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venerdì, 31 gennaio 2020 Aggiornato alle 06:40Incontri ravvicinati

Ma che bel gattone

di val.
La lince B132, esemplare unico sulle Alpi Centrali italiane, difficilissima da scorgere, è stata immortalata nel parco Alto Garda da una fototrappola di "Hidden"

Si muove guardinga e con passo felpato. In cerca di una preda, certamente, forse anche di una compagna. E’ la lince B132, un esemplare maschio di 14 anni incappato in una delle fototrappole disposte sul territorio del Parco dagli appassionati di “Hidden Garda”, letteralmente “nascosto Garda”.
Si tratta di un gruppo informale di appassionati che condivide l'interesse per l'osservazione naturalistica e l'amore per il territorio dell'Alto Garda.

B132 lo si riconosce dal radiocollare,
che non funziona più da tempo.
Il grosso felino è nato in Svizzera nel 2006 e lì è stato munito di segnalatore, mentre girovagava in zona in compagnia della madre, monitorato dal progetto “Luno”.

Dopo un paio d’anni B132 si è allontanato in cerca di nuovi territori, com’è normale per la specie, entrando in Provincia di Sondrio dopo aver soggiornato nell’Engandina, poi in Trentino.
Più recentemente, col radiocollare ormai spento, il felino è stato individuato nella zona della Val di Lorina, fra Storo e Ledro.

Questa è la prima volta che B132 viene fotografato nel Parco dell’Alto Garda, anche se nel 2016, a Tremosine, è stato individuato un capriolo “predato” da quello che dalle tracce rinvenute era sembrato essere un grosso felino.

E’ solo.

Qualcuno aveva proposto di catturarlo e di cambiare la batteria al radiocollare, altri di fargli trovare una compagna.
La prima ipotesi prevede un progetto ben definito e finanziato, che non c’è.
La seconda, cioè la reintroduzione della specie nelle nostre montagne, potrebbe risultare a qualcuno oltremodo indigesta.

«Siamo appassionati di montagna e di fauna selvatica – ci ha detto Diego Ebranati, uno dei ragazzi di Hidden Garda -. Non abbiamo nessuna velleità scientifica e ci occupiamo soprattutto di ungulati, piazzando una decina di fototrappole fra l’entroterra salodiano e le estreme propaggini nord del Parco».

Con Diego ed Andrea Savoldi, sono operativi anche Davide, Valentina, Lidia, Sara e Daniela, più altri che si stanno avvicinando a questa passione.
Da qualche tempo collaborano con l’Ersaf e con la Polizia provinciale, fornendo dati sulla presenza di animali in zone dove è scarsa la presenza dell’uomo.

A luglio dello scorso anno
hanno documentato la presenza dell’orso, ma si sono occupati anche cervi nel periodo dell’accoppiamento e della stagione degli amori dei camosci sul Tombea, raccogliendo più di 10 ore di filmati sulla presenza degli animali selvatici sulle montagne gardesane.

Un’attività preziosa, per chi è impegnato per mestiere nel monitoraggio faunistico dell’area.

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