetto incontri in alcuni poliambulatori e chiesto la collaborazione di volontari residenti sul territorio per svolgere un lavoro capillare che si sta realizzando.
 
Per quanto riguarda i rapporti con le strutture ospedaliere si è giunti a stilare e firmare una convenzione tra il CAV e l'Azienda Ospedaliera di Desenzano, a cui afferiscono gli ospedali di Desenzano, Gavardo e Manerbio.
Tale convenzione rappresenta un atto formale importante che legittima l'operato del CAV all'interno delle strutture ospedaliere ma che lascia alla discrezione dei medici e operatori sanitari l'invio di pazienti, donne tentate/intenzionate ad interrompere la gravidanza, quelle che hanno accettato il figlio ma che accusano problemi che tolgono loro la gioia della maternità ed il sostegno nella fase del post-aborto ( vedi allegati).
 
Non è stato possibile ottenere l’invio di tutte le pazienti come era stato previsto nel Progetto. In accordo con ciascuna Direzione dei tre ospedali e con i primari delle U.O. di ostetricia e ginecologia sono stati individuati gli spazi utilizzabili per la distribuzione del materiale informativo; in particolare all'interno degli ospedali di Gavardo e Manerbio è stata concordata la presenza della sede operativa del CAV con spazi idonei ed orari precisi.
 
Obiettivo: incrementare la collaborazione con le diverse strutture socio-sanitarie ed operatori creando una rete di collegamenti e di sostegno per fornire risposte integrate tra servizi diversi.
 
Impatto: attraverso le azioni promosse, il Cav ha aumentato la propria visibilità facendosi maggiormente conoscere e rendendo noto a diversi servizi socio- sanitari e religiosi l'offerta della tipologia di aiuti che mette a disposizione e le modalità di sostegno che garantisce per le “maternità difficiliâ€.
L'accordo raggiunto con l'Azienda Ospedaliera che si traduce nella firmata convenzione.
Lo spazio “formalizzato†del CAV all'interno degli ospedali di Desenzano e Gavardo dove è prevista la presenza oltre ai volontari, anche della psicologa e pedagogista. Le collaborazioni con i servizi comunali e consultoriali che si sono stabilite e consolidate.
L'incremento della domanda di sostegno alla maternità, sia in forma diretta, che attraverso i servizi socio-sanitari
 

Rapporti con i soggetti partner del Privato sociale
 
Attività svolta: Si sono concordati rapporti di collaborazione costanti di supporto alla maternità con la San Vincenzo di Desenzano e con quella di Montichiari, quindi con il Centro Ida di Prevalle. Abbiamo stabilito interventi formativi con i genitori e gli alunni della Coop. A. Merici. Importante è stato anche il confronto con l'Associazione “Comunità e Famiglia†che, oltre a collaborare alla diffusione del materiale informativo, mette a disposizione alcune figure professionali quali il consulente familiare ed il legale.
Si sono attivati gruppi di appoggio con MPV di Carpenedolo, con MPV Valsabbia, con MPV di Manerbio, con gruppo di Salò e Gardone Riviera, coordinato dalla Dr.ssa Marisa Garosi che ha tenuto numerosi incontri formativi ottenendo uno spazio dal Comune di Gardone.
 
Tali gruppi garantiranno la continuità degli interventi di supporto alle maternità difficili delle situazioni arrivate al CAV per contatto telefonico o ricevute negli ospedali, con una presenza attiva di sostegno, di vicinanza e conoscenza del territorio.
 
Obiettivo: mettere in collegamento realtà affini del privato sociale che perseguono medesime finalità, concertando interventi integrati e risorse per rinforzare la rete di aiuti.

Impatto: definizione di protocolli operativi per il sostegno integrato alle maternità difficili con i gruppi nominati
 
 
Iniziative culturali
 
Attività svolta: allestimento dello spettacolo teatrale-testimonianza di donne migranti “OMBREâ€, svoltosi il 21 luglio presso il Castello di Desenzano con la partecipazione attiva, attraverso testimonianze dirette, di donne straniere che si sono trovate a vivere l’esperienza della maternità sole, in una terra “non familiareâ€, scegliendo comunque di divenire madri, trovando aiuto e sostegno da parte del CAV in un momento particolarmente critico.
 
Obiettivo: Sensibilizzare la comunità locale avvicinandola alla realtà di donne migranti con vicende umane molto difficili, spesso drammatiche, che hanno scelto di “dare la vita†in condizioni avverse.
 
Impatto: L'iniziativa, oltre ad aver avuto un buon riscontro in termini di presenze e spettatori, ha fatto parlare le donne, dando voce alle loro scelte sofferte, ai loro trascorsi tormentati.
Si è creato un clima di emozione intensa e coinvolgente che ha favorito l' avvicinamento empatico di chi ascoltava.
 
 
Interventi formativi per volontari
 
Attività: attivazione di un percorso formativo per i volontari del CAV di Desenzano con incontri bimensili condotti dall’assistente sociale e dalla psicologa e di incontri settimanali per i volontari della zona Salò, Gardone, Valsabbia, condotti dalla pedagogista.

Obiettivo: Far acquisire ai volontari maggiori conoscenze sul lavoro di rete e sulla gestione dei relativi strumenti, affinando competenze apprese nell'esperienza svolta.
Migliorare le capacità relazionali indispensabili per il “colloquio in ospedaleâ€,
 
Impatto: maggiore capacità di lavorare in rete e di instaurare un'adeguata relazione di aiuto
 
 
La Presidente
Bruna Filippini

 



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