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martedì, 21 novembre 2017 Aggiornato alle 16:45Infoline

Torna il must del marketing integrato: brandizzare

di red.
Insieme all'advertising e alla classica raccolta pubblicitaria, per rafforzare e diffondere l'identità di un marchio basta semplicemente il nome, solo ce lo eravamo scordato

Il termine deriva dall'inglese “brand” e quindi “marchio”, e non è certo nuovo.
Recente è invece la diffusione del vocabolo, con buona pace di tutti quegli italianisti che odiano gli inglesismi.

Tuttavia, brandizzare
, come molti lemmi mutuati dall'inglese riesce a sintetizzare in un unico vocabolo diversi significati.
Letteralmente il neologismo “brendizzazione” si traduce in: trasformare qualcosa in un marchio commerciale.
Ma va ben oltre, come il marketing insegna.
Ad esempio conferisce identità ad un prodotto.

Prendiamo il “made in italy” una delle più riuscite (e rare) operazioni di marketing di cui il nostro Paese si possa vantare: ha varcato ogni confine e pubblicizza un marchio, il nostro, come sinonimo di qualità.

Un altro esempio lo possiamo vedere
nelle ormai diffusissime sportine, le borse in tela che praticamente tutti o quasi abbiamo a casa.
Ognuna di esse presenta un nome, sia che si tratti di una casa editrice, sia che si tratti di un festival o di una convention; e quelle borse, così come le penne con il marchio inciso sopra o le agende personalizzate, sono oggetti che ritroviamo in tutte le case degli italiani.

Persuasione occulta? Mica tanto, visto che la la firma, o logo per dirla da pubblicitari, è così esplicita da occupare non un angolino ma il posto d'onore nell'economia del disegno grafico.

Provate a pensare ai fiammiferi,
chi li colleziona ad esempio li suddivide proprio per marchio, oltre che per epoca e fattura ovviamente.
La scatolina che pubblicizza l'albergo, quella che reca il nome del ristorante, e un tempo, quando ancora sugli aerei si poteva fumare, quella con le hostess e la firma della compagnia di volo. Così le abbiamo memorizzate e così ce le ricordiamo.

Chi si occupa di pubblicità sta man mano riappropriandosi dei vecchi attrezzi di lavoro, in apparenza molto basilari ma di sicura efficacia, e con una lucidata al nome ha rilanciato una tendenza che affonda le radici nel passato di un'arte, quella pubblicitaria che come il design italiano ci hanno dato lustro nel mondo.

Ecco perché oggi, se ci fate caso, stanno tornando di moda gadget, agende, borse, zaini, anche chiavette usb che portano il marchio di un'azienda.
Oggetti tangibili, che restano e spesso si collezionano, a differenza di un volantino o di una pubblicità che appare di sfuggita su un cartellone o in tv.

Vecchi trucchi e nuove conquiste per il marketing integrato di oggi.
Strizzando l'occhio a quel 'vintage' fatto di idee e sostanza, che non tramonta mai.